Francesca D. (Macerata)
L’acne è dovuta a un’eccessiva produzione di ormoni maschili (testosterone) da parte dell’ovaio, e, meno frequentemente, del surrene, soprattutto quando è presente la cosiddetta “sindrome dell’ovaio policistico” (Policystic Ovary Syndrome, PCOS), che interessa il 4-18% delle donne in età fertile. La PCOS si associa a un alterato utilizzo periferico dell’insulina, l’ormone che regola l’utilizzo degli zuccheri come il glucosio e il metabolismo: ecco perché la maggioranza delle ragazze che presentano questo quadro tendono anche ad aumentare di peso, come sua figlia. Testosterone e insulina stimolano un’eccessiva produzione di sebo da parte delle ghiandole sebacee, formazione di comedoni e infiammazione del follicolo. Il sebo in eccesso può infatti infettarsi per la presenza di germi normalmente presenti nell’ecosistema cutaneo, quali lo Staphilococcus aureus e così via, con la formazione del pus tipico del follicolo infetto e infiammato.
Come curare l’acne? Le evidenze scientifiche a disposizione di ogni medico che abbia voglia di aggiornarsi sono univoche: la contraccezione ormonale, con pillole (ma anche cerotto) ad attività antiandrogenica, è in assoluto la terapia di prima scelta per tutte le adolescenti che, come sua figlia, soffrono di acne. La ragione: la contraccezione ormonale mette a riposo l’ovaio, riducendo all’origine il problema dell’eccessiva produzione di testosterone, ma anche la progressione della disfunzione ormonale verso forme più severe (con anovulatorietà, riduzione della fertilità, incremento della peluria a disposizione maschile, detto anche “irsutismo”, e peggioramento della situazione metabolica). Inoltre, le pillole o il cerotto che contengono ormoni “antiandrogeni” hanno un’azione curativa anche sulla ghiandola sebacea, perché riducono i recettori per gli androgeni. Hanno quindi una duplice azione, ridotta produzione di testosterone e ridotto utilizzo dello stesso nella ghiandola sebacea: ecco perché sono molto efficaci.
La sicurezza della contraccezione ormonale sul fronte della salute è consolidata: basta vengano rispettate le poche controindicazioni (tumori ormonodipendenti, epatiti, trombosi, emicrania con aura, e fumo oltre le 15 sigarette, per citare le più importanti). Gli antibiotici invece agiscono solo a valle del problema, limitandosi a combattere l’ultima fase, ossia l’infezione del follicolo e del sebo. I loro limiti? Funzionano solo finché si usano, sulla punta infettiva dell’iceberg acne, ma non modificano le cause ormonali che la sottendono; creano resistenze batteriche, pericolose quando poi debbano essere usati per patologie più gravi; e alterano gli ecosistemi intestinale, vaginale e cutaneo, favorendo così la proliferazione di un fungo usualmente minoritario, la Candida albicans, responsabile di vaginiti e del loro viraggio verso la vestibolite vulvare: ben il 28% delle ragazze che in Italia si rivolgono agli ambulatori ospedalieri ginecologici ha una vaginite da Candida! Meglio limitare gli antibiotici, no?
Prevenire e curare – Come affrontare l'acne nelle ragazze
- Dieta povera di glucosio ma anche di latte e proteine del siero di latte, perché aumentano molto l’insulina (ma integrare con 1000 mg di calcio al dì), con verdura, e cibi freschi
- Movimento fisico aerobico quotidiano, per ottimizzare l’utilizzo periferico dell’insulina, aumentare il consumo calorico e ridurre il peso
- Antibiotici (insieme alla pillola) solo se c’è una severa forma infiammatoria associata, con cisti o noduli, per breve periodo, e associati ai probiotici
- Trattamenti dermatologici e cosmetici per prevenire infezioni, evitare e/o ridurre gli esiti cicatriziali
- Eventuale supporto psicologico per mantenere stili di vita sani e migliorare autostima e fiducia in sé, ridotte dal problema dell’acne e del sovrappeso