Antonella S. (email)
In che modo allora la stabilità affettiva può tradursi in difesa biologica? Una possibile spiegazione ci viene dall’ossitocina, l’ormone dell’amore che illumina la vita e la protegge dalle avversità. E’ un neuropeptide costituito da nove aminoacidi, molto conservato nella scala evolutiva perché media azioni biologiche essenziali alla sopravvivenza. Prodotto fin dalla gravidanza, aumenta nel sangue e nel cervello di mamma e bimbo durante l’allattamento e poi, per tutta la vita, quando condividiamo una carezza o un abbraccio desiderati, o facciamo l’amore. L’ossitocina amplifica le nostre sensazioni fisiche di piacere e le collega con i centri nervosi che mediamo la ricompensa: di fatto scrive nel nostro cervello il nome e il volto di chi in quel momento ci rende felici. E’ stabilmente più alta nel sangue delle coppie monogame, sia umane, sia di animali, come la cicogna bianca.
Ed ecco il punto: l’ossitocina svolge una potente azione biologica antistress perché aiuta la capacità di resilienza, cioè di resistere a traumi emotivi e malattie fisiche, incluso un tumore. Potenzia infatti le capacità di difesa del sistema immunitario, perché tiene sotto controllo cortisolo e adrenalina, ormoni dello stress tipici degli “stati di guerra”, fisica ed emotiva. Migliora la neuroplasticità, ossia la capacità adattativa del sistema nervoso centrale e viscerale, ed è grande alleata del nervo vago, il “comandante” dei tempi di pace.
Per tutti, un invito a recuperare qualità di affetti e capacità di amare nella vita reale. Per noi medici un invito a dedicare maggiore attenzione all’aspetto affettivo delle cure.
Pillole di salute
Licia R.
Sì, perché liberano metalli pesanti, fra cui proprio il nichel, oltre a cromo, cadmio, piombo, rame e arsenico.
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