Carla C. (Forlì)
Il problema si complica con una componente “biomeccanica”, quando i muscoli che circondano la vagina si contraggono e si accorciano, per la carenza di ormoni, restringendo l’entrata vaginale. Disturbo maggiore se la donna non ha avuto figli, o li ha avuti solo con taglio cesareo, o se fa eccessive contrazioni di adduttori, addominali bassi e muscoli del pavimento pelvico, con yoga o pilates. Le microabrasioni della mucosa vaginale, causate da rapporti in condizioni di secchezza, causano poi infiammazione e ulteriore dolore.
Per recuperare un’intimità felice, la strategia di cura efficace prevede di:
1) ridurre la componente biomeccanica, che causa più del 50% del dolore: con fisioterapia, esercizi di respirazione diaframmatica e diazepam vaginale, su prescrizione medica, per breve periodo;
2) migliorare la lubrificazione: ottimo l’ospemifene, quando la donna ha completato le cure con gli inibitori delle aromatasi o il tamoxifene. L’ospemifene non è un ormone e non diventa un ormone. Continua a proteggere la mammella ma, diversamente dal “cugino” tamoxifene, dà una buona lubrificazione vaginale;
3) ottimizzare il recupero funzionale dei tessuti genitali con ossigeno-terapia, associata ad acido ialuronico, oppure con laser, o staminali;
4) curare in parallelo l’infiammazione dell’entrata vaginale (vestibolite vulvare), se presente, e usare sempre un lubrificante vaginale protettivo. Utili i probiotici locali.
Con competenza clinica e appropriata personalizzazione della strategia di cura, potrà ben assaporare questo regalo della vita. Auguri!
Pillole di salute
(RM, Milano)
Fa bene a preoccuparsi. I rischi degli anabolizzanti nei giovani includono: danni alla fertilità, per soppressione del testosterone prodotto dai testicoli e impoverimento dello sperma; acne, caduta dei capelli e ingrossamento delle mammelle (ginecomastia); nel lungo termine, disfunzioni sessuali, rischi metabolici e cardiovascolari, fra cui ipertensione. Parli con chiarezza a suo figlio. Se il dubbio fosse confermato, vi consiglio di consultare un endocrinologo competente in medicina dello sport.
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