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Dolore al seno e patologie benigne della mammella

10/01/2017

Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica
H. San Raffaele Resnati, Milano

“Ho 39 anni e da qualche mese ho notato un netto peggioramento dei sintomi premestruali. In particolare, è peggiorato il dolore al seno che mi crea una notevole ansia: può indicare un rischio aumentato di tumori al seno? Che esami mi consiglia? Ci sono terapie serie che mi possano aiutare?”.
Alberta D. (Aosta)
Gentile signora, la tranquillizzo subito: il dolore al seno (mastodinia), soprattutto premestruale e quindi ciclico, è conseguenza di squilibri ormonali. Non è un fattore di rischio per il cancro che si manifesta invece in modo molto diverso, con un nodulo duro alla palpazione, non dolente, e aderente sui piani superficiali e profondi.
La ciclicità di questo tipo di dolore mammario è legata alla grande dinamicità del tessuto mammario sia durate il ciclo mestruale, sia nell’arco della vita.

Ormoni e salute del seno

La struttura ghiandolare della mammella è in continua evoluzione ed involuzione, per tutto l’arco della vita della donna, per effetto di diversi ormoni. I più importanti sono:
- l’ormone della crescita (Growth Hormone): alla pubertà fa crescere la ghiandola mammaria (telarca) insieme all’ormone deidroepiandrosterone (DHEA);
- gli estrogeni stimolano la proliferazione delle cosiddette “unità terminali dotto-alveolari” (TDLU, Terminal Duct-Lobular Unit), ossia le strutture base della ghiandola mammaria;
- il progesterone, prodotto nella seconda metà del ciclo, dopo l’ovulazione, le fa differenziare;
- la prolattina, che aumenta in gravidanza, accresce la proliferazione degli alveoli e li prepara a produrre il latte;
- l’ormone tiroideo aumenta la risposta alla prolattina.
Si tratta quindi di un concerto ormonale a più voci. Il dolore compare quando si perde l’armonia. Nello specifico, quando la produzione del progesterone, nella seconda metà del ciclo, è inadeguata per durata (“fase luteale breve”, se viene prodotto per meno di 12 giorni) o per quantità, si crea uno squilibrio tra produzione di liquido negli alveoli e nello spazio interstiziale tra un alveolo e l’altro, e il suo riassorbimento. Questo causa ristagno di liquidi negli alveoli, con tendenza alla formazione di cisti temporanee, di edema o gonfiore della ghiandola mammaria, con dolore ciclico. Quando il livello di estrogeni cala, prima del ciclo, l’eccesso di liquidi viene riassorbito, la mammella si sgonfia e il dolore scompare, salvo ripresentarsi il mese successivo.
Quando gli squilibri ormonali si ripetono ad ogni mese, creano uno stato infiammatorio della mammella e possono favorire alterazioni delle diverse componenti del tessuto mammario, tra cui le cellule dei dotti e degli alveoli, oltre che dei tessuti di sostegno (“stromali”) , contribuendo alla comparsa delle cosiddette “patologie benigne della mammella”.

Che cosa sono le patologie benigne della mammella?

Si tratta di patologie benigne che interessano il 50-60% della popolazione. Considerando che le donne tra i 20 e i 50 anni, in Italia, sono oltre 12.599.000, ne emerge che oltre 5.000.000 soffrono di dolore al seno!
Esistono tre tipi di dolore al seno, con diversa prevalenza nelle donne:
- il 40% presenta un dolore ciclico, che fa parte della sindrome premestruale, come nel suo caso;
- il 33% presenta un dolore di altro genere: per esempio, di tipo muscolare, anche da trauma sportivo, o da sforzo, da contusione, o da infiammazione delle articolazioni condrosternali, ossia poste tra le coste e lo sterno;
- il 27% presenta un dolore non ciclico.
Il fibroadenoma, che si presenta come un nodulo mobile sui piani superficiali e profondi, ha un picco di incidenza intorno ai vent’anni. La mastopatia fibrocistica, invece, “figlia” di ripetuti squilibri ormonali e di predisposizione genetica, tende invece ad aumentare con l’età, con un picco tra i 40 e i 50 anni. Si tratta quindi di alterazioni molto frequenti nella popolazione femminile. Alla valutazione istologica, per esempio dopo una biopsia al seno, le lesioni benigne del seno includono alterazioni:
- del tessuto di sostegno (stroma), con una reazione infiammatoria aspecifica, infiltrato di linfociti, che sono cellule di difesa, e fibrosi;
- delle cellule che rivestono la parete interna dei dotti e degli alveoli del tessuto mammario, con iperplasia e atrofia;
- con modificazioni fibro-cistiche: il seno diventa gonfio e con “placche” più dense che si apprezzano chiaramente anche alla palpazione.
Queste lesioni sono caratterizzate in tre gruppi:
- lesioni non proliferative;
- lesioni proliferative senza atipia;
- lesioni proliferative con atipia: quest’ultimo tipo può negli anni evolvere verso il tumore maligno.
Quindi il dolore da solo è conseguenza di semplici alterazioni ormonali. Se a queste si associano alterazioni istologiche del tessuti mammario progressivamente aggressive, ecco che possono comparire placche mastosiche, non più funzionali ma organiche, ossia associate all’alterazione tessutale.

Incidenza delle patologie del seno

- 30%: seno sano, senz’alcuna alterazione
- 40%: modificazioni fibrocistiche
- 13%: lesioni diverse di tipo benigno
- 7%: fibroadenoma
- 10%: cancro

Come è possibile ridurre il dolore al seno?

Con due strategie:
- stili di vita sani: sport (camminare veloci per ridurre peso, se sovrappeso od obese, infiammazione e/o squilibri ormonali che contribuiscono alle patologie benigne del seno; ridurre lo stress (perché aumenta l’infiammazione), il fumo (perché è cancerogeno) e l’alcol (perché aumenta il rischio di tumori maligni del seno); dieta ipocalorica, povera di grassi, ricca di frutta e verdura; sonno adeguato;
- con compresse di mioinositolo, che facilita la respirazione cellulare e riduce l’infiammazione delle cellule mammarie, insieme a vitamine che ottimizzano il metabolismo cellulare.
In caso di dolore ciclico mammario che si ripete ad ogni mese, è bene rivolgersi al ginecologo curante per la visita, fare un’ecografia mammaria, valutare bene la lesione e, se benigna, scegliere la terapia più appropriata.

Fattori che predispongono alle patologie del seno

- Fattori riproduttivi: lunga durata del periodo fertile, prima mestruazione (“menarca”) precoce, menopausa tardiva, il non aver avuto figli, prima gravidanza a termine dopo i 30 anni, mancato allattamento al seno
- Fattori dietetici e metabolici: elevato consumo di alcol e grassi animali, basso consumo di fibre vegetali, obesità, sindrome metabolica, scarsa attività fisica e diete ipercaloriche ricche di grassi e carboidrati semplici: sono tutti fattori modificabili con stili di vita sani!
- Fattori genetici e ambientali: pregressa radioterapia; precedenti displasie o neoplasie mammarie; familiarità ed ereditarietà

Alcol Alimentazione e dieta Carcinoma mammario Fibroadenoma Fumo Infiammazione Inositoli Mastodinia / Dolore e tensione al seno Mastopatia fibrocistica Patologie benigne della mammella Sindrome premestruale Sport e movimento fisico Stili di vita Stress

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