"Ho 25 anni e, nonostante sia un giovane sereno e senza particolari tabù, non ho mai fatto sesso con un ragazza senza esserne innamorato. E, da quell’ingenuo che sono, mi aspetto che anche la donna la pensi così. Mi sembra impossibile che una donna faccia sesso solo per attrazione fisica, per puro piacere, come molti maschi. O addirittura per trarne dei vantaggi! Invece non faccio altro che vedere eccezioni a questo principio. Un paio di ragazze mi hanno fatto capire, di recente, di essere disponibilissime a un’avventura senza impegni, senza sentimento. E i miei amici – figuriamoci! – si fanno in quattro per convincermi che le donne ormai sono emancipate e sono io che vivo fuori dal tempo. Lei cosa dice? Sono un moralista sorpassato o stiamo davvero superando ogni limite?".
Sergio B.
Sergio B.
Gentile signor Sergio, in effetti i tempi sono profondamente cambiati. E l’amore romantico, di cui lei parla, l’amore-passione in cui il rapporto fisico corona un sentimento intenso ed esclusivo è solo uno dei tanti motivi per cui anche le donne fanno sesso. Ma non faccia di ogni erba un fascio: ci sono ancora donne che si abbandonano solo quando c’è anche un’intesa autentica. Per loro, come per lei, il desiderio di intimità emotiva è la grande via per lasciarsi andare alla vertigine dei sensi. Il binomio “sesso amoroso” definisce proprio questo abbandonarsi all’erotismo con un grande slancio del cuore.
Ma ci sono anche molte donne che non lo fanno per amore...
Verissimo: lo fanno per altre ragioni, che possono cambiare nel corso del tempo e a seconda della relazione che stanno vivendo. Ma questo è vero oggi come ieri: quello che è cambiato, semmai, è la proporzione tra le diverse motivazioni, e anche la disinibizione con cui molte donne esibiscono le proprie. Va però tenuto presente che chi non lo fa per amore non persegue necessariamente un interesse venale.
Quali altri tipi di sesso esistono, oltre al "sesso amoroso"?
Una forma altrettanto tradizionale – oggi un po’ fuori moda – è certamente quella del “sesso procreativo”. In passato, a ben vedere, l’amore romantico non bastava a consentire a una donna “perbene” di avvicinarsi al sesso senza problemi: ci volevano anche il matrimonio e, poi, il desiderio di figli. Solo dall’incontro di queste tre variabili – ed entro questi precisi limiti – la donna poteva vivere la propria sessualità.
La vera rottura si ha, storicamente, con la “liberazione femminile” e l’avvento della contraccezione: la prima ha affermato la legittimità del sesso puramente ricreativo anche per le donne; il secondo le ha liberate dall’angoscia di gravidanze non desiderate. La progressiva laicizzazione della società ha ulteriormente accelerato la separazione tra amore ed erotismo. Da allora la corsa non si è più fermata: la domanda di piacere sensuale e sessuale, la consapevolezza di un “diritto” erotico che vada al di là dell’amore o dei figli, sono cresciute vertiginosamente, insieme all’ansia maschile di non essere all’altezza di una partner percepita come sempre più esigente. Ed è cresciuto anche il panico che il sentimento di inadeguatezza può provocare in entrambi i sessi.
La vera rottura si ha, storicamente, con la “liberazione femminile” e l’avvento della contraccezione: la prima ha affermato la legittimità del sesso puramente ricreativo anche per le donne; il secondo le ha liberate dall’angoscia di gravidanze non desiderate. La progressiva laicizzazione della società ha ulteriormente accelerato la separazione tra amore ed erotismo. Da allora la corsa non si è più fermata: la domanda di piacere sensuale e sessuale, la consapevolezza di un “diritto” erotico che vada al di là dell’amore o dei figli, sono cresciute vertiginosamente, insieme all’ansia maschile di non essere all’altezza di una partner percepita come sempre più esigente. Ed è cresciuto anche il panico che il sentimento di inadeguatezza può provocare in entrambi i sessi.
Quali rischi comporta il sesso puramente ricreativo?
Se le pulsioni di fondo sono sane, il sesso ludico, giocoso, tipicamente adolescenziale, fatto di di novità, di trasgressione, di divertimento, di complicità, di creatività emotiva, può benissimo continuare per tutta la vita senza comportare alcun rischio. Può invece sconfinare nel sesso “compulsivo” quando nasce non da un desiderio fisiologico ma come scarica delle tensioni interne che la persona non riesce ad affrontare correttamente sul terreno psichico. In questi casi si parla anche di “bulimia sessuale”: come la bulimia alimentare è un abboffarsi senza appetito, così il sesso compulsivo può dar luogo ad abbuffate sessuali senza desiderio. Una variante di questa situazione è rappresentata dal cosiddetto sesso “riparativo”, o consolatorio, in cui il bisogno nasce da motivazioni non sessuali (ansia, tristezza, solitudine, noia).
E quando il sesso diventa strumentale?
Si tratta purtroppo di un fenomeno in crescita esponenziale: nasce per motivazioni diverse dall’amore, dalla procreazione, dal divertimento e dalla consolazione, ed è finalizzato a ottenere vantaggi diretti o indiretti di ordine economico, professionale, relazionale. Qualcuno lo definisce addirittura come una forma velata di prostituzione: molto spesso di fatto lo è, anche se l’uso consapevole del proprio corpo, la scelta libera del partner, la mancanza di coercizioni ne fanno una realtà abbastanza diversa dalla prostituzione in senso stretto.
Personalmente, e a differenza di lei, gentile signor Sergio, credo che sia bello che le donne possano vivere il sesso con libertà, per il puro gusto di una vertiginosa attrazione fisica, e anche per consolazione. Sono invece molto più critica su questa epidemia di sesso strumentale, che sarà anche una conquista, come molti sostengono, ma a me, come a lei, lascia un po’ di tristezza.
Personalmente, e a differenza di lei, gentile signor Sergio, credo che sia bello che le donne possano vivere il sesso con libertà, per il puro gusto di una vertiginosa attrazione fisica, e anche per consolazione. Sono invece molto più critica su questa epidemia di sesso strumentale, che sarà anche una conquista, come molti sostengono, ma a me, come a lei, lascia un po’ di tristezza.
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