Per noi adulti, in grande maggioranza con identità solidamente radicata, il profilo problematico dell’identità di un numero crescente dei giovani d’oggi è inquietante. Perché succede, innanzitutto? Tre grandi gruppi di fattori, che possono variamente interagire fra loro, sono considerati cardinali: fattori prenatali, innanzitutto; fattori post-natali, affettivi ed educativi; e fattori ambientali, sia di tipo psicosociale, sia di tipo chimico (per esempio, tossici ambientali, come gli “xenoestrogeni”, sostanze chimiche usate come pesticidi, insetticidi e così via, che alterano l’azione degli ormoni endogeni, estrogeni e androgeni).
A tutt’oggi è impossibile enucleare un’unica causa mentre è corretto alzare le antenne sui cambiamenti in atto, dalle conseguenze tanto complesse quanto imprevedibili. Identità incerta, o “fluida”, dunque. Non tanto, o non solo per fattori genetici, ma per alterazione dell’ambiente ormonale prenatale, quindi durante la gravidanza. Sappiamo oggi che quei nove mesi sono critici per la futura salute fisica e mentale, non solo del bambino, ma anche dell’adolescente e dell’adulto.
Una delle variabili più studiate riguarda gli androgeni, ossia gli ormoni maschili, essenziali per mascolinizzare il corpo e il cervello del feto che altrimenti, in loro assenza, nasce femmina. Se la mamma è gravemente stressata in gravidanza, produce ormoni maschili più deboli: essi “mascolinizzano” un po’ il cervello del feto femmina, che viene parzialmente “androgenizzato”. Questo può tradursi in maggiore assertività, abilità matematiche e logiche, maggiore facilità a cimentarsi nello sport e in carriere competitive, muscolatura più efficiente e solida, pur mantenendo un’identità e un profilo di fertilità femminile. A seconda della quantità degli androgeni di origine materna, ci possono poi essere anche effetti sul corpo stesso del feto femmina. Qualche studio suggerisce un maggiore orientamento omosessuale o bisessuale, ma i dati non sono conclusivi. Nel maschietto gli androgeni di origine materna, più “deboli”, competono con il testosterone del feto nel legame con i recettori del testosterone nel cervello. Il bimbo nasce sì maschio, ma con un cervello meno mascolinizzato: meno aggressività e assertività, più abilità linguistiche, poca o nulla passione per i giochi con la palla, maggiore sensibilità.
Positivo o negativo? Per i cultori delle identità tradizionali, fortemente polarizzate sugli stereotipi del maschile e del femminile, questa è una perdita secca. Per i cultori della piena espressione della personalità, questo maggiore spettro espressivo è un’opportunità in più. Fortissimo è poi il ruolo dei genitori, o delle persone significative: ogni bambino cresce specchiandosi/identificandosi nel genitore dello stesso sesso e “complementandosi” con quello del sesso opposto, o un suo sostituto stabile (per esempio, un nonno o una nonna amati). Quando questo percorso affettivo, emotivo e comportamentale è ottimale, l’identità sessuale del bambino ne esce rafforzata, più solida e più serena. Quanto più il rapporto con i genitori è problematico, o ferito da assenze fisiche e/o affettive, da trascuratezza, ma anche da mancanza di autorevolezza, tanto più l’identità ne esce indebolita, soprattutto se questo si inserisce su un profilo di personalità più fragile, più ansiosa e/o dipendente.
Quanto dell’attuale frammentazione delle famiglie, della perdita del senso di appartenenza, della mancanza di continuità nel rapporto con i padri e dell’eccesso di figure educative femminili (in casa e a scuola) può contribuire allo smarrimento dell’identità dei figli? Quanto della crescente solitudine che colpisce bambini e giovani adulti, sempre più connessi e sempre più soli, rende ancora più fragili le basi dell’identità? E’ giusto e doveroso interrogarsi. Chiedersi e sentire con le antenne del cuore come stanno i nostri figli e nipoti, i nostri allievi. Quanto dell’asserito “sto bene così” degli adolescenti che dicono di avere un’identità fluida è davvero espressione di benessere e non una difesa verso un’inquietudine senza nome a cui non sanno dare risposta? A cui non sappiamo dare risposta?
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