Federica C. (Imperia)
Il Papillomavirus ha il nostro stesso codice genetico, usa cioè lo stesso “alfabeto” delle nostre cellule: dopo l’infezione può quindi inserirsi stabilmente nel nostro DNA (come fa l’Herpes virus) e può poi riattivarsi periodicamente, per esempio quando siamo in condizioni di stress o malattia, causando condilomi o lesioni progressive delle cellule colpite dall’infezione, ma anche infettando un nuovo partner, come è successo a te.
Ecco perché, quando si riceve la diagnosi di malattia, in caso di rapporti non protetti dal profilattico, è sempre indispensabile informare il/i/la/le partner avute/i del rischio di contagio: il non farlo può avere anche implicazioni penali, per lesioni personali gravissime (art. 40 del Codice Penale) se le infezioni – per esempio la Chlamydia – causano sterilità o malattie serissime come l’AIDS. Ed ecco perché insisto così tanto, anche su questa rubrica, sull’assoluta necessità di usare sempre il profilattico per prevenire le infezioni!
E’ poi opportuno che tu faccia anche gli esami per escludere di aver contratto altre malattie, come la Chlamydia, la Gonorrea, l’Herpes, la Sifilide e l’HIV. Secondo i dati del nostro Istituto Superiore di Sanità, il 9,2% delle donne e l’11,2% degli uomini con condilomatosi ha contratto anche l’HIV, e un quarto non sapeva nemmeno di averlo. Non voglio fare del terrorismo, ma è indispensabile che questi rischi siano conosciuti: se li conosci, li eviti (si spera!).
Per il futuro, raccomando di cuore a te e a tutte le lettrici – di ogni età! – di usare sempre il profilattico, perché con le malattie sessualmente trasmesse non si scherza. E insisto: ad ogni età, perché purtroppo sto vedendo che le cinquantenni e le sessantenni pensano che queste malattie siano un problema solo per i giovani. No, non è questione anagrafica ma di rischio che può diventare concreto in tutti coloro che hanno rapporti non protetti.
Infine, sì, Federica, il Papillomavirus può attaccare tutte le mucose, anche dell’ano e della bocca, dove può causare sia condilomatosi, sia lesioni precancerose e tumorali! Diranno lettrici e lettori: che pizza, questa qui. Purtroppo, lo ripeto, con le malattie a trasmissioni sessuale non si scherza, che ci piaccia o no. Come sanno – troppo tardi – coloro che le hanno contratte.
Prevenire e curare – Come affrontare le infezioni da HPV
- Vaccinarsi contro il Papillomavirus, meglio se con vaccino quadrivalente. Previene il 90% delle infezioni (dai ceppi 6, 11, 16 e 18, ma anche da altri ceppi simili). L’efficacia è dimostrata fino ai 45 anni: vaccinatevi anche se non siete più dodicenni! Anche dopo aver contratto il virus, il vaccino è utile per ridurre del 40% le recidive, come ha dimostrato lo studio presentato da Warner Hu a Chicago, al congresso americano di Oncologia Ginecologica, nel marzo 2010.
- Per saperne di più, con la mia Fondazione ho realizzato brevi video educazionali sulle malattie sessualmente trasmesse e la loro prevenzione: li trovate su www.fondazionegraziottin.com e anche su YouTube.
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