«Vorrei il suo parere su questa moda del papà in sala parto. Io non me la sentivo. Sono stato deriso, incolpato, anche dalla ginecologa della mia ex moglie, secondo cui “tutti gli uomini” lo fanno. Ho accettato per sfinimento e per non sentirmi l’unico vigliacco al mondo. Purtroppo il parto è stato complicato, il bambino è nato sofferente, lei ha perso molto sangue. Io mi sentivo fuori posto e impotente ad aiutare. Assistere alla nascita è stato il peggiore choc della mia vita. Anche il dopo parto è stato difficile. Le sono stato vicino, sto seguendo molto il bambino. Ma il mio desiderio per lei è morto. Dopo un anno sono uscito di casa. Ora sto con una ragazza scacciapensieri. Dentro di me c’è però tanta collera sorda: non le avessi ascoltate, forse saremmo ancora insieme e forse felici».
RM (Bologna)
RM (Bologna)
Papà in sala parto: obbligo o scelta? Questo è il dilemma. Per lunga esperienza clinica, e per aver seguito molti uomini e coppie in crisi proprio perché lui era stato quasi obbligato ad assistere al parto, ho sulla questione una posizione interlocutoria, aperta. Attenta più alle motivazioni all’esserci, o non esserci, che non al fatto in sé.
E’ saggio che il partner stia vicino alla donna durante il travaglio per condividere la fase conclusiva di una lunga attesa. E per partecipare con una presenza affettuosa alle molte ore in cui sogni e preoccupazioni sono sottesi dal dolore delle contrazioni. Dolore che dovrebbe essere sempre attenuato da una accurata analgesia, purtroppo poco usata in Italia. Sul parto, che può essere emotivamente molto traumatico, come è successo a lei, penso sia doveroso rispettare in primis il sentire dell’uomo. Se “non se la sente” è del tutto inappropriato insistere o, peggio, deridere. Un uomo può essere una persona di qualità, un marito devoto e un affettuoso papà, e non sentirsi di stare in sala parto. Esperienza che unisce aspetti luminosi, veder nascere con gioia e commozione il proprio figlio, ad aspetti oscuri e imprevedibili, potenzialmente traumatici dal punto di vista emotivo, che possono creare una frattura profonda e duratura tra lo slancio erotico e la capacità affettiva di prendersi cura della compagna e del piccolo.
Le suggerirei di entrare dentro quella collera profonda, ancora così viva. E’ possibile che sia proprio la collera a tenere bloccato il suo desiderio. Me lo fa intuire quella nostalgia tra le righe, quel “forse saremmo ancora insieme, e forse felici”. Chiedere aiuto ad uno psicoterapeuta esperto potrebbe essere un regalo che lei si fa: per riuscire a scegliere se lasciare il desiderio intrappolato dalla collera, o liberarlo. Per riconsiderare il recupero di un bel progetto di famiglia, che ancora traspare tra le righe, e di cui ha nostalgia. Lacerato tra il dolore di allontanarsi e il desiderio di ritornare.
E’ saggio che il partner stia vicino alla donna durante il travaglio per condividere la fase conclusiva di una lunga attesa. E per partecipare con una presenza affettuosa alle molte ore in cui sogni e preoccupazioni sono sottesi dal dolore delle contrazioni. Dolore che dovrebbe essere sempre attenuato da una accurata analgesia, purtroppo poco usata in Italia. Sul parto, che può essere emotivamente molto traumatico, come è successo a lei, penso sia doveroso rispettare in primis il sentire dell’uomo. Se “non se la sente” è del tutto inappropriato insistere o, peggio, deridere. Un uomo può essere una persona di qualità, un marito devoto e un affettuoso papà, e non sentirsi di stare in sala parto. Esperienza che unisce aspetti luminosi, veder nascere con gioia e commozione il proprio figlio, ad aspetti oscuri e imprevedibili, potenzialmente traumatici dal punto di vista emotivo, che possono creare una frattura profonda e duratura tra lo slancio erotico e la capacità affettiva di prendersi cura della compagna e del piccolo.
Le suggerirei di entrare dentro quella collera profonda, ancora così viva. E’ possibile che sia proprio la collera a tenere bloccato il suo desiderio. Me lo fa intuire quella nostalgia tra le righe, quel “forse saremmo ancora insieme, e forse felici”. Chiedere aiuto ad uno psicoterapeuta esperto potrebbe essere un regalo che lei si fa: per riuscire a scegliere se lasciare il desiderio intrappolato dalla collera, o liberarlo. Per riconsiderare il recupero di un bel progetto di famiglia, che ancora traspare tra le righe, e di cui ha nostalgia. Lacerato tra il dolore di allontanarsi e il desiderio di ritornare.
Pillole di salute
«L’infezione da clamidia si può prendere di nuovo? Pensavo di essere immunizzata, visto che l’avevo avuta cinque anni fa».
Martina S. (Monza)
Sì, gentile Martina, la clamidia tracomatis è un germe che viene trasmesso con i rapporti sessuali. Poiché non dà immunità permanente, può essere contratta più volte nell’arco della vita. Quindi attenzione. Profilattico sempre!
Martina S. (Monza)
Sì, gentile Martina, la clamidia tracomatis è un germe che viene trasmesso con i rapporti sessuali. Poiché non dà immunità permanente, può essere contratta più volte nell’arco della vita. Quindi attenzione. Profilattico sempre!
Clamidia Malattie sessualmente trasmesse Parto vaginale / Parto cesareo Rapporto di coppia Separazione e divorzio