EN

Giovani: rendiamo visibile l’amore per la Terra

Giovani: rendiamo visibile l’amore per la Terra
20/01/2020

Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica
H. San Raffaele Resnati, Milano

«Mamma, ti voglio bene!». «Anch’io tesoro, tantissimo». La donna guarda la bambina, con tenerezza e un gran sorriso. Aggiunge, guardandola intensa: «Ma cosa fai per dimostrarmelo? L’amore si deve vedere…». Parole sante di una mamma affettuosa e pragmatica: se voglio bene, se amo, dovrei esprimere il mio amore con i fatti, in tutte le sue declinazioni.
«Ah, Greta Thunberg. Che mito! Quella sì che è tosta! Vuol cambiare il mondo! Ah, se fossi lei…», sospira la quindicenne guardando un’intervista alla televisione. «Giulia, vuoi fare come Greta?», dice il padre, che è lì con lei. «Comincia a non lasciare aperte tutte le luci quando ti sposti da una stanza all’altra! Non dimenticare aperto il rubinetto dell’acqua quando ti lavi i denti. Non riempirti il piatto e poi buttare via mezza porzione. Non pretendere che in casa ci siano 25 gradi, per non metterti una maglia…». «Uffa, papà, cosa c’entra?”. «C’entra eccome, Giulia. Sono i piccoli cambiamenti concreti che possono fare le grandi rivoluzioni. Perché non convinci i tuoi amici, e cominciate a ripulire una piazza? Mi piacerebbe vedervi fare qualcosa di concreto, invece che andare in piazza a manifestare lasciando le strade come immondezzai… Qualcosa di concreto, Giulia, con i fatti». «Temo siano parole al vento», mi dice poi il padre: «Tutti ecologisti per moda».
La giovane Greta ha fatto sentire ecologisti milioni di giovani nel mondo. Chiedono grandi cambiamenti per il clima, grandi accordi internazionali. Ma quanto è cambiata l’assunzione personale di responsabilità verso la Terra che dicono di amare? Quanto dimostrano individualmente questo amore? Purtroppo lo esigono dagli adulti e non lo chiedono a se stessi. Anche per l’errore educativo di essere stati abituati a ottenere tutto senza sforzo, senza impegnarsi per poterlo avere. I cambiamenti pragmatici, che rivelano consapevolezza e assunzione matura di responsabilità, ossia capacità di rispondere in prima persona delle proprie azioni, non si vedono, con rare eccezioni. Anzi, alcuni segnali dagli esiti tragici sono di segno opposto: la polizia australiana ha fermato in flagrante più di duecento persone, di cui oltre quaranta minorenni, che hanno appiccato il fuoco in un continente già straziato da incendi devastanti: «Per vedere l’effetto che fa la Terra che brucia», come ha detto una ragazza arrestata. La vita non è un film. Il bilancio ancora provvisorio degli incendi australiani è drammatico: 26 morti, case distrutte, regioni immense ridotte in cenere, agricoltura in ginocchio, milioni di animali uccisi dal fumo e dal fuoco, bruciati vivi. E quelli che non lo sono, moriranno per le ustioni, per la carenza di cibo e d’acqua nelle terre devastate. Piromani? Cosa c’è, un’epidemia di piromani? Basta con le etichette giustificazioniste. Si tratta piuttosto di irresponsabili, crudeli e sadici, che causano disastri irreparabili di proporzioni immani. Quanto dolore causano, alle persone che muoiono e a quelle che sopravvivono, alle famiglie devastate, che hanno perso tutto? Quanto dolore negli animali agonizzanti e nelle piante, che pure hanno un loro sentire? Quanto inquinano l’aria questi incendi, più vasti di quelli che hanno devastato l’Amazzonia la scorsa estate? Sono solo ragazzi stupidi, dice qualcuno. Stupidi? Sono assassini: hanno ucciso vite umane, ma anche la vita della Terra in tutte le sue forme, animali e piante. Non si scherza, col fuoco. A scuola facciamo vedere le immagini dei koala ustionati, dei boschi devastati, dei canguri morti. Chiediamo ai nostri figli, a casa e a scuola, cosa proverebbero se la loro casa fosse devastata e distrutta da incendi dolosi “per vedere l’effetto che fa”. Come si sentirebbero a perdere un amico o il loro animale preferito nel fuoco di un incendio causato da persone irresponsabili o “annoiate”.
Il principio dell’empatia, e quindi dell’etica, è immedesimarsi nelle emozioni e nel dolore dell’altro: «Tu, come stai? Come ti senti?». Come può sentirsi una persona, o un animale, quando tutto brucia? Bisogna educare all’empatia, invece di coltivare l’egoismo strumentale, segno inquietante del nostro tempo. L’amore per la Terra si deve vedere: rendiamolo visibile, in ogni gesto individuale. Insegniamolo ai bambini con l’esempio, prendendoci cura di questo fragile e vulnerabile mondo. Chiediamoci, rispondendo con onestà, almeno a noi stessi: quanto noi adulti siamo coerenti e concreti nel rispettare, proteggere e amare la Terra che ci ospita?

Adolescenti e giovani Ambiente, natura e animali Clima, inquinamento ed ecologia Riflessioni di vita

Iscriviti alla newsletter

Rimani aggiornato su questo e altri temi di salute e benessere con la nostra newsletter quindicinale

Iscriviti alla newsletter