“Ho 26 anni e da qualche tempo noto piccole perdite di sangue dopo il rapporto. A volte sono più rosse, a volte più scure: da cosa più dipendere? Mi devo preoccupare o passerà?”.
Elena T. (Chieti)
Elena T. (Chieti)
Gentile Elena, regola numero uno per te e per tutte le donne che hanno lo stesso sintomo: mai trascurare le piccole perdite di sangue vaginali (spotting) che compaiono al di fuori del ciclo! Le cause sono molto diverse a seconda della sede da cui originano.
Se compaiono all’entrata vaginale, possono dipendere dalla rottura dell’imene, o da suoi residui, se per esempio le dimensioni genitali dell’ultimo partner sono maggiori dei precedenti, o da abrasioni della mucosa, se il rapporto è intenso o addirittura violento, e/o se la mucosa è secca, sottile o infiammata da infezioni (vestibolite o vaginite).
Se originano dal collo dell’utero, tre sono le possibili cause:
1) ectopia (chiamata comunemente “piaghetta”). In realtà si tratta dello spostamento all’esterno, sul collo dell’utero, delle cellule cilindriche, color rosso vivo, che rivestono normalmente la mucosa interna dell’utero. Siccome le cellule che rivestono il collo hanno colore rosa chiaro, ecco la ragione del vecchio termine. In realtà, è solo una dislocazione di cellule, frequente nelle giovani. Le conseguenze sono: più abbondanti perdite chiare, ma anche rosse, e una maggiore vulnerabilità sia alle infezioni, sia al “microtrauma” del rapporto;
2) polipi del collo dell’utero, in genere benigni;
3) lesioni precancerose e cancerose del collo dell’utero, causate dal Papillomavirus: ecco perché non vanno trascurate mai!
Infine, se fuoriescono dall’utero, possono essere dovute: a squilibri ormonali, frequenti nelle giovani, specie al momento dell’ovulazione o in fase premestruale, e/o per un’assunzione non perfetta di contraccettivi ormonali; oppure a iperplasie o polipi. Le contrazioni dell’utero, associate all’orgasmo, facilitano allora la fuoriuscita di piccole quantità di endometrio e di sangue.
In ogni caso la diagnosi deve essere rapida e chiara: non ti trascurare! Ciao.
Se compaiono all’entrata vaginale, possono dipendere dalla rottura dell’imene, o da suoi residui, se per esempio le dimensioni genitali dell’ultimo partner sono maggiori dei precedenti, o da abrasioni della mucosa, se il rapporto è intenso o addirittura violento, e/o se la mucosa è secca, sottile o infiammata da infezioni (vestibolite o vaginite).
Se originano dal collo dell’utero, tre sono le possibili cause:
1) ectopia (chiamata comunemente “piaghetta”). In realtà si tratta dello spostamento all’esterno, sul collo dell’utero, delle cellule cilindriche, color rosso vivo, che rivestono normalmente la mucosa interna dell’utero. Siccome le cellule che rivestono il collo hanno colore rosa chiaro, ecco la ragione del vecchio termine. In realtà, è solo una dislocazione di cellule, frequente nelle giovani. Le conseguenze sono: più abbondanti perdite chiare, ma anche rosse, e una maggiore vulnerabilità sia alle infezioni, sia al “microtrauma” del rapporto;
2) polipi del collo dell’utero, in genere benigni;
3) lesioni precancerose e cancerose del collo dell’utero, causate dal Papillomavirus: ecco perché non vanno trascurate mai!
Infine, se fuoriescono dall’utero, possono essere dovute: a squilibri ormonali, frequenti nelle giovani, specie al momento dell’ovulazione o in fase premestruale, e/o per un’assunzione non perfetta di contraccettivi ormonali; oppure a iperplasie o polipi. Le contrazioni dell’utero, associate all’orgasmo, facilitano allora la fuoriuscita di piccole quantità di endometrio e di sangue.
In ogni caso la diagnosi deve essere rapida e chiara: non ti trascurare! Ciao.
Prevenire e curare – Cosa fare se si hanno perditine dopo il rapporto
Bisogna fare subito:
- una visita ginecologica;
- un’ecografia (transvaginale se si sono avuti rapporti, trans-addominale se si è ancora vergini);
- un pap-test, con colposcopia e biopsia se indica lesioni.
Se il pap-test e la visita sono negativi, e l’ecografia evidenzia un ispessimento dell’endometrio (iperplasia) o un polipo endometriale, sarà necessaria un’isteroscopia, esame che consente di guardare dentro l’utero, fare una biopsia per esaminare eventuali alterazioni, e rimuovere possibili piccoli polipi.
- una visita ginecologica;
- un’ecografia (transvaginale se si sono avuti rapporti, trans-addominale se si è ancora vergini);
- un pap-test, con colposcopia e biopsia se indica lesioni.
Se il pap-test e la visita sono negativi, e l’ecografia evidenzia un ispessimento dell’endometrio (iperplasia) o un polipo endometriale, sarà necessaria un’isteroscopia, esame che consente di guardare dentro l’utero, fare una biopsia per esaminare eventuali alterazioni, e rimuovere possibili piccoli polipi.