Adriana L. (Firenze)
Come fa il ballo ad aiutare il cervello a mantenersi giovane davvero?
Una musica che si è associata a un momento felice riaccende in noi non solo quel ricordo, ma anche le emozioni positive che lo accompagnano. E se questo succede ballando, l’ondata di molecole della gioia, di endorfine, che si libera, rende quel momento di nuovo indimenticabile. Ecco allora il potente effetto antidepressivo ed euforizzante del ballo ad ogni età. La sua capacità di regalarci un sorriso, di ri-motivare a vivere, anche avanti negli anni, la sua capacità di aumentare il senso di benessere fisico ed emotivo, che si associa anche a una migliore qualità del sonno.
Non basterebbe allora la palestra?
E’ questa la magìa esclusiva del ballo: perché il ballo in coppia, e di coppia, ci fa rivivere la liturgia del corteggiamento romantico e/o giocoso. Perché ci ri-consente un abbraccio lieve. Perché ci fa gustare una seduzione antica, che si muove all’interno di regole precise, tipiche di quella particolare danza. E perché ripropone ed esalta i due archetipi, i due modelli antichi di riferimento, del maschile e del femminile, di cui l’inconscio di uomini e donne sente oggi profonda nostalgia. La parte “antica” della mascolinità e della femminilità, così repressa nei codici sociali contemporanei del mondo occidentale, ritrova una nuova giovinezza. Con lui che guida e lei che segue, recettiva ma non passiva, vibrante, leggera e insieme intensa e drammatica, come nello straordinario tango argentino, dove si intrecciano la passione, l’amore, e il senso dell’effimera bellezza della vita.
C'è anche un effetto psicologico che aiuta a sentirsi più giovani?
Perché è bellissimo, ad ogni età, riaprire il cassetto dei sogni, e realizzarli, prima che diventino rimpianti.
Approfondimento – Il ballo è amico dell'efficienza e dell'autonomia fisica
- è un’attività aerobica, che allena con dolcezza il cuore e il sistema cardiovascolare;
- ci rilassa e abbassa (un po’) la pressione arteriosa, se è elevata per stress;
- mantiene la agilità e mobilità articolare;
- migliora il tono muscolare;
- contribuisce al mantenimento della densità ossea, contrastando la vulnerabilità all’osteoporosi che aumenta con l’età;
- allena la prontezza di riflessi, ossia la velocità e competenza con cui il cervello risponde a stimoli esterni;
- stimola il muscolo a costruire proteine contrattili e il nervo a riparare i danni. In che modo? A livello della placca muscolare, l’area differenziata del muscolo cui arrivano le fibre nervose motorie, la liberazione di acetilcolina, che dice al muscolo “Caro, adesso lavora”, si accompagna infatti alla parallela liberazione di fattori “trofici” per il muscolo. Ossia di sostanze che stimolano la produzione di actina, miosina e tropomiosina, che sono le proteine contrattili di cui è costituito il muscolo stesso. Per cavalleria, il muscolo produce a sua volta sostanze trofiche per la fibra nervosa, che la aiutano nei suoi processi riparativi. E’ questa la ragione biologica per cui il movimento fisico mantiene una migliore massa muscolare ma anche più sano e attivo il cervello e le sue fibre nervose periferiche.
Anziani Ballo, musica, canto e recitazione Cervello / Sistema nervoso centrale