Gaia S. (Bologna)
Sullo scenario decisionale ci sono due considerazioni. Innanzitutto, in gravidanza la donna ha un sistema immunitario “frenato”, per non attaccare il bambino che per il 50% è immunologicamente estraneo, in quanto porta il 50% dei geni del papà. Per questo si dice che dal punto di vista immunitario il feto è un “allotrapianto”. La conseguenza pratica è che la donna è più vulnerabile alle infezioni, anche virali. La seconda è che le due altre forme di infezione da Covid (SARS-CoV-1 e la mediorientale) avevano mostrato una feroce aggressività in gravidanza.
Le evidenze attuali ci dicono che:
1. le donne in gravidanza hanno effettivamente un rischio più alto di contrarre il virus;
2. i sintomi più frequenti sono febbre alta e tosse, correlati a riduzione del numero dei globuli bianchi, i nostri soldati decimati sui diversi fronti della battaglia col virus, ed elevata proteina C reattiva, un indicatore dell’intensità della battaglia contro il Covid-19;
3. le donne in gravidanza hanno forme di Covid-19 più severe rispetto alle donne non gravide, tra cui polmoniti gravi, necessità di ricovero in unità di cura intensiva/rianimazione, e anche aumentato rischio di morte perinatale del piccolo;
4. se contratto nei primi mesi, il Covid-19 non sembra aumentare il rischio di aborti spontanei; il rischio di parto prematuro e morte perinatale del piccolo sembra invece aumentare nelle donne ospedalizzate con le infezioni più severe;
5. il rischio di trasmissione verticale, ossia dalla mamma al piccolo durante la gravidanza è invece basso, intorno al 3,2%: la placenta sembra quindi essere in questo caso un discreto scudo protettivo;
6. in caso di seria infezione da Covid-19 è indicato usare il cortisone (che fra l’altro accelera anche la maturazione polmonare del bambino) e garantire una supplementazione di ossigeno affinché la saturazione resti al di sopra del 94-95%;
7. in caso di infezione modesta, si raccomanda di fare i controlli regolari;
8. per il parto, non ci sono indicazioni a fare un taglio cesareo di elezione, se non ci sono altri motivi specifici;
9. dopo il parto, la donna può allattare e tenere il bimbo vicino, usando con cura i gesti barriera.
In sintesi: data la possibilità di infezioni gravi o fatali, vaccinarsi è anche in gravidanza la misura più protettiva per sé e per il bambino che verrà. I serissimi problemi che il Covid-19 può causare in gestazione spiegano l’importanza di prevenirli con un’adeguata vaccinazione. Mille auguri di cuore.
Prevenire e curare – Anosmia post Covid
- Il recupero dell’olfatto si accelera quando la donna torna ad avere il ciclo, con tutto il correlato di ormoni sessuali che lo caratterizzano (estrogeni, progesterone e testosterone), grazie al loro effetto positivo sulla riparazione dei neuroni olfattivi lesi dall’infezione, come ho notato in diversi casi seguiti personalmente.
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