Fabrizio R. (Verona)
Quindi grazie anche per lo spunto e il ricordo che mi ha evocato! Il tema postura mi appassiona: anche per questo le rispondo molto volentieri. Concordo con lei: la postura ripiegata, in avanti, goffa e rigida, è impietosa: imbruttisce e invecchia. Estetica a parte, i problemi medici associati o causati da posture errate sono crescenti. Interessano anche bambini e adolescenti, non solo gli anziani: basta guardarsi attorno. Migliorare la postura è dunque un obiettivo che interessa tutta la famiglia, dai piccini ai nonni, per vivere con più energia, più sorridenti, più sani, più dritti e più belli.
La postura salva-salute
Ecco un piccolo autoesame per valutare la postura: guardatevi in qualche foto recente spontanea, frontale e laterale, in piedi e seduti. La maggioranza noterà di avere la testa piegata in avanti, ancor più se si ha un telefonino in mano, a volte anche di 45 gradi o più rispetto all’asse verticale che dovrebbe andare dal capo ben eretto ai talloni. Il baricentro si sposta allora sull’avampiede, con tensioni muscolari parassite e persistenti, per tenere l’equilibrio.
Ecco i rischi che ne derivano:
- aumento delle cefalee muscolo-tensive, “a casco”, anche nei bambini: i muscoli paracervicali devono infatti fare un lavoro costante e tremendo per sostenere il capo, che è l’organo più pesante del corpo. Quindi grande spreco energetico, perché il dolore è un grande divoratore di energia vitale. Con conseguente ridotto rendimento nello studio e nel lavoro, più stanchezza, più affaticabilità, più nervosismo, più irritabilità. E più infelicità;
- aumento del dolore alle spalle, tanto maggiore quanto più siamo incurvati in avanti e sedentari. La pandemia di spalle bloccate, di artriti della articolazione scapolo-omerale, di calcificazioni e retrazioni tendinee, ha due importanti cofattori nella postura errata e nell’inattività fisica. Rimetterci dritti e attivi, col capo eretto, sguardo all’orizzonte (e pure al primo piano, di tanto in tanto!), con spalle ben aperte e scese, e il baricentro ben piazzato sui talloni, è la prima prevenzione e la prima cura. Più stiamo piegati in avanti più corriamo seri rischi sul fronte vertebrale;
- comparsa di dolore asimmetrico, a collo e spalla omolaterali, se tendiamo anche a tenere il capo piegato lateralmente, a destra o a sinistra. Attenzione: oltre a un errore posturale, ci potrebbe essere anche un astigmatismo non diagnosticato o mal compensato. La testa piegata lateralmente è un modo automatico di cercare di mettere meglio a fuoco gli oggetti. Una buona visita oculistica può ricalibrare la vista e consentirci di correggere meglio anche la postura;
- aumento del mal di schiena, soprattutto alla zona lombare. Se il 70% e più della popolazione soffre di mal di schiena, qualche domanda dobbiamo farcela, giusto? Le posture errate, piegate in avanti, obbligano i muscoli paravertebrali, in particolare della zona lombare, a fare un lavoro titanico, in tensione continua, per impedire al corpo di cadere in avanti, visto che il baricentro è spostato sull’avampiede e persino oltre. Ecco il ricorso al bastone, che potrebbe essere molto più tardivo, o addirittura mai necessario, se tutti curassimo la postura, tanto prima, tanto meglio;
- aumento del dolore alle anche e alle ginocchia, sovraccaricate da posture errate, aggravate dal sovrappeso, e infiammate, sia per usura da carico asimmetrico, sia per carenza di estrogeni. La mancanza di questi ormoni, preziosi anche per la salute delle articolazioni, triplica le artriti e artrosi nella donna rispetto agli uomini, proprio dopo la menopausa.
Per prevenire il dolore ad anche e ginocchia sono preziosi:
- esercizi per la postura, meglio se con fisioterapista;
- ginnastica in acqua, per mobilizzare tutti i muscoli e le articolazioni a carico dimezzato rispetto al lavoro a terra;
- rinforzare con opportuni esercizi i muscoli paravertebrali, gli addominali, gli obliqui, e i preziosissimi ileopsoas, che uniscono l’ultima vertebra toracica e le quattro lombari al femore;
- mobilizzare l’anca, con la giusta gradualità e competenza fisioterapica;
- tenere posture corrette anche quando siamo sedute. «Stai seduta composta!», dicevano le nonne. Erano raccomandazioni utili a mantenere posture simmetriche, molto più sane, anche da seduti. No alle gambe accavallate, che accentuano le asimmetrie della colonna, e forzano gli arti inferiori, soprattutto se tenute a doppio incrocio. Piedi ben appoggiati a terra, vicini, ginocchia vicine, flesse, stando ben sedute sui glutei, schiena dritta, spalle aperte e scese, addominali tonici: più siamo allenate a una postura corretta, più questo atteggiamento, sano ed elegante, diventerà facile e naturale.
Basta volere e trovare il tempo!
Box 1. Postura errata e osteoporosi: attenti alle vertebre!
Box 2. Osteopenia: recuperare osso e salute
Se al primo esame emerge un’iniziale perdita di osso, per esempio del 10-20% (“osteopenia”), è importante prendere il segnale molto sul serio, cambiando stili di vita con determinazione ed efficacia:
- fare attività aerobica quotidiana, ottimi 45 minuti di camminata veloce. Se avvertiamo dolore, è bene verificare di camminare in modo corretto: il dolore tende infatti ad alterare anche la biomeccanica del passo. Una revisione con il/la fisioterapista è dunque opportuna. Ottimo imparare a usare le racchette (camminata nordica), per stimolare in modo più armonioso anche le braccia e la parte superiore del corpo. L’obiettivo è avere una migliore postura dinamica, con glutei in spinta, minor carico sulle anche e le ginocchia, con piedi elastici (e scarpe adatte!), con appoggio prima sul tallone e poi sull’avampiede, rullando bene il piede, tenendo le dita ben distese. Vantaggio: questa modalità sana di appoggio del piede e di camminata riduce nettamente anche il rischio di inciampare;
- fare esercizi per gambe e braccia con piccoli pesi, meglio se si apprendono sotto la supervisione di un/una fisioterapista, per eseguirli correttamente;
- usare cavigliere di 500 grammi per qualche ora al giorno, anche in casa, cominciando con gradualità. Il piccolo carico, mentre ci si muove, stimola i nostri operai costruttori a lavorare di più: i mioblasti per costruire proteine muscolari e gli osteoblasti per costruire osso, contrastando l’osteopenia e anzi recuperando densità ossea, se siamo costanti e perseveranti;
- l’osso recupera se gli diamo anche tutti i mattoncini, ossia gli ingredienti nutritivi per costruire un osso di qualità, solido ed adeguatamente elastico insieme. Vitamina D (2.000-4000 unità al giorno, a seconda del peso); calcio (1000-1200 mg/giorno); magnesio, silicio, selenio, ferro, acido ialuronico; e l’efficacissima terapia ormonale sostitutiva, quando tempestivamente iniziata.
Ricordiamo tuttavia: il medico può anche prescrivere tutti gli ingredienti per la torta che si chiama osso, ma se poi non li impastiamo ogni giorno con la giusta attività fisica, e una postura corretta, tutti gli ingredienti diventano inefficaci e finiscono nel cestino delle opportunità perdute.
Box 3. Il tempo scelto per restare più in salute
Acido ialuronico Artrosi / Osteoartrite Calcio Cefalea ed emicrania Ferro Fisioterapia / Osteopatia Magnesio Mal di schiena Menopausa e premenopausa Osteoporosi e osteopenia Postura Selenio Silicio Sport e movimento fisico Terapia ormonale sostitutiva Vista Vitamina D