Maria Rosaria T. (Foggia)
Le ragioni del corpo
Questa caduta ormonale causa un’infiammazione fisiologica periodica, finalizzata a far sfaldare l’endometrio, causando appunto la mestruazione. Il termine “infiammazione” indica un incendio biochimico, microscopico ma potente (infiammare deriva dal latino “inflammare”: incendiare, mettere a fuoco). Questa infiammazione sottende il dolore mestruale. Esso è limitato e modesto se l’infiammazione è naturale (“fisiologica”), finalizzata al rinnovamento dell’endometrio, di breve durata e intensità limitata. Il dolore mestruale diventa più severo, fino a diventare invalidante, quando l’infiammazione diventa eccessiva e patologica. Questo succede quando le fluttuazioni ormonali sono accentuate, quando il ciclo è abbondante e/o quando isole di endometrio sono presenti in altri organi e tessuti (“endometriosi”). Anche questi frammenti di endometrio fuori posto (“ectopici”) si sfaldano alla mestruazione: causano così un’infiammazione sempre più aggressiva nei tessuti in cui si trovano (muscolo uterino, con conseguente “adenomiosi”, intestino, peritoneo, ovaie, vescica, ligamenti, decorso dei nervi…) e un dolore sempre più severo a ogni ciclo.
Mestruazioni: perché fanno peggiorare altre patologie?
E’ questa la causa biologica del vissuto negativo che molte donne esprimono: per il 51,3% delle donne intervistate in questa ricerca la mestruazione è “fuori della normalità”, per il 26,5% causa disagio o imbarazzo, per il 25,7% è invalidante. Il 13,5% ha un ciclo molto doloroso (“dismenorrea” invalidante), che può in effetti sottendere l’endometriosi. Purtroppo il ritardo diagnostico tra la comparsa di una mestruazione con dolore invalidante e la diagnosi corretta di endometriosi è di 7-9 anni anche nel nostro Paese. Ritardo gravissimo, perché questo aumenta gli anni di dolore, riduce la fertilità, causa dolore pelvico cronico e dolore alla penetrazione completa (“dispareunia profonda”). Rende inoltre necessari interventi chirurgici anche plurimi, con tutti i rischi operatori e gli effetti collaterali a breve e lungo termine, fino a comportare anche un maggior rischio di menopausa precoce quando l’endometriosi rende necessaria l’asportazione di cisti ovariche o dell’intero ovaio. Se non parliamo serenamente di mestruazioni normali, come si fa a parlare di mestruazioni dolorose e dei sintomi seri che le accompagnano? Oppure si arriva al paradosso, come il congedo mestruale (Box 1).
E’ necessario parlare finalmente in modo chiaro di mestruazioni e impatto sulla vita media della donna, per due ulteriori motivi:
- l’aumento del numero di cicli mestruali: le donne hanno oggi 450-480 cicli nell’arco della vita, contro i 140-150 delle nostre bisnonne, nel 1920. In sole quattro generazioni il numero di cicli mestruali è aumentato così tanto perché è anticipata l’età della prima mestruazione, perché la menopausa è più tardiva, perché sono ridottissimi sia il numero di figli per donna sia il tempo di allattamento;
- l’allungamento della vita media: in cento anni questa è virata dai 48 anni del 1920 agli 85 attuali, con un guadagno netto di circa 37 anni, di durata quindi pari all’età fertile.
Aumento del numero dei cicli e delle infiammazioni associate, e allungamento della vita media, hanno molto cambiato la vulnerabilità alle malattie infiammatorie e autoimmuni che mostrano un’ancor più netta differenza di genere. Importante: fino alla pubertà, malattie infiammatorie e autoimmuni sono in rapporto di 1:1 fra bimbi e bimbe; dopo la pubertà queste patologie raddoppiano o addirittura triplicano nelle donne, per l’effetto proinfiammatorio delle fluttuazioni degli estrogeni e del progesterone, molto aumentato perché i cicli sono triplicati rispetto solo a cent’anni fa.
Già solo questi aspetti meriterebbero che le mestruazioni fossero considerate con ben altra attenzione sia nella vita quotidiana sia in ambito clinico. Parliamone dunque, in modo emotivamente aperto e sereno e biologicamente appropriato, per condividere conoscenze preziose per la salute della donna, di ogni età.
Cominciando a parlarne con i figli, bambine e bambini, fin dall’età scolare, e ancor più se adolescenti, perché imparino a conoscere un aspetto così importante della salute e della vita. Scuola e istituzioni dovrebbero fare la loro parte. Toc toc, qualcuno risponde? Solo qualche professoressa di buona volontà. E gli altri?
Box 1. Il congedo mestruale
Basterebbero un progestinico o un contraccettivo (pillola, cerotto o anello vaginale) in continua: con un aiuto farmacologico minimo si potrebbe togliere il dolore mestruale e silenziare l’infiammazione patologica con tutte le comorbilità associate. Senza assenze mensili che comunque si ripercuoterebbero anche sul profilo professionale. E soprattutto con un guadagno netto in termini di salute, benessere e performance fisica e mentale, scolastica e professionale, attuale e futura.
Box 2. Come ridurre l’infiammazione e il dolore mestruale?
- progestinici: cugini sintetici del progesterone, più efficaci per ridurre l’infiammazione e il dolore, curare l’endometriosi e i sintomi associati;
- contraccettivi (pillole, cerotto transdermico, anello vaginale) usati a scopo terapeutico (indipendentemente dall’avere o meno rapporti), con un segreto: ridurre la pausa senza ormoni da 7 giorni (come nei contraccettivi storici) a 4 oppure 2, o togliendola del tutto e lasciando tornare la mestruazione ogni tre-sei mesi, se la donna la desidera.
Vantaggi? Riduzione marcata dei sintomi mestruali fino alla loro scomparsa, con netti benefici in termini di salute, energia vitale e benessere. Questa strategia protegge anche la fertilità, minacciata invece dalle distruzioni tessutali causate dall’incendio biologico, microscopico ma persistente, dell’infiammazione mestruale patologica. Basti vedere i disastri, anche sulla fertilità, causati dall’endometriosi trascurata. Parlatene dunque con il ginecologo di fiducia.
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