Caterina e Franco, Treviso
Quanto dura l’amore? E’ vero: sempre meno. Il “per sempre” delle fiabe e dei sogni è molto raro nella vita reale. Più le coppie sono giovani, meno durano. E sono poche le coppie che, come voi, possano realmente festeggiare i trenta, quaranta, cinquant’anni di unione col sorriso sul volto e la gioia nel cuore. Aumentano le separazioni, i divorzi, le relazioni extraconiugali, anche se l’unione formalmente continua, mentre l’attrazione scompare e l’affetto si intiepidisce. Fino a vivere da separati in casa, a volte solo perché lasciarsi costa economicamente troppo o perché i bambini sono ancora piccoli. Perché l’amore è sempre più fragile ed effimero?
Le ragioni del cuore
Oggi la ricerca dell’amore passione, sull’onda di un’attrazione fisica travolgente, è la priorità di chi è giovane e di chi si sente giovane. Ma anche di chi, stufo di una vita piatta, noiosa, prevedibile, frustrata e insoddisfatta, sente e vede l’innamoramento come la più piacevole “autoterapia” antidepressiva. A basso costo, anche, finché lo “sturm und drang” emotivo e gli sfaceli familiari che a volte ne conseguono non presentino conti vertiginosi, economici oltre che affettivi.
E’ cambiato il codice sociale: in società sempre più fluide, la famiglia ha assunto forme ameboidi. Entrare ed uscire da una famiglia è sempre più accettato come “normale”. Ma la rarefazione degli affetti, l’instabilità delle relazioni, il rischio che i figli vengano usati come armi improprie e come proiettili per ferire a fondo il partner separato rendono molto inquieta anche la “normalità” delle separazioni. Certo, molto dipende dalla qualità delle persone. Ci si può separare mantenendo relazioni civili ed educate, o ancora affettuose, ed essere genitori anche migliori, rispetto a quando si era insieme. Ma per molti figli la separazione crea cicatrici emotive permanenti, in cui si radica una sostanziale sfiducia nell’amore. Per cui, divenuti adolescenti e poi adulti, si preferisce avere relazioni di sesso, tenendo il cuore in frigorifero.
E’ venuta meno la grande forza stabilizzatrice delle famiglie che è stato il cattolicesimo, che nell’ottica della fede, del sacrificio (spesso più femminile), del perdono, della pazienza, della sopportazione e della prudenza ha aiutato molte coppie a superare crisi anche profonde dando un senso positivo e forte all’energia dedicata alla ricomposizione di piccole e grandi fratture affettive. Dall’economia del risparmio e del rammendo, anche affettivo, si è passati all’economia dello spreco, dell’usa e getta. Ieri i fattori di coesione più forti e duraturi erano la condivisione del progetto di coppia e di famiglia, la cura e la realizzazione dei figli; oggi dominano il piacere e la realizzazione personale. Ed è cambiato il senso del tempo: ieri si stava insieme “finché morte non ci separi”, oggi “finché dura”.
Il centro dell'amore romantico
Le ragioni del corpo
Se la questione è biologica e quindi millenaria, perché lo scenario dell’amore sta cambiando? Uomini e donne sentono entrambi la potenza del biologico. Ma nei millenni (e tutt’ora in molte realtà) il contesto sociale, religioso, economico e culturale ha consentito comportamenti molto polarizzati. Con uomini da sempre molto promiscui, e donne monogame o quasi per dipendenza economica, per feroce controllo sociale, con sanzioni, stigmatizzazioni e punizioni, fino alla morte, in caso di infedeltà. Nella donna, ci sono due criteri di scelta del partner: attrattività fisica da un lato, capacità di provvedere e aver cura della donna e dei figli dall’altro. La dipendenza economica della donna era un fattore formidabile di stabilità e di opzione per la scelta di partner protettivi, anche economicamente sicuri. Ora che la donna è indipendente, guadagna e ai figli può anche provvedere da sé domina sempre più anche in lei la scelta del partner in base all’attrattività sessuale, molto più potente ma anche effimera. Mia nonna diceva: «Una donna fa un uomo o lo disfa (sia il marito, o il figlio maschio, ma anche un fratello o un amico). Fa la famiglia (nel senso di essere la grande regista degli affetti e della capacità di ricomposizione) o la disfa». Quando la donna non media più, la famiglia è più vulnerabile. E sempre più spesso salta. E’ difficile tenere viva la relazione di coppia, se, in primis, non abbiamo cura di noi stessi e non ci impegniamo ogni giorno per una migliore longevità in salute: del corpo, del cuore e dell’anima.
Come stimolare il partner ad avere a cuore la coppia?
E’ difficile restare innamorati di una donna, se non si è del pari innamorati della vita. Se non prendiamo a cuore le piccole felicità quotidiane, proteggendole anche da noi stessi, dai nostri astratti furori, dalla nostra distratta indifferenza. E dalla negatività che ci circonda.
Essere felici e mantenere nel tempo relazioni di qualità richiede un impegno costante e fresco in entrambi. Non semplice. Quando ci si riesce, è davvero un capolavoro del corpo e dell’anima.
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