Stefano G.
In positivo, con i giusti stili di vita, è possibile migliorare la longevità del nostro cervello, perché molti dei fattori che predispongono al deterioramento cerebrale sono in realtà modificabili: il nostro impegno sul fronte della prevenzione è quindi essenziale, se non proprio per evitare del tutto la malattia, almeno per ritardarne al massimo la comparsa.
Che cos' è la demenza di Alzheimer?
Come si manifesta?
Che cosa sono l'afasia e l'aprassia?
Perché la demenza fa perdere la memoria?
Quali sono le altre forme di demenza?
Da cosa può essere favorito il danno vascolare?
a) al ridotto flusso e alla ridotta ossigenazione delle cellule nervose, per la riduzione del diametro dei vasi ostruiti da zolle di colesterolo;
b) a piccole embolie o vasospasmi in vasi già lesi;
c) a emorragie, in genere da rottura di vasi vulnerabili, per sbalzi della pressione arteriosa (o terapie anticoagulanti in corso per altre malattie).
Ci sono altre cause di demenza modificabili?
Perché le donne sono più vulnerabili all'Alzheimer?
Esistono studi specifici sul rapporto fra estrogeni e demenza?
Il gruppo di ricercatori coordinati da Alessandro Peri, del Dipartimento di Fisiopatologia Clinica dell’Università di Firenze, ha inoltre scoperto che l’effetto neuroprotettivo degli estrogeni è mediato dal gene Seladin-1 (Selective Alzheimer’s Disease Indicator-1). L’azione di questo gene sembra essere legata all’induzione della sintesi di colesterolo intracellulare, che a sua volta è mediata dagli estrogeni: una quantità adeguata di colesterolo nella membrana cellulare crea un’efficace barriera nei confronti di agenti tossici, tra cui la temibile beta-amiloide che, come abbiamo visto, è all’origine dell’Alzheimer. La controprova è che, nel cervello di pazienti affetti da morbo di Alzheimer, Seladin-1 presenta livelli di espressione ridotti proprio nelle aree cerebrali colpite dalla malattia. Per saperne di più, può cercare su Internet questo articolo scientifico: Peri A. e Serio M., Neuroprotective effects of the Alzheimer’s Disease-related gene Seladin-1, J Mol Endocrinol. 2008 Nov; 41 (5): 251-61.
Questi studi cosa dicono della terapia ormonale?
A parte la terapia ormonale, che altro si può fare sul piano preventivo?
- a livello di stili di vita: evitare assolutamente il fumo; seguire una dieta sana, ipocolesterolemica, ipocalorica; bere pochissimo alcol; mantenere il peso forma; fare tutti i giorni un po’ di movimento fisico; dormire almeno sette ore per notte;
- a livello più strettamente medico: in caso di diabete, tenere sotto stretto controllo la glicemia; assumere vitamina B12 e acido folico, se carenti; controllare periodicamente che la tiroide funzioni bene; curare l’ipertensione.
Tutte queste misure contribuiscono a ridurre il rischio di demenza vascolare, ad aumentare la “neuroplasticità” (ossia la capacità delle cellule nervose di connettersi fra loro) e ad ottimizzare la capacità di recupero del cervello dai danni tossici ambientali.
E sul piano intellettuale?
Riduzione del rischio, naturalmente, non significa che la malattia non verrà più ma che, per esempio, potrebbe comparire a un’età molto più avanzata, aumentando quindi gli anni sereni, vissuti in piena integrità. In effetti, la prevalenza della demenza raddoppia ogni cinque anni. Un ritardo nella comparsa dell’Alzheimer di cinque anni equivarrebbe quindi a una riduzione della prevalenza del 50% in ogni gruppo di età: tutt’altro che un risultato da poco! Aiuti quindi sua mamma ad adottare, ove necessario, i giusti stili di vita e, per la terapia ormonale, la incoraggi a rivolgersi al ginecologo di fiducia. Molti auguri a tutti e due.
Link correlati:Demenza di Alzheimer e altre forme di demenza: fattori di rischio e possibilità di prevenzione (Fondazione Alessandra Graziottin) Alzheimer, il senso oltre l'inferno
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Demenza vascolare / Demenza di Alzheimer Estrogeni Menopausa iatrogena Stili di vita Terapia ormonale sostitutiva