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Italiani per bene, alla riscossa!

07/01/2013

Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica H. San Raffaele Resnati, Milano

«Dietro ogni difficoltà c’è un’opportunità», diceva Seneca. Dentro questa crisi, c’è la grande opportunità che gli italiani per bene ritrovino la motivazione, la voglia, l’entusiasmo per essere i veri protagonisti di una nuova vita politica. Abbiamo vissuto anni di progressiva disaffezione, di frustrazione, di disillusione, quando il senso di impotenza, e il suo corollario, l’astensione dal voto, sono cresciuti dolorosamente, di fronte a un mondo politico e amministrativo che sembrava essere per sempre in mano ai raccomandati, agli avidi, ai corrotti, ai ladri, in tutti i partiti, con poche eccezioni. Qualcosa sta cambiando, insieme al delizioso profumo di Calicanto nell’aria dei nostri giardini e delle nostre campagne. Una primavera d’Italia, ancora timida, in parte carsica, sottotraccia, ma già avvertibile come un’intuizione, una speranza forte che riaffiora felice dal pantano degli ultimi anni. Come una primula dell’anima.
E’ tempo di tornare in campo. Come concretizzarlo? Innanzitutto, riappassionandosi al dibattito politico: ascoltando le interviste televisive di tutti gli esponenti, con attenzione al linguaggio, alla mimica, ai gesti. Per cogliere la verità del programma proposto, oltre i fondamentalismi, le ideologie, le denigrazioni strumentali. Per un voto pensato e scelto. C’è voglia di cambiamento, ma la faccia nuova è una sola, in un riciclo di cariatidi imbarazzante. Tutti parlano di riforme, progresso, tasse da ridurre e sviluppo da rilanciare. Su tutto, il mantra della “spending review”. Dispiace vedere che in nessun programma ci sia con chiarezza e priorità la ”corruption review”: una revisione rigorosa e vigorosa degli sprechi immani dovuti a corruzioni, furti, distrazioni di ingenti somme di denaro pubblico a scopo personale, incarichi pubblici multipli e mal svolti, con stipendi e gratifiche immorali. Rimborsi gonfiati e spropositati. Incarichi pubblici strapagati, sempre con le nostre tasse, dati a figli e parenti immeritevoli, ad amanti ed ex, e a quel sottobosco di adulatori e ladri che ha come unica strategia la prostituzione mentale e fisica, pur di ottenere un posto pubblico ben remunerato e di prestigio, senza alcuna competenza di merito.
Ripeto: perché nessun uomo politico ha il coraggio di portare avanti questi tre punti per i ladri e i corrotti dimostrati? Primo: obbligo di restituzione di tutto il maltolto, fino alla confisca dei beni; secondo: espulsione dal ruolo e incandidabilità assoluta in incarichi pubblici, per il resto della vita; terzo, cancellazione del diritto alla pensione, dopo l’incarico pubblico, visto che se la sono già mangiata rubando. Basta con lo spreco di auto blu e scorte a gente che non ne ha alcun bisogno né merito. Perché una parte consistente delle nostre tasse va divorata in questo abisso di privilegi di casta, figli di avidità e corruzione?
Snelliamo il Parlamento: in USA ci sono 101 senatori. Perché noi dobbiamo averne 315? Meglio pochi, competenti e onesti. Idem per la Camera. E basta con la storia del povero Sud e delle regioni a statuto speciale, altro Moloch ingordo: dove sono andati tutti i miliardi mandati dal dopoguerra in poi? Possibile che in un paesetto siciliano ci siano più guardaboschi che in tutta la Lombardia? Il tempo è maturo per un meditato federalismo fiscale. Perché non esigere da governi regionali e amministrazioni rese dei conti davvero analitiche delle spese e precisi indicatori di efficacia? Quanto delle promesse elettorali, dati alla mano, è stato realizzato? E a quali costi? Perché gli incarichi nella pubblica amministrazione sono garantiti a vita, anche ad assenteisti dimostrati, lasciando precari a vita giovani brillanti che non riescono a trovare un lavoro, se non emigrando? Diamo sostanza alla meritocrazia, a una sana competitività, a una mobilità basata sulla competenza, la motivazione e il senso di responsabilità.
Rimbocchiamoci le maniche, sia migliorando l’impegno in quello che facciamo, sia (ri)aprendoci a un rinnovato interesse alla vita pubblica. Per entrare in politica con competenza e cuore limpido, se motivati. Per ispirare e controllare i politici. Per ridare sostanza e futuro al nostro Paese. Perché l’Italia siamo noi, preziosi ciascuno e di più insieme.

Crisi economica Politica

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