Pensate che Petrarca avrebbe passato la vita a scrivere sonetti, se la sua adorata Laura l’avesse sposata? M’è tornata in mente, questa domanda fondamentale sull’effetto (quasi sempre) narcotico che l’abitudine coniugale ha sull’erotismo e il desiderio, leggendo il capitolo su “Le amanti” di un libro sfaccettato, appena uscito in libreria: “Gli specchi dell’eros maschile” di Jole Baldaro Verde e Roberto Todella (Raffaello Cortina Editore, 2005). Lei decana della sessuologia italiana, coltissima e vivace (tre lauree, en passant, di cui una in medicina), ginecologo con una solida formazione sessuologica lui. Entrambi appassionati di letteratura e di cinema, oltre che di psicologia, ripercorrono il mondo dell’erotismo maschile contemporaneo con continui rimandi alla letteratura e alla mitologia, ma anche a quel caleidoscopico specchio del mondo contemporaneo che è il cinema. Per il lettore adulto, un’occasione per un piacevole interrogarsi sul “chi sono” sessuale. E anche un viaggio per ripercorrere la propria educazione sentimentale, muovendosi proustianamente tra ricordi evocati, tentazioni più o meno soddisfatte, solide, o inquiete, certezze, curiosità inespresse e sottili rimpianti. Per la lettrice, un’occasione curiosa per capire un po’ meglio la diversità e la complessità dell’erotismo maschile, e anche il proprio, visto che gli specchi dell’erotismo maschile sono soprattutto, ma non solo, le donne. Il linguaggio è colloquiale, la riflessione è posta con garbo e anche le citazioni autorevoli compaiono con la lievità di una conversazione volutamente semplice.
Eros, dicono i nostri autori, è figlio del desiderio le cui voci sono il sogno, la distanza, la fantasia e l’attesa. L’amante sembra dunque incarnare la figura femminile ideale per indurre lo slancio sessuale e il sogno amoroso, nel quale ritrovare eros e affetto: un sogno così perfetto da portare spesso a spezzare un legame già esistente per inseguire la nuova luce… Luce destinata spesso ad attenuarsi se costretta anch’essa a illuminare una scena domestica fatta di abitudine e vita quotidiana. L’amante, quindi, non ripropone i ruoli maschili tradizionali, ma offre ad un solo uomo, diversamente dalle prostitute, un piacere particolare: la condivisione di passione e affetto. In questa prospettiva, l’amante rappresenta uno specchio ideale dell’eros. L’amante si pone quindi tra due figure istituzionalizzate, la moglie e la prostituta, in modo, rispettivamente, formale e informale. E se l’amante, nei secoli specchio costante dell’uomo, è un lui o un trans? Anche qui le ragioni sono molteplici: lascio la loro scoperta al gusto della lettura. Il paradiso perduto della coppia innamorata, che si infrange sugli scogli del quotidiano, viene creduto di nuovo possibile nello spazio della trasgressione, o, più profondamente, di una ricerca di sé che segue strade fino a pochi anni fa impensabili. Ma allora cos’è, questo libro, un elogio del tradimento? No: descrive e cerca di dare una spiegazione e un senso al mondo magmatico dei desideri, delle pulsioni e dell’eros, che per definizione non ama né la stabilità, né la prevedibilità. Fatto che può dispiacerci, che cerchiamo di controllare o negare, ma che è lì, con la sua forza minacciosa, specie negli uomini che anche biologicamente hanno una pulsione erotica più forte.
L’apparenza di una sessualità libera e appagante per tutti pervade in molti modi la nostra vita pubblica e privata. L’eros tuttavia, dicono gli autori, non è affatto una conquista recente: non diversamente dal passato, resta un privilegio per pochi. Per millenni è stato per lo più appannaggio degli uomini, con la maggioranza delle donne, limitate o appagate nel ruolo materno, che tuttavia di quell’eros erano gli specchi variati. Oggi invece anche la donna cerca con decisione e curiosità la propria felicità sessuale. La coppia si trova allora ad affrontare nuovi percorsi, più esaltanti ma anche più difficili. Grazie all’autonomia economica e professionale, la donna nella coppia non cerca più come in passato, i “fattori di stabilità”, socioeconomica, religiosa e di status. Vorrebbe far durare i “fattori di felicità” che avevano contribuito a farla nascere: l’intimità, la passionalità e la progettualità, come diceva Sternberg, uno dei grandi ricercatori sulle dinamiche della coppia stabile. Le tentazioni abbondano, il cammino è incerto, la perdita dei fattori di stabilità rende più insidioso e arduo il terreno. E gli specchi dell’eros maschile, donne, uomini o trans, incrinati, appannati o luminosissimi come frammenti di vetro accesi da un raggio di sole, rendono la ricerca della coppia stabile, in cui Eros abiti felice, ardua (ma non impossibile) come la ricerca del Graal.
Eros, dicono i nostri autori, è figlio del desiderio le cui voci sono il sogno, la distanza, la fantasia e l’attesa. L’amante sembra dunque incarnare la figura femminile ideale per indurre lo slancio sessuale e il sogno amoroso, nel quale ritrovare eros e affetto: un sogno così perfetto da portare spesso a spezzare un legame già esistente per inseguire la nuova luce… Luce destinata spesso ad attenuarsi se costretta anch’essa a illuminare una scena domestica fatta di abitudine e vita quotidiana. L’amante, quindi, non ripropone i ruoli maschili tradizionali, ma offre ad un solo uomo, diversamente dalle prostitute, un piacere particolare: la condivisione di passione e affetto. In questa prospettiva, l’amante rappresenta uno specchio ideale dell’eros. L’amante si pone quindi tra due figure istituzionalizzate, la moglie e la prostituta, in modo, rispettivamente, formale e informale. E se l’amante, nei secoli specchio costante dell’uomo, è un lui o un trans? Anche qui le ragioni sono molteplici: lascio la loro scoperta al gusto della lettura. Il paradiso perduto della coppia innamorata, che si infrange sugli scogli del quotidiano, viene creduto di nuovo possibile nello spazio della trasgressione, o, più profondamente, di una ricerca di sé che segue strade fino a pochi anni fa impensabili. Ma allora cos’è, questo libro, un elogio del tradimento? No: descrive e cerca di dare una spiegazione e un senso al mondo magmatico dei desideri, delle pulsioni e dell’eros, che per definizione non ama né la stabilità, né la prevedibilità. Fatto che può dispiacerci, che cerchiamo di controllare o negare, ma che è lì, con la sua forza minacciosa, specie negli uomini che anche biologicamente hanno una pulsione erotica più forte.
L’apparenza di una sessualità libera e appagante per tutti pervade in molti modi la nostra vita pubblica e privata. L’eros tuttavia, dicono gli autori, non è affatto una conquista recente: non diversamente dal passato, resta un privilegio per pochi. Per millenni è stato per lo più appannaggio degli uomini, con la maggioranza delle donne, limitate o appagate nel ruolo materno, che tuttavia di quell’eros erano gli specchi variati. Oggi invece anche la donna cerca con decisione e curiosità la propria felicità sessuale. La coppia si trova allora ad affrontare nuovi percorsi, più esaltanti ma anche più difficili. Grazie all’autonomia economica e professionale, la donna nella coppia non cerca più come in passato, i “fattori di stabilità”, socioeconomica, religiosa e di status. Vorrebbe far durare i “fattori di felicità” che avevano contribuito a farla nascere: l’intimità, la passionalità e la progettualità, come diceva Sternberg, uno dei grandi ricercatori sulle dinamiche della coppia stabile. Le tentazioni abbondano, il cammino è incerto, la perdita dei fattori di stabilità rende più insidioso e arduo il terreno. E gli specchi dell’eros maschile, donne, uomini o trans, incrinati, appannati o luminosissimi come frammenti di vetro accesi da un raggio di sole, rendono la ricerca della coppia stabile, in cui Eros abiti felice, ardua (ma non impossibile) come la ricerca del Graal.