«Mia nonna mi ha detto che la legge su “Oggi” da vent’anni: la mia età! Mi ha detto: scrivile, vedrai che ti risponde. Il mio problema è questo: i ragazzi che mi piacciono non mi guardano. E quelli che mi guardano non piacciono a me. Quindi non ho mai avuto un ragazzo e sono ancora vergine. Le mie amiche hanno già rapporti da cinque-sei anni. Sono rimasta l’unica. Perché quelli che mi piacciono non mi guardano? La mia amica dice che dovrei truccarmi di più, essere più sexy e che faccio troppo la difficile. “Bevi un po’ e buttati! Se non ti butti resterai vergine a vita! Non sai cosa ti perdi!”. Ma io non riesco proprio a buttarmi se uno non mi piace: dove sbaglio? E poi mi fa schifo toccarmi…».
Caterina, l’anormale
Caterina, l’anormale
Caterina cara, non sbagli e non sei affatto anormale: anzi, in un modo di conformisti pseudo-originali, viva il coraggio di essere se stesse. E viva la differenza: se uno non ti piace fai benissimo a non buttarti. A buttarsi (via) c’è sempre tempo. Il sesso è bello – anche senza amore – se c’è tanta attrazione fisica, quella voglia di pelle e di baci che mette allegria e fa sentire più vivi, a tutte le età. Ma fare per fare, per togliersi il pensiero della verginità, se uno nemmeno ti piace, no. Per dirla tutta: mi sembra una violenza. Un abuso verso te stessa. Ancor più se dovessi bere per riuscire a farlo. Ma che senso ha? Meglio aspettare. Uno slancio di desiderio vero, un brivido di eccitazione e di piacere nella vita amorosa ci vuole, almeno per cominciare con il gusto giusto.
Il punto tuttavia è un altro, Caterina. Perché quelli che ti piacciono non ti guardano e ti guardano quelli che non ti piacciono? Queste cose non succedono a caso. Questo è l’aspetto della tua storia che contiene la chiave per uscire dall’impasse. L’inconscio, che è molto furbo e sottile, ci mette del suo. Questo tipo di combinazione amorosa – innamorarsi di chi non ci guarda e non provare nulla per chi ci desidera – è tipica dell’adolescenza, quando c’è paura dell’intimità. L’alfabeto amoroso viene allora acquisito con uno stratagemma efficace: innamorarsi di chi non ci corrisponde. Si inizia così a frequentare i sentimenti, anche intensi, i sogni, le fantasie e le emozioni d’amore, senza ancora mettersi in gioco. Spesso capita, in parallelo, di scoprire anche il piacere fisico da sole, proprio attraverso sogni eccitanti, anche non esplicitamente erotici, come mi hai scritto nella tua lunga email. In altre parole, stai vivendo con tempi più lunghi due fasi iniziali, e ricche di sfumature emotive, della vita amorosa, oggi spesso bruciate dall’urgenza di “fare sesso” solo perché tutti lo fanno, e chi c’è, c’è.
Semmai, l’aspetto più critico è quel «Non mi sono mai toccata perché mi fa schifo». Lì sta il punto vero (che non si risolverebbe affatto “bevendo e buttandosi”). Cosa puoi fare? Cerca di sentire e di capire che cosa ti dia davvero fastidio. Pensa che il contatto con il tuo corpo è un’esperienza bella, sana e normale. Comincia magari a farlo proprio durante questi primi sogni eccitanti e segreti. Se pian piano ti accorgi che il tuo corpo è il tuo migliore amico e può darti già da sola piaceri squisiti, è naturale passare dalle sensazioni di rifiuto per la sessualità al desiderio (la favola del principe ranocchio lo dice benissimo). Se invece la sola idea del contatto con il tuo corpo ti continua a disturbare, è indicata una psicoterapia, meglio se con ginecologa-sessuologa, se ci fosse un vaginismo, un problema sessuale (ben risolvibile) caratterizzato proprio dalla fobia dell’intimità e dall’impossibilità fisica ed emotiva al rapporto.
E allora, Caterina: la scorciatoia del bere, oggi così diffusa, complica i problemi, non li risolve affatto. Meglio affrontare le difficoltà fisiche ed emotive, anche sessuali, per superarle consapevolmente, fino a sentirti libera di innamorarti di chi ti corrisponde. Un saluto alla nonna!
Il punto tuttavia è un altro, Caterina. Perché quelli che ti piacciono non ti guardano e ti guardano quelli che non ti piacciono? Queste cose non succedono a caso. Questo è l’aspetto della tua storia che contiene la chiave per uscire dall’impasse. L’inconscio, che è molto furbo e sottile, ci mette del suo. Questo tipo di combinazione amorosa – innamorarsi di chi non ci guarda e non provare nulla per chi ci desidera – è tipica dell’adolescenza, quando c’è paura dell’intimità. L’alfabeto amoroso viene allora acquisito con uno stratagemma efficace: innamorarsi di chi non ci corrisponde. Si inizia così a frequentare i sentimenti, anche intensi, i sogni, le fantasie e le emozioni d’amore, senza ancora mettersi in gioco. Spesso capita, in parallelo, di scoprire anche il piacere fisico da sole, proprio attraverso sogni eccitanti, anche non esplicitamente erotici, come mi hai scritto nella tua lunga email. In altre parole, stai vivendo con tempi più lunghi due fasi iniziali, e ricche di sfumature emotive, della vita amorosa, oggi spesso bruciate dall’urgenza di “fare sesso” solo perché tutti lo fanno, e chi c’è, c’è.
Semmai, l’aspetto più critico è quel «Non mi sono mai toccata perché mi fa schifo». Lì sta il punto vero (che non si risolverebbe affatto “bevendo e buttandosi”). Cosa puoi fare? Cerca di sentire e di capire che cosa ti dia davvero fastidio. Pensa che il contatto con il tuo corpo è un’esperienza bella, sana e normale. Comincia magari a farlo proprio durante questi primi sogni eccitanti e segreti. Se pian piano ti accorgi che il tuo corpo è il tuo migliore amico e può darti già da sola piaceri squisiti, è naturale passare dalle sensazioni di rifiuto per la sessualità al desiderio (la favola del principe ranocchio lo dice benissimo). Se invece la sola idea del contatto con il tuo corpo ti continua a disturbare, è indicata una psicoterapia, meglio se con ginecologa-sessuologa, se ci fosse un vaginismo, un problema sessuale (ben risolvibile) caratterizzato proprio dalla fobia dell’intimità e dall’impossibilità fisica ed emotiva al rapporto.
E allora, Caterina: la scorciatoia del bere, oggi così diffusa, complica i problemi, non li risolve affatto. Meglio affrontare le difficoltà fisiche ed emotive, anche sessuali, per superarle consapevolmente, fino a sentirti libera di innamorarti di chi ti corrisponde. Un saluto alla nonna!
Pillole di salute
«Non riesco a restare incinta perché ho le tube chiuse e dovrò fare la procreazione assistita. Colpa del fatto che anni fa ho preso la clamidia, come dice il ginecologo?».
Marina S.
E’ molto probabile: ecco perché usare sempre il profilattico protegge salute e fertilità dalle infezioni trasmesse per via sessuale, che le minano, anche anni dopo il rapporto a rischio.
«Ho un problema che mi imbarazza da morire: perdo urina durante il rapporto! Cosa posso fare?».
Rina T.
L’incontinenza da sforzo è la causa più frequente, se la perdita succede durante i movimenti di penetrazione. L’incontinenza da urgenza si associa invece più frequentemente all’orgasmo. Il primo passo per la diagnosi differenziale è un esame urodinamico, con successiva visita urologica, per le cure del caso.
Marina S.
E’ molto probabile: ecco perché usare sempre il profilattico protegge salute e fertilità dalle infezioni trasmesse per via sessuale, che le minano, anche anni dopo il rapporto a rischio.
«Ho un problema che mi imbarazza da morire: perdo urina durante il rapporto! Cosa posso fare?».
Rina T.
L’incontinenza da sforzo è la causa più frequente, se la perdita succede durante i movimenti di penetrazione. L’incontinenza da urgenza si associa invece più frequentemente all’orgasmo. Il primo passo per la diagnosi differenziale è un esame urodinamico, con successiva visita urologica, per le cure del caso.
Adolescenti e giovani Avversione sessuale Prima volta Rapporti sessuali Verginità