Perché la cannabis è ancora più dannosa per il cervello giovane? Perché un cervello in maturazione è molto più vulnerabile ai danni che la canna produce, soprattutto quando sono coinvolte le aree del piacere (il nucleus accumbens), le aree delle emozioni (amigdala) e la corteccia prefrontale, il grande controllore degli impulsi, da cui dipende la capacità di prendere decisioni ragionate. Ossia pesate, valutando pro e contro, e non prese sull’onda delle emozioni, degli entusiasmi e, appunto, dell’impulsività. Un controllore mentale che oggi matura con grande ritardo rispetto ai decenni (e ai secoli) passati: a 24 anni per le femmine e a 28 per i maschi.
In che modo la cannabis, ma anche altre sostanze, possono danneggiare il cervello? Quando entrano nel nucleo della cellula, possono modificare stabilmente l’attività di uno o più geni. Questa modifica, tra l’altro, si trasmette poi ai figli: la modalità è detta epigenetica. E’ oggi al centro delle ricerche perché è questa la via attraverso la quale l’ambiente in cui viviamo, e che include i cibi e le sostanze che assumiamo, modifica il nostro patrimonio genetico. E che ci spiega perché i figli di alcolisti o di tossicodipendenti hanno più probabilità di diventare a loro volta alcolisti e/o tossicodipendenti: il loro patrimonio genetico, già a livello di ovociti e di spermatozoi, è diventato più vulnerabile a queste sostanze. Ecco perché gli stili di vita e le nostre abitudini influenzano non solo la nostra vita, ma anche quella dei nostri figli.
Tornando agli adolescenti, dobbiamo ricordare che il cervello dei giovani è incredibilmente elastico e duttile. In positivo, questa è la base della straordinaria capacità di apprendere che hanno bambini e giovani, se opportunamente stimolati e incoraggiati. In negativo, il loro cervello è molto più recettivo e vulnerabile a strutturarsi su collegamenti e vie nervose che facilitano poi comportamenti a rischio. Soprattutto se questi attivano proprio quel “nucleus accumbens” che è la centrale del piacere e della gratificazione, e che è massimamente attivo proprio nell’adolescenza. Se la cannabis attenua l’apprensione, aiuta a stare meglio nel gruppo, riduce l’ansia sessuale e consente esperienze più rilassate e soddisfacenti con gli amici e nel sesso, diventerà sempre più naturale il prenderla “prima di”. Finché non se ne potrà più fare a meno: le nuove connessioni che si sono create nel cervello portano a comportarsi, quasi in automatico, in un certo modo. Con una progressiva riduzione della vera libertà di scelta. Ecco che il ladro in guanti bianchi comincia a presentare il suo conto: riduzione persistente della memoria e delle capacità cognitive, ma anche rischio aumentato di sviluppare psicosi.
In sintesi, la cannabis è neurotossica per il cervello sano e lo segna per sempre. Attenti dunque alle banalizzazioni ideologica- mente distorte.
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