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Biografia

Mi presento: il mio nome è Alessandra Graziottin. Sono nata sorridendo, a Montebelluna, tra le colline venete, vicino a Treviso, il 5 agosto 1954.
Segni caratteristici: una scintilla di vita che non si spegne mai, nemmeno nei giorni d’inquietudine, di dolore o disincanto. E il gusto di essere me stessa, fuori dagli schemi.
Studi: liceo classico fatto con passione, con amici del cuore e la fortuna di avere alcuni insegnanti straordinari. Anni intensi e luminosi. L’età dell’oro. Laurea in Medicina all’Università di Padova, con 110 e lode. Specializzazione in Ginecologia e Ostetricia, con lode e menzione accademica. Specializzazione in Oncologia, con lode, sempre a Padova. Formazione in psicoterapia, per conoscermi meglio e per aiutare con più competenza le mie pazienti, anche sul fronte psicologico. Iscrizione all’Albo degli Psicoterapeuti in Medicina.
Studiare mi piace moltissimo, per il desiderio di capire di più, e più a fondo.
Vocazione: essere un buon medico, capace di unire il rigore clinico alla cura per l’unicità di sentimenti e di emozioni di ogni persona. L’intuizione che medicina era la mia strada era nata da ragazzina, mentre assistevo in ospedale un bambino molto amato. Durante l’internato in Ostetricia e Ginecologia, a contatto quotidiano con il dolore femminile, così negletto, la folgorazione: diventare ginecologa per solidarietà con le donne. Due anni di tesi clinico-sperimentale, sul controllo del dolore in travaglio di parto: la commozione di veder nascere bene un bambino sano, è rimasta intatta negli anni. L’attenzione alla salute fisica ed emotiva della donna, in gravidanza, ma anche durante il vulnerabile puerperio, è diventata oggi ancora più forte di ieri. Poi, durante la specializzazione in Ostetricia e Ginecologia, e le guardie notturne nel reparto di Oncologia Ginecologica, un’ulteriore consapevolezza: era la donna colpita da tumori ginecologici, che volevo aiutare di più. In quei dialoghi notturni con le mie pazienti, quando l’ospedale diventa finalmente silenzioso, e la frenesia del fare si placa, ho capito di più, sulla malattia e sulla morte, che in tutti i miei libri. In quelle guardie notturne, soffermandomi in reparto, c’era il tempo interiore perché il dolore uscisse dai confini del caso clinico e diventasse la vita vera della donna ricoverata: la nostalgia dei bambini a casa, il senso di spreco di vita – ora che forse ne era rimasta così poca – quando l’attesa degli esami per la stadiazione del tumore durava giorni e settimane, il senso di femminilità devastata quando la menopausa precoce bloccava il ciclo e la femminilità, ferendo la donna, giovane  o giovanissima, con sintomi inattesi e pesanti. E poi i sintomi sessuali, così inconfessabili e così dolorosi, chiusi dentro il pudore del dire, e la crisi della coppia. In quelle notti di dialoghi spontanei e intensi, magari dopo una chiamata d’urgenza per un dolore acuto, che era anche paura e bisogno di conforto, sono maturate le due passioni professionali che percorrono la mia esistenza: la sessuologia medica, per aiutare le donne a ridare le ali alla loro sessualità ferita dalla vita o dalla malattia, e le cure della menopausa, specie precoce. Un percorso che si è intrecciato con la formazione in psicoterapia.  
Lavoro: dirigo il Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica dell’H. San Raffaele Resnati di Milano, con colleghi eccellenti. Come ginecologa, cerco di migliorare la qualità della vita delle mie pazienti. E di curare il dolore, ginecologico, sessuale o esistenziale che sia. Come docente e formatrice, cerco di trasmettere ai Colleghi la mia passione per un'attenzione clinica empatica e rigorosa al dolore e alle sue comorbilità, impegnandomi a livello nazionale e internazionale. Per aiutare in modo ancora più concreto le donne e per contribuire in modo più strutturato alla cultura e alla formazione clinica sul dolore, ho fondato nel 2008 la Fondazione Alessandra Graziottin per la cura del dolore nella donna Onlus.
Abitazione: a Milano, in una casa luminosa e colorata, con un giardino pensile pieno di fiori.
Fiore più amato: il mughetto. Per il profumo soave e la bellezza gentile. Per la nostalgia d'infanzia, fatta di luce e d'ombra. E per il significato: "Felicità che ritorna".
Certezze: la mia solida famiglia; due amiche rare; Brando e Sibilla, detti Biki e Sibi, due gattini abbandonati trovati sotto una cisterna all’Elba, e subito adottati... deliziosissimi! Un rapporto intenso e profondo con le mie pazienti, che mi stimolano a crescere con orizzonti grandi, umani e professionali. La stima e la fiducia di molti colleghi, specialmente stranieri.
Passioni extralavoro: lo sport, tra cui jogging e stretching, i più praticati; equitazione, il più amato, e sci. La montagna d’inverno. Leggere fino a tardi. Il ballo. Il giardinaggio. I tramonti lunghi nei viaggi intercontinentali. Una poetica casa all’Isola d’Elba. E la scrittura, un piacere silenzioso che mi dà molta gioia.
Parola preferita: coraggio.
Umore dominante: sereno, con un mattino limpido di settembre dentro al cuore. E la scintilla che sorride.
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