«Fai attenzione alle medaglie che non hanno rovescio», mi diceva un amico. Monito saggio, prezioso per ognuno di noi, nell’amore, nel lavoro, nella vita: troppo spesso dimenticato. Innamorati, vediamo solo gli aspetti luminosi dell’altro: accecati dalla passione, dal bisogno d’amore, o dallo stesso bisogno di dare fiducia, vediamo solo la bellezza, la simpatia, l’energia o la gentilezza. E ci sembra contengano la promessa di felicità che abbiamo sempre cercato. Felici, facciamo senza accorgerci una rimozione massiccia di tutti gli aspetti negativi, o che non ci piacciono. Non vediamo difetti maggiori, caratteristiche inquietanti – la falsità, l’ipocrisia, l’inaffidabilità, la vocazione all’infedeltà, alla violenza o al furto – o franche patologie, come la gelosia delirante. Al punto da leggere come una dichiarazione d’amore frasi che dovrebbero accenderci dieci semafori rossi nella testa e nel cuore.
Ad esempio, il «senza di te non vivo» che rende felici migliaia di donne, non è un dichiarazione di amore assoluto. Ma di un sentimento dipendente, pronto ad armarsi fino a uccidere se l’amata decide di andarsene, come purtroppo ogni giorno ci ricorda il bollettino di guerra degli assassinii per gelosia. E ancora: entusiasmati da un progetto di lavoro, o da una nuova impresa commerciale, partiamo in quarta, senza vederne tutti i tranelli, le insidie, i rischi. Salvo scoprire poi che ci siamo giocati tutti i risparmi, e il futuro, in un’impresa perdente. Delusione, depressione, angoscia, senso di fallimento personale, possono allora esplodere quando il rovescio della medaglia si impone ai nostri occhi con la sua verità. Quando il lato oscuro delle persone mostra il suo volto che non ci piace, che ci inquieta, che ci deruba di energia, di vita o di beni, che ci rivolta contro i figli, come succede in troppe separazioni a coltello.
Il monito vale per tutti: per lo studente che cerca la facoltà universitaria, preludio della professione per una vita. Quanti lasciano gli studi, perché l’innamoramento iniziale per un ideale («voglio fare l’architetto, o il medico, o l’ingegnere, o l’economista…») si scontra con contenuti diversi da quelli sognati (oltre alla delusione feroce per le carenze strutturali e di qualità di insegnamento di troppi atenei italiani: basti vedere come siamo mal piazzati nelle classifiche internazionali…). Vale per noi medici: quante volte un farmaco ci viene presentato come una panacea? E viene poi ritirato dal commercio per gli effetti avversi registrati dopo l’immissione sul mercato? Vale per chi acquista una casa: quante volte quello che sulla carta era un affare si rivela un raggiro solenne? Vale per chi ha investito i propri risparmi nelle varie terre promesse della finanza: per trovarsi poi con tracolli da infarto.
Tutti abbiamo un curriculum denso di situazioni in cui il vero problema è stato non aver considerato, in tempo reale, il rovescio della medaglia. Con due gruppi di motivazioni principali: perché accecati da dinamiche interne, che non ci hanno fatto vedere limiti e difetti oggettivi ben visibili a tutti gli altri intorno a noi. O perché limiti, inganni e interessi sono stati ad arte nascosti, e rivestiti invece di scintillanti promesse, per convincere, per carpire la fiducia, per frodare, per rubare. La politica ne è piena, fino alla nausea. Non c’è partito che non abbia promesso meraviglie, e non abbia occultato interessi privati, frodi, e uso scandalosamente privato del denaro pubblico, di cui sappiamo solo una minima parte. Perché tutti quelli che hanno rubato non vengono costretti a restituire totalmente il maltolto, anche sequestrando tutti i loro beni? Non è un reato minore: perché è scandaloso che ci siano politici che scialano i soldi pubblici e cittadini che si suicidano perché non ce la fanno a pagare debiti di lavoro e tasse. Davvero, in politica e non solo, dovremmo guardare per primo il rovescio della medaglia… Meglio disincantati, che ingannati e derubati.
Ad esempio, il «senza di te non vivo» che rende felici migliaia di donne, non è un dichiarazione di amore assoluto. Ma di un sentimento dipendente, pronto ad armarsi fino a uccidere se l’amata decide di andarsene, come purtroppo ogni giorno ci ricorda il bollettino di guerra degli assassinii per gelosia. E ancora: entusiasmati da un progetto di lavoro, o da una nuova impresa commerciale, partiamo in quarta, senza vederne tutti i tranelli, le insidie, i rischi. Salvo scoprire poi che ci siamo giocati tutti i risparmi, e il futuro, in un’impresa perdente. Delusione, depressione, angoscia, senso di fallimento personale, possono allora esplodere quando il rovescio della medaglia si impone ai nostri occhi con la sua verità. Quando il lato oscuro delle persone mostra il suo volto che non ci piace, che ci inquieta, che ci deruba di energia, di vita o di beni, che ci rivolta contro i figli, come succede in troppe separazioni a coltello.
Il monito vale per tutti: per lo studente che cerca la facoltà universitaria, preludio della professione per una vita. Quanti lasciano gli studi, perché l’innamoramento iniziale per un ideale («voglio fare l’architetto, o il medico, o l’ingegnere, o l’economista…») si scontra con contenuti diversi da quelli sognati (oltre alla delusione feroce per le carenze strutturali e di qualità di insegnamento di troppi atenei italiani: basti vedere come siamo mal piazzati nelle classifiche internazionali…). Vale per noi medici: quante volte un farmaco ci viene presentato come una panacea? E viene poi ritirato dal commercio per gli effetti avversi registrati dopo l’immissione sul mercato? Vale per chi acquista una casa: quante volte quello che sulla carta era un affare si rivela un raggiro solenne? Vale per chi ha investito i propri risparmi nelle varie terre promesse della finanza: per trovarsi poi con tracolli da infarto.
Tutti abbiamo un curriculum denso di situazioni in cui il vero problema è stato non aver considerato, in tempo reale, il rovescio della medaglia. Con due gruppi di motivazioni principali: perché accecati da dinamiche interne, che non ci hanno fatto vedere limiti e difetti oggettivi ben visibili a tutti gli altri intorno a noi. O perché limiti, inganni e interessi sono stati ad arte nascosti, e rivestiti invece di scintillanti promesse, per convincere, per carpire la fiducia, per frodare, per rubare. La politica ne è piena, fino alla nausea. Non c’è partito che non abbia promesso meraviglie, e non abbia occultato interessi privati, frodi, e uso scandalosamente privato del denaro pubblico, di cui sappiamo solo una minima parte. Perché tutti quelli che hanno rubato non vengono costretti a restituire totalmente il maltolto, anche sequestrando tutti i loro beni? Non è un reato minore: perché è scandaloso che ci siano politici che scialano i soldi pubblici e cittadini che si suicidano perché non ce la fanno a pagare debiti di lavoro e tasse. Davvero, in politica e non solo, dovremmo guardare per primo il rovescio della medaglia… Meglio disincantati, che ingannati e derubati.