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La cannabis innocua? Non per il cuore

La cannabis innocua? Non per il cuore
11/01/2023

Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica
H. San Raffaele Resnati, Milano

«Un mio amico, 38 anni, molto stressato, mi ha detto che si faceva una canna prima di un rapporto per non aver più problemi di tenuta. Ho poi saputo che si è fatto un brutto infarto neanche un’ora dopo averla presa. Il cardiologo sostiene che la canna può aver provocato l’infarto. Io sapevo che la cocaina può causare infarti, non la canna. Tutti sanno che è innocua: e allora?».
Alberto (Cremona)
Purtroppo troppi pensano di sapere, senza approfondire, gentile signore. Gli opinionisti sine materia imperano su ogni tipo di media, con conseguenze pericolose. Dire che la cannabis è innocua fa torto alla complessità dei suoi meccanismi d’azione. Come tutti i principi attivi, può avere aspetti luminosi, per esempio la sua capacità di ridurre la percezione del dolore, che ne ha indotto la liberalizzazione in molti Paesi occidentali, e aspetti oscuri, a volte pericolosi, del tutto trascurati o negati nella narrativa canna-beatificante contemporanea.
Certo, la cocaina è molto più pericolosa per il cuore. Aumenta infatti il rischio di infarto miocardico di ben 24 volte, anche in soggetti giovani e senza apparenti fattori di rischio vascolare. Tuttavia nemmeno la canna è così innocua come si pensa, anzi. Che possa causare infarti era già stato descritto vent’anni fa. Questo rischio è oggi molto aumentato per almeno quattro fattori: l’uso crescente di cannabis, oggi la terza droga più usata dopo alcol e fumo; l’aumento della concentrazione del tetraidrocannabinolo (TCH), dal 2-3% a oltre il 20%; l’introduzione sia di una cannabis inalabile molto potente, con concentrazioni di TCH variabili dal 65 al 90%, sia di cannabinoidi sintetici cento volte più potenti della cannabis naturale. La cannabis terapeutica ha invece una bassa concentrazione di THC, inferiore allo 0,3%.
Il cardiologo che ha associato l’infarto del suo amico alla canna assunta poco prima ha espresso una crescente preoccupazione tra gli specialisti più preparati sui rischi cardiovascolari di molte droghe (si veda per esempio Holly R. Middlekauff e collaboratori, “Drugs of misuse: focus on vascular dysfunction”, Canadian Journal of Cardiology, 2022). Nello specifico, studi recenti hanno evidenziato che l’uso di cannabis aumenta di 4.8 volte il rischio di infarto nella prima ora successiva all’assunzione. Le caratteristiche dei soggetti colpiti sono: l’essere giovani (età media 31 anni, range 15-56), maschi (94%), senza fattori di rischi coronarico noti, con precise alterazioni all’elettrocardiogramma nel 71% dei casi.
Perché può succedere? La cannabis può causare vasospasmo, una sofferenza dei piccoli vasi, una trombosi coronarica e/o uno sfasamento tra richiesta cardiaca di sangue e minore arrivo per vasospasmo. E’ anche possibile che quell’iniziale problema di erezione del suo amico fosse sintomo di un problema vascolare sottostante. Il punto è uno solo: la cannabis non è innocua. Il suo uso terapeutico ha indicazioni precise, ma esiste un lato oscuro, anche pericoloso, legato alle molte formulazioni in uso che è giusto conoscere.

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