Anna Maria F. (Sassari)
“Riprendersi la vita” in un senso più ampio – emotivo, affettivo ed esistenziale – è un progetto che va oltre la possibilità di fare cure ormonali. Vale per tutte le donne che hanno avuto un tumore, non sempre del tutto eliminabile con la chirurgia, la chemioterapia o la radioterapia. E’ un percorso parallelo rispetto alle terapie oncologiche, per cercare di stare meglio per il tempo che a ognuno di noi viene dato. E ha due grandi pilastri: migliorare l’energia e l’amore che viene da relazioni personali più significative, e praticare con costanza stili di vita sani.
Fare squadra per potenziare energia e affetti
Il fare squadra insieme tra donne che hanno affrontato un tumore è il primo passo efficace contro la solitudine, che altrimenti deprime l’umore e il sistema immunitario, il nostro esercito, così importante nell’aiutarci a sconfiggere la malattia. Il rispecchiarsi in altre donne che hanno vissuto e patito in profondità un’esperienza così traumatica e complessa aiuta a sentirsi comprese e “Mai più sole contro il tumore”, come ben dice il nome dell’Associazione che mi ha invitata a Cagliari a tenere il corso per i professionisti della salute, e l’incontro con le donne.
Nello stesso tempo, confrontarsi con persone che sono riuscite a mettersi il tumore alle spalle perché completamente guarite, e condividere le strategie anche esistenziali che le hanno aiutate a riprendersi in mano la vita, meglio di prima, è lo stimolo e l’aiuto più efficace contro la depressione, lo stress, l’angoscia di sentire i giorni fuggire via nella nostalgia e nella malinconia.
Squadra insieme alle altre donne, perché condividere un’esperienza traumatica può aiutare a reclutare energia e motivazione per non arrendersi, per combattere, per cercare insieme nuove vie di speranza e di luce. Dare parole al dolore, alla sofferenza, alla paura e alla speranza può far intuire percorsi di vita più soddisfacenti e strategie di stile di vita e psicoemotive più efficaci in risposta al tumore.
Squadra insieme a medici e psicologi motivati a coniugare competenza clinica e capacità di empatia, tempo di ascolto e attenzione a coinvolgere nelle cure la donna, e non solo il suo corpo o il suo organo malato, e la sua famiglia.
Squadra insieme alle volontarie, il grande cuore del nostro Paese, capaci di dare più senso alla propria vita grazie all’aiuto donato a persone in grande difficoltà, con generosità di tempo e di energia.
Squadra insieme anche per praticare quegli stili di vita che sono il primo strumento di prevenzione dei tumori, ma anche delle loro recidive. E che, in sinergia con la squadra degli affetti buoni, aiutano a riprendersi la vita.
Ridurre stress e infiammazione per aumentare le difese
Attenzione all’alimentazione: scegliere cibi più sani da assaporare come premio aiuta a migliorare l’efficacia alleata del nostro microbiota, a restare in peso forma e migliorare l’umore.
Vitamina D e integratori ben scelti, come l’acido alfa-lipoico e la palmitoiletanolamide, su prescrizione medica, potenziano ulteriormente le difese. In sinergia con l’attività fisica aerobica quotidiana e all’alimentazione più sana, contribuiscono a ridurre l’infiammazione e il rischio di recidive, mentre migliorano la sensazione di energia e di benessere fisico ed emotivo.
Partner e famiglia sono preziosi per aiutare la donna a riprendersi la vita. Ottimo camminare insieme conversando e ammirando la bellezza della natura che ci circonda, anche un piccolo fiore, il cielo, un volo di rondini, una farfalla colorata, perché aiuta a sentirsi meglio anche dal punto di vista emotivo. E’ la ricerca della “bellezza della vita che cura”.
Infine aiuta molto aprire con curiosità il cassetto dei sogni: per ridare scopi nuovi ai propri giorni. Il gusto di realizzarli aumenta la motivazione a reagire e diventa uno scudo condiviso ed efficace per sentirsi meglio. Così ogni giorno può essere vissuto con più luce e intensità.
Primo antidoto anti-tumori: attività fisica all'aperto
- Camminare alla luce è prezioso perché la migliore alternanza luce-buio (invece di stare tutto il giorno in penombra in casa) migliora i nostri bioritmi. Più recuperiamo l’armonia ritmica del corpo, dalle micropulsazioni delle cellule ai grandi bioritmi giornalieri della veglia e del sonno, dell’appetito e della sazietà, della pressione e dei battiti del cuore, più recuperiamo energia e salute. Per chi si sente stanca, meglio brevi tragitti alternati a pause, e sedersi fuori al sole del mattino, per gustare la luce che cura e migliorare l’umore.
- L’attività aerobica migliora l’utilizzo periferico dell’insulina e riduce il rischio di diabete e obesità, che predispongono a infiammazione e tumori (oltre a ipertensione e infarto).
- La luce naturale tiene bassa la produzione di melatonina durante il giorno, e ne consente il fisiologico, sano aumento di notte, migliorando sia la qualità del sonno, sia la competenza immunitaria.
Il movimento fisico, inoltre:
- migliora l’attività del microbiota, l’insieme dei microrganismi che ci abitano e che dovremmo tenerci alleati nella lotta alle malattie;
- consente di ridurre lo stress e l’iperattivazione del sistema di allarme, perché scarica le tensioni negative nel modo più fisiologico e protettivo per la salute;
- aumenta la produzione di endorfine, le molecole della gioia, di serotonina e di dopamina, che alzano la soglia del dolore riducendone quindi la percezione, perché agiscono da analgesici interni, mentre migliorano la sensazione di benessere fisico ed emotivo.
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