Alberto (Cremona)
Certo, la cocaina è molto più pericolosa per il cuore. Aumenta infatti il rischio di infarto miocardico di ben 24 volte, anche in soggetti giovani e senza apparenti fattori di rischio vascolare. Tuttavia nemmeno la canna è così innocua come si pensa, anzi. Che possa causare infarti era già stato descritto vent’anni fa. Questo rischio è oggi molto aumentato per almeno quattro fattori: l’uso crescente di cannabis, oggi la terza droga più usata dopo alcol e fumo; l’aumento della concentrazione del tetraidrocannabinolo (TCH), dal 2-3% a oltre il 20%; l’introduzione sia di una cannabis inalabile molto potente, con concentrazioni di TCH variabili dal 65 al 90%, sia di cannabinoidi sintetici cento volte più potenti della cannabis naturale. La cannabis terapeutica ha invece una bassa concentrazione di THC, inferiore allo 0,3%.
Il cardiologo che ha associato l’infarto del suo amico alla canna assunta poco prima ha espresso una crescente preoccupazione tra gli specialisti più preparati sui rischi cardiovascolari di molte droghe (si veda per esempio Holly R. Middlekauff e collaboratori, “Drugs of misuse: focus on vascular dysfunction”, Canadian Journal of Cardiology, 2022). Nello specifico, studi recenti hanno evidenziato che l’uso di cannabis aumenta di 4.8 volte il rischio di infarto nella prima ora successiva all’assunzione. Le caratteristiche dei soggetti colpiti sono: l’essere giovani (età media 31 anni, range 15-56), maschi (94%), senza fattori di rischi coronarico noti, con precise alterazioni all’elettrocardiogramma nel 71% dei casi.
Perché può succedere? La cannabis può causare vasospasmo, una sofferenza dei piccoli vasi, una trombosi coronarica e/o uno sfasamento tra richiesta cardiaca di sangue e minore arrivo per vasospasmo. E’ anche possibile che quell’iniziale problema di erezione del suo amico fosse sintomo di un problema vascolare sottostante. Il punto è uno solo: la cannabis non è innocua. Il suo uso terapeutico ha indicazioni precise, ma esiste un lato oscuro, anche pericoloso, legato alle molte formulazioni in uso che è giusto conoscere.
Pillole di salute
Marina S.
A volte sì, a seconda del principio attivo e, soprattutto, della dose. Ne parli con lo/la psichiatra curante.
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