Quali i semafori rossi da rispettare in un’estate ancora più desiderata e sognata, dopo l’anno pesante lasciato in città? Innanzitutto, nessuna età è esente da rischi. Certo: i giovani, per natura e terremoto ormonale più promiscui, sono più a rischio di malattie sessuali. E tuttavia, anche la sessantenne pimpante, che per la prima volta assapora il rischio della trasgressione, dovrebbe ricordarsi che virus e batteri non guardano la carta d’identità. Così non cadrebbe dalle nuvole quando poi la ginecologa, nel controllo periodico autunnale, trova un Papillomavirus, un Herpes o peggio, che prima non c’erano stati mai: “Ma queste malattie non prendono solo i giovani?!”. No, prendono tutti, guarda un po’.
Purtroppo, con la complicità della luna, a molti capita di pensare: “Stasera mi diverto. E chi c’è, c’è”. Con lo spirito sperimentatore di chi vede la vita come una roulette amica, in cui il rischio è esaltante, ma non si concretizza mai. “Figurati se capita a me!”. E invece capita, soprattutto se si abbassa la guardia. Quindi, giovani e meno giovani: profilattico in tasca! E, genitori, mettete una bella confezione di profilattici nella valigia dei figli postpuberi, maschi o femmine che siano: con un bigliettino, “Just in case...”. Tranquilli: non è istigazione a delinquere, ma sano realismo. Sono troppi i genitori che pensano ai loro figli come bimbi, mentre questi sono già ipervispi e promiscui, e tornano a casa dopo l’estate con un mare di guai.
Secondo, l’alcol ha un effetto disinibente ed euforizzante molto più forte sul cervello femminile: è sufficiente che una donna beva uno o due bicchieri, non di più, per sentirsi su di giri, allegra, spiritosa. Il “social drinking”, il bere in compagnia, vede oggi le donne, giovani e meno giovani, in crescita esponenziale nell’uso dell’alcol come “facilitatore sociale”: per vincere la timidezza, per superare la sensazione di essere ai margini del gruppo e della serata, per sentirsi parte della compagnia, per vincere un’eccessiva riservatezza, per voglia di avventura, ma anche per zittire la vocina che dice: “Vai via, qui si mette male”; “Vai via, prima che ti succeda qualcosa di brutto...”.
Un social drinking ancora più frequente e a dosi più alte d’estate, con la complicità della luna (anche di luglio), della voglia di divertirsi e non pensare. Ed ecco il primo rapporto subìto e non scelto, di cui resta un ricordo deludente se non addiritura traumatico o tragico. Ecco la serata a ballare che si trasforma in un incubo, che poche poi osano denunciare. Ecco la guida spericolata, e l’incidente che può rovinare la vacanza o distruggere una o più vite. Ecco l’avventura dolceamara che lascia poi il cuore a pezzi e un rientro sotto il segno della depressione e delle somatizzazioni pesanti. Attenzione alle foto trasgressive nell’intimità, per scherzo, o per sembrare più disinibite di quel che si è. Possono diventare materia di ricatto, economico e non, anche pesante.
“Che fuffa”, diranno i lettori. “Ma allora se uno sta a pensare a tutto non si diverte più!”. Si può divertire, e molto, lo stesso, ma senza affidare la propria salute e la propria vita al destino d’agosto. Che, luna o no, può essere cinico e baro, quanto e più che negli altri mesi dell’anno, se ci consegniamo al caso e all’inquieto bisogno di essere irresponsabilmente felici, e pericolosamente autolesivi, andando dritti a tutti i semafori rossi.
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