Michela F. (Ancona)
Diciamo “herpes”, ma in realtà dovremmo parlare della famiglia degli herpes, una tribù di virus cugini, di varia aggressività e pericolosità (Box 1).
Box 1. Herpes virus: una famiglia variamente pericolosa
Gli alpha herpes includono:
- herpes simplex di tipo 1: colpisce labbra e bocca. Lo ha contratto il 67-81% delle persone nel mondo, a seconda degli studi. Si trasmette per via sessuale, come il tipo 2;
- herpes simplex di tipo 2: ha più affinità per i genitali. Ha già colpito l’11-18% degli umani;
- herpes di tipo 3, noto come virus della varicella-zoster. La trasmissione avviene per via respiratoria, spesso nell’infanzia, quando provoca la varicella. Il virus resta poi nascosto nelle terminazioni nervose del sistema nervoso centrale. Può riattivarsi nella vita adulta, soprattutto dopo i 50 anni, in risposta a stress, diabete, depressione o trattamenti immunosoppressivi. Causa allora l’herpes zoster, con le tipiche vescicole dolorose lungo il decorso di un nervo periferico; in casi più rari, provoca la temibile nevralgia post-erpetica;
I beta herpes comprendono:
- herpes di tipo 5, il cosiddetto “citomegalovirus”. E’ pericoloso se contratto in gravidanza, perché può attaccare il feto. Per questo gli anticorpi contro il citomegalovirus vanno cercati prima del concepimento, con un semplice prelievo del sangue: se sono negativi, significa che il virus non è stato ancora contratto; vanno allora ripetuti durante la gestazione, per intercettare rischiose nuove infezioni;
- herpes di tipo 6 e tipo 7: si annidano nelle cellule di rivestimento dei vasi e nelle ghiandole salivari (attenzione ai baci).
I gamma herpes, infine, includono:
- herpes di tipo 4, o di Epstein-Barr, che causa la mononucleosi e altre lesioni cutanee;
- herpes di tipo 8, che causa un tumore maligno, il sarcoma di Kaposi, quando è presente una grave compromissione del sistema immunitario.
Le strategie del virus
Inoltre, grazie alla perfetta somiglianza del codice genetico, è un parassita biologico perfetto. Entrato nelle nostre cellule, sfrutta infatti tutta la fabbrica costruttiva del nucleo e del citoplasma delle cellule che ha infettato. Riesce così letteralmente a farci lavorare gratis per lui: obbliga le nostre cellule a costruire le sue proteine e le nuove copie del suo codice genetico. Ottiene così nuovi virioni figli, che possono infettare altre cellule e altri individui. Insomma, è un genio del parassitismo strategico.
La pace armata e la guerra
Infatti, se le nostre forze armate si indeboliscono un po’ (Box 2), anche per effetto dei raggi ultravioletti che ci raggiungono di più quando ci esponiamo al sole, l’herpes (nel suo caso, il tipo 1) si attiva e, come un hacker, replica colpo su colpo a qualsiasi contromisura che il nostro sistema immunitario cerchi di porre in atto. In questo modo riesce a ingannare la nostra polizia di frontiera, le cellule dendritiche che di per sé avrebbero il compito di:
- controllare i confini del corpo (cute e mucose);
- riconoscere i nemici grazie ai loro radar (toll-like receptor);
- prenderne un’impronta (antigene), farne un identikit e presentarlo al sistema di difesa per la distruzione.
E invece anche un sistema di difesa così articolato finisce per fallire, perché questa famiglia di virus è ancora più raffinata e incisiva nella sua strategia di attacco.
Per impedire le recidive, sono utili la riduzione dello stress, una misurata esposizione al sole, il controllo dell’immunodepressione (quando clinicamente possibile) e farmaci specifici, come l’aciclovir o il valaciclovir. Questi antivirali ostacolano la sintesi del codice genetico del virus, impedendogli di moltiplicarsi, e possono essere utilizzati anche preventivamente, in caso di recidive frequenti. Ne parli con il suo medico.
Box 2. Herpes: che cosa li rende aggressivi
- stress (anche da esami scolastici) e stanchezza;
- raggi ultravioletti, un potente detonatore del passaggio da infezione latente ad attiva. Uno studio giapponese su 4295 pazienti ha dimostrato che il 28% dei giovani con meno di 30 anni ha la prima diagnosi tra luglio e agosto, e che il 40% di loro recidiva proprio in questi due mesi fatali, per l’azione combinata di immunosoppressione e riattivazione del virus ad opera del sole estivo;
- traumi fisici e psicoemotivi;
- immunodepressione;
- infezione da HIV.
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