“Mia figlia di 17 anni purtroppo ha avuto un’interruzione volontaria di gravidanza. A parte lo shock, sono preoccupata per la contraccezione futura. La pillola è esclusa, perché è una sbadata pazzesca: l’ha usata in passato, ma la dimenticava un giorno sì e l’altro pure. Pensavo alla spirale, ma una sua amica le ha parlato dell’impianto contraccettivo e mia figlia sembra convinta. Che cos’è esattamente? Lei lo consiglierebbe?”.
Francesca G. (Varese)
Francesca G. (Varese)
Se sua figlia è orientata per un metodo di lunga durata che le dia la massima sicurezza e non sia vulnerabile alle sue dimenticanze, l’impianto contraccettivo sottocutaneo è un’ottima idea. Si tratta di un “bastoncino” sottile, morbido, flessibile, ottenuto con un’avanzata tecnologia, lungo 4 cm e largo 2 mm, che contiene il farmaco, un progestinico chiamato etonogestrel. Questo contraccettivo non contiene invece estrogeni, e quindi può essere utilizzato anche dalle donne che presentano controindicazioni proprio all’uso degli estrogeni. Per esempio: emicrania con aura, rischio trombotico, ipertensione, diabete complicato, obesità.
Previa una piccola anestesia locale, il ginecologo posiziona il dispositivo sotto la cute nella parte interna del braccio, quello non dominante, solitamente il sinistro; se la donna è mancina va posizionato in quello destro. Si è scelta questa area del corpo, subito sopra la piega del gomito, perché è priva di vasi importanti. Il posizionamento avviene con l’utilizzo dell’applicatore e non lascia cicatrice. L’inserimento è rapido e indolore. In pratica, l’impianto sottocutaneo rimane appena sotto la pelle, per cui può essere palpato dalla donna in qualunque momento. Lì sta per tre anni, quando va cambiato: è un metodo adatto alle donne, specie giovani, ma non solo, che non vorranno figli per alcuni anni, e non desiderano o non possono utilizzare la contraccezione tradizionale con pillola, cerotto o anello. Se poi la donna non ha più necessità di questo contraccettivo, torna dal ginecologo e si fa rimuovere l'impianto sottocutaneo con una modesta anestesia locale, senza avere cicatrici.
E’ un metodo sicurissimo, proprio perché una volta inserito non ci si pensa più per tre anni e non risente quindi di errori di assunzione e dimenticanze. Dal punto di vista del meccanismo d’azione, l’etonogestrel funziona come gli altri contraccettivi: inibisce l’ovulazione in quanto viene temporaneamente bloccata la produzione di ormoni ipofisari che stimolano l’ovaio a produrre follicoli e a far maturare la cellula uovo. Le controindicazioni principali, con l’eccezione di quelle relative alla componente estrogenica sopra menzionate, restano le stesse: tumori ormono-dipendenti, epatiti acute o croniche, tromboflebiti in atto. I due grandi vantaggi sono l’alta efficacia e la durata triennale: se sua figlia è convinta, la incoraggi a metterlo senza indugi!
Previa una piccola anestesia locale, il ginecologo posiziona il dispositivo sotto la cute nella parte interna del braccio, quello non dominante, solitamente il sinistro; se la donna è mancina va posizionato in quello destro. Si è scelta questa area del corpo, subito sopra la piega del gomito, perché è priva di vasi importanti. Il posizionamento avviene con l’utilizzo dell’applicatore e non lascia cicatrice. L’inserimento è rapido e indolore. In pratica, l’impianto sottocutaneo rimane appena sotto la pelle, per cui può essere palpato dalla donna in qualunque momento. Lì sta per tre anni, quando va cambiato: è un metodo adatto alle donne, specie giovani, ma non solo, che non vorranno figli per alcuni anni, e non desiderano o non possono utilizzare la contraccezione tradizionale con pillola, cerotto o anello. Se poi la donna non ha più necessità di questo contraccettivo, torna dal ginecologo e si fa rimuovere l'impianto sottocutaneo con una modesta anestesia locale, senza avere cicatrici.
E’ un metodo sicurissimo, proprio perché una volta inserito non ci si pensa più per tre anni e non risente quindi di errori di assunzione e dimenticanze. Dal punto di vista del meccanismo d’azione, l’etonogestrel funziona come gli altri contraccettivi: inibisce l’ovulazione in quanto viene temporaneamente bloccata la produzione di ormoni ipofisari che stimolano l’ovaio a produrre follicoli e a far maturare la cellula uovo. Le controindicazioni principali, con l’eccezione di quelle relative alla componente estrogenica sopra menzionate, restano le stesse: tumori ormono-dipendenti, epatiti acute o croniche, tromboflebiti in atto. I due grandi vantaggi sono l’alta efficacia e la durata triennale: se sua figlia è convinta, la incoraggi a metterlo senza indugi!
Prevenire e curare – Quando va inserito l'impianto contraccettivo?
- Il bastoncino va inserito dal ginecologo entro i primi cinque giorni del ciclo, se la donna non ha assunto alcun altro tipo di contraccettivo orale nel mese precedente
- Se la donna assume la pillola, il bastoncino va collocato subito dopo aver terminato la confezione del contraccettivo che sta utilizzando
- Nel caso dell’anello o del cerotto, il posizionamento deve avvenire il giorno in cui vengono rimossi
- In caso di spirale medicata, l’inserimento va compiuto nel giorno in cui viene tolta la spirale
- Se la donna assume la pillola, il bastoncino va collocato subito dopo aver terminato la confezione del contraccettivo che sta utilizzando
- Nel caso dell’anello o del cerotto, il posizionamento deve avvenire il giorno in cui vengono rimossi
- In caso di spirale medicata, l’inserimento va compiuto nel giorno in cui viene tolta la spirale
Efficacia contraccettiva Impianto contraccettivo sottocutaneo