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Amnistia e sicurezza: lettera aperta al Presidente Giorgio Napolitano

28/10/2013

Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica H. San Raffaele Resnati, Milano

Gentile Presidente, La stimo e La apprezzo per tutto quello che ha fatto per il nostro Paese. Di questo Le sono profondamente grata, e come me, credo, decine di milioni di italiani. Desidero tuttavia esprimerLe la mia desolazione all’idea di un’amnistia che rimetterà in circolazione migliaia di delinquenti. Lo scandalo che ci umilia di fronte all’Europa e al mondo non è che le carceri siano piene, ma il perché sono piene. Il più forte motivo di scandalo è la lentezza della giustizia. Se nel nostro Paese i processi durassero 50 giorni, come in Giappone, tutti coloro che restano detenuti in attesa di processo uscirebbero rapidamente, e a pieno diritto, se giudicati innocenti. Già questi sono decine di migliaia. E se le carceri non bastano, se ne faranno altre. Rimettere in giro delinquenti acclarati (i pochi, rispetto al numero in circolazione, che le Forze dell’Ordine riescono con fatica e merito a catturare) significa aumentare ancor più l’insicurezza esistenziale che ormai pervade la nostra vita.
Sono una normale cittadina che lavora, paga una montagna di tasse, rispetta le regole del vivere civile, si impegna per essere utile al prossimo. Eppure vive ormai assediata nella propria casa e nel proprio Paese. Perché? Semplice: ho subito un numero di furti in casa e in studio che ha superato ogni limite, l’ultimo sabato sera. Vivo con l’allarme perimetrale costantemente inserito. E, come me, migliaia di altri cittadini. Panico? Ansia? No: semplicemente autoprotezione, per il poco che serve. Chi è scortato, o comunque protetto, non conosce il senso di vulnerabilità che il crescere della delinquenza ha comportato.
Lei ha visto, signor Presidente, di quanto sono cresciuti i furti in casa nell’ultimo anno? Del 20%!!! Cifra inferiore al reale perché io stessa, sconfortata, non denuncio più i furti “minori” (biciclette o altro). Ogni furto in casa significa almeno una persona angosciata e terrorizzata e una famiglia in allarme. In qualche caso significa anche aggressioni violente e omicidi. Quante anziane vengono picchiate o uccise in casa anche per furti di poco valore? Sono così tante che non fanno più storia. E’ giusto questo, signor Presidente?
Il trauma del furto non finisce con lo shock in sé o con il danno economico. No, le conseguenze per la salute sono molte e, a volte, più inquietanti e pericolose. Furto in casa significa uno stato di allarme interiore, fisico ed emotivo, che diventa difficile ricomporre, soprattutto quando i furti si ripetono e la sensazione di una vulnerabilità senza tutela diventa sempre più motivata e pervadente. Significa incubi notturni, con il riaccendersi di tutto il terremoto di adrenalina, se non di terrore, che si è vissuto nell’aggressione. Significa svegliarsi di soprassalto col cuore in gola al minimo rumore nella notte se una sirena di emergenza fende l’aria. Significa un senso permanente di violazione di quello spazio essenziale che è la propria casa: una tana, nel senso più antico e sacro. Tutto questo può scatenare una sindrome post-traumatica da stress, con conseguenze gravi per la salute fisica ed emotiva, anche in più membri della stessa famiglia. Tutto questo Le sembra irrilevante, signor Presidente?
Il costo in salute e in sicurezza dei furti, ancor più se ripetuti nei confronti della stessa persona o famiglia, è molto più grave del danno economico, che pure ha un suo significato. I cittadini che, come me, continuano ad amare questo Paese (fino a quando, di questo passo?) sono disorientati, avviliti, frustrati, umiliati. Non è con le amnistie che si risolvono i problemi strutturali di una giustizia di lentezza e parzialità inquietanti, di un’immigrazione senza regole, di uno Stato che ha derubricato il furto ad ogni livello (e quello compiuto da politici e amministrativi è ancora più scandaloso e grave).
Ci ripensi, signor Presidente. Si metta nei panni dei cittadini onesti, assediati e aggrediti in casa, angariati e terrorizzati, la cui libertà è sempre più limitata. Acceleri la giustizia, signor Presidente. Ma non ci faccia sentire ancora più assediati e minacciati. E ancora più soli, nella nostra terra.
La ringrazio di cuore per l’attenzione e La saluto, con accorato rispetto.

Aggressività e violenza Amnistia e indulto Furto / Ladrocinio Legislazione e giustizia Paura Politica

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