La prima barriera di accesso a una prevenzione efficace è la diffusa carenza di educazione sentimentale, che può portare, da un lato, a una totale ignoranza sul fatto che esistano queste patologie e, dall’altro, a comportamenti gravi di aggressione e abuso sessuale. L’analfabetismo affettivo si traduce infatti in mancanza di empatia: non si farebbe del male, se si avesse la capacità di immedesimarsi con la potenziale vittima. Di converso, si può essere tanto più distruttivi, fisicamente e sessualmente, quanto più l’altra o l’altro è percepito come una preda per sentirsi più forti, più maschi o più potenti, anche all’interno del proprio gruppo.
L’analfabetismo sentimentale, in crescita anche fra le ragazze, si traduce nella scomparsa del corteggiamento a vantaggio di un uso sessuale del corpo precoce, aggressivo e progressivamente promiscuo. A volte può essere la punta dell’iceberg di una solitudine emotiva che, proprio per mancanza di educazione sentimentale, è priva di amicizie profonde e significative, e di sentimenti amorosi teneri, gentili e sensuali, prima di diventare esplicitamente erotici.
La povertà del linguaggio adolescenziale riduce la capacità di esprimere sentimenti, desideri, paure e sogni. Aumenta la reificazione del corpo, come sostenevano György Lukács e poi Wilhelm Reich, esasperata dalla crescente “dittatura dei selfie”, come la chiamo io, che amplifica un narcisismo autoreferenziale, deleterio per la crescita della capacità di amare, di sentire e riconoscere i sentimenti dell’altro e dell’altra, e di vivere in armonia con il mondo.
L’analfabetismo sentimentale diventa poi analfabetismo sensuale: si fa sesso, si agiscono comportamenti sessuali, amputati però della capacità di sentire le emozioni, la gioia di una carezza a lungo desiderata e sognata, il gusto di un abbraccio e di un bacio che faccia sentire unici, amati e felici. La frustrazione e la noia che derivano da un sesso privo di sentimenti e d’amore aumentano il bisogno di “accendersi” con alcol e droghe, o con la pornografia, in crescita esponenziale soprattutto fra i giovani.
Il silenzio educativo di famiglia e scuola su fronte sentimentale e sui rischi della MTS, e l’ignoranza grave che ne deriva, lasciano la leadership educativa a due “moloch” pericolosi: i social, tramite le piattaforme visive, e soprattutto la pornografia. E’ questa la seconda barriera alla prevenzione delle MTS. Esiste una relazione diretta fra uso della pornografia tra i 10 e i 19 anni e maggiore precocità del primo rapporto (prima dei 16 anni) e maggiore frequenza di rapporti senza profilattico, di partner multipli nell’ultimo anno e di sesso di gruppo, con parallelo aumento del rischio di patologie infettive. Più sono precoci l’età d’uso e le ore spese sui siti pornografici, maggiore è anche la probabilità di aggredire sessualmente, di fare sesso a pagamento e di contrarre presto una MTS.
La negazione del rischio delle MTS è evidenziata da una svolta clamorosa sul fronte della pornografia, sia omo- sia eterosessuale: il ritorno a mostrare rapporti non protetti da profilattico, aumentando la convinzione che quelle malattie non esistano, ancor più se non se ne è mai parlato né in famiglia né a scuola.
La vulnerabilità all’effetto distruttivo della pornografia sulla crescita della capacità di amare, e di proteggersi dalle MTS, è variabile: è massima quando la pornografia è l’unico modello di sessualità conosciuto, quanto più precoce è l’età di uso, quanta maggiore è la risonanza con le esperienze sessualmente precoci nella vita reale, quanto maggiore è il rinforzo di piacere che i giovanissimi traggono dall’avere esperienze sessualmente aggressive (Matthias Jahnen e collaboratori, The role of pornography in the sex life of young adults, BMC Public Health 2022). Interessante: molti studi mostrano come l’uso della pornografia aumenti di più il rischio di MTS nelle ragazze, perché il sesso non protetto aumenta anche gli squilibri nel microbiota vaginale e vulvare, con proliferazione di germi patogeni fra cui i ceppi oncogeni di papillomavirus e l’herpes virus. L’uso di alcol potenzia a sua volta il rischio di MTS.
Aver delegato l’educazione sentimentale e sessuale dei nostri giovani a social e pornografia ci interroga su un evidente fallimento educativo. E’ vitale coltivare la capacità di amare, con sentimenti ed emozioni profonde, fin da piccoli. Con quali esempi familiari? E con quale ruolo della scuola e dei medici per la prevenzione, la diagnosi e la cura delle malattie a trasmissione sessuale? Il tema è serio e urgente. Ne riparleremo.
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