“Ho 17 anni e un ragazzo da 3 mesi. Siamo molto innamorati ma io ho un grosso problema, anzi un’angoscia: il seno piccolo. Porto una seconda misura, ma vorrei farmi la plastica. Mi piacerebbe almeno una terza misura, perché così non mi sento una donna completa. Ogni volta che sfoglio un giornale, ci sono donne con le tette di fuori e sembra che solo loro abbiano il cielo in mano. Forse un giorno potrò vedermi così anch’io, e non “piatta”. Al mio ragazzo piaccio così ma io non mi sento a posto. Questo seno non riesco proprio ad accettarlo…”.
Che nervi! (AM)
Che nervi! (AM)
Il dubbio sotto i nervi è amletico: essere o non essere una vera donna? Sarà il passaggio dalla seconda alla terza misura a consentire il salto di qualità? Su questo ho molte perplessità. Eppure molte ragazze, così bombardate dai media sull’importanza delle misure fisiche da urlo, sono plagiate a pensare che la femminilità, l’essere una vera donna, sia una questione di centimetri.
La questione delle misure – e più nella sostanza – di un bel corpo, ha molti risvolti. Due, in particolare, sono critici. Da un lato, il piacersi, il sentire di avere un corpo abbastanza coerente con quello che si vorrebbe (purché le aspettative siano realistiche) migliora senza dubbio l’immagine interiore di sé, l’autostima, la sicurezza, la solarità stessa nel modo di porsi. E siccome la solarità è contagiosa, perché irradia gioia di vivere, è in genere anche molto seducente, con il felice corollario di corteggiamenti, conquiste e giochi che fan parte del piacere di sentirsi vivi. Dall’altro, oggi più di ieri, un bel corpo, e la sua esibizione, hanno acquisito uno straordinario potere strumentale: sono, o sembrano essere diventati, il passe-partout del successo, quel cielo in mano che tanto incanta. Poco importa che per una o poche donne che “sfondano”, grazie a un bel corpo, e anche a una notevole grinta, ce ne siano molte che finiscono nella palude delle illusioni o nell’uso strumentale del corpo per orizzonti poco gratificanti o francamente umilianti e deprimenti. Tant’è: l’idolatria del corpo “per se stesso” è imperante e non resta che farne un uso intelligente.
La questione delle misure – e più nella sostanza – di un bel corpo, ha molti risvolti. Due, in particolare, sono critici. Da un lato, il piacersi, il sentire di avere un corpo abbastanza coerente con quello che si vorrebbe (purché le aspettative siano realistiche) migliora senza dubbio l’immagine interiore di sé, l’autostima, la sicurezza, la solarità stessa nel modo di porsi. E siccome la solarità è contagiosa, perché irradia gioia di vivere, è in genere anche molto seducente, con il felice corollario di corteggiamenti, conquiste e giochi che fan parte del piacere di sentirsi vivi. Dall’altro, oggi più di ieri, un bel corpo, e la sua esibizione, hanno acquisito uno straordinario potere strumentale: sono, o sembrano essere diventati, il passe-partout del successo, quel cielo in mano che tanto incanta. Poco importa che per una o poche donne che “sfondano”, grazie a un bel corpo, e anche a una notevole grinta, ce ne siano molte che finiscono nella palude delle illusioni o nell’uso strumentale del corpo per orizzonti poco gratificanti o francamente umilianti e deprimenti. Tant’è: l’idolatria del corpo “per se stesso” è imperante e non resta che farne un uso intelligente.
Dove sta la misura nella cura del corpo?
Va benissimo aver cura di sé, migliorarsi, far palestra e sport, perché questo ci fa star meglio con noi stessi e diventa un mezzo più facile di accettazione da parte degli altri. Ed è vero che la gradevolezza fisica – se unita alla competenza! – è un plus vantaggioso sul lavoro. Va bene anche la chirurgia plastica, usata con discrezione e senso della misura. Purtroppo, non passa quasi giorno in cui come ginecologa non veda belle ragazze gonfiate e siliconate, con seni e bocche esagerate. Tuttavia, sistemata la linea, resta un gran punto interrogativo sul resto. Il piacersi, lo stare bene nella nostra pelle di donna, richiede ben altro percorso interiore. Il mondo occidentale è pieno di ragazze fisicamente bellissime che non si piacciono.
Ognuna di noi deve trovare la propria misura e la propria musica. Per molte sentirsi donna è girare al mattino come si andrebbe al night, e sentire crescere il proprio Io in funzione del numero di sguardi che “mise” e misure riescono a provocare e catturare. E del potere che sentono di avere su un uomo e sul suo desiderio, proprio grazie a quel corpo. Per altre è gradevolezza e cura di sé, sì, ma anche selezione e capacità di fascino che sa far vibrare altre corde e altri segnali. A una giovane donna, quale sei, consiglierei di crescere, anche emotivamente, e di imparare a valorizzare il viso e il corpo naturale che hai: oltretutto una seconda non coincide affatto con la piattezza. E la terza può essere patetica su un corpo minuto. L’armonia è essenziale alla bellezza, non dimenticarlo! E un corpo naturalmente ben curato e amato è più armonioso di un corpo artificialmente gonfiato. Ciao!
Ognuna di noi deve trovare la propria misura e la propria musica. Per molte sentirsi donna è girare al mattino come si andrebbe al night, e sentire crescere il proprio Io in funzione del numero di sguardi che “mise” e misure riescono a provocare e catturare. E del potere che sentono di avere su un uomo e sul suo desiderio, proprio grazie a quel corpo. Per altre è gradevolezza e cura di sé, sì, ma anche selezione e capacità di fascino che sa far vibrare altre corde e altri segnali. A una giovane donna, quale sei, consiglierei di crescere, anche emotivamente, e di imparare a valorizzare il viso e il corpo naturale che hai: oltretutto una seconda non coincide affatto con la piattezza. E la terza può essere patetica su un corpo minuto. L’armonia è essenziale alla bellezza, non dimenticarlo! E un corpo naturalmente ben curato e amato è più armonioso di un corpo artificialmente gonfiato. Ciao!
Prevenire e curare – Quando fare la mastoplastica nelle giovani
L’intervento può essere indicato nella giovane donna quando:
- il seno è obiettivamente piccolo (prima misura o meno);
- quando c’è una marcata asimmetria tra i due seni, per dimensioni e forma;
- quando la pubertà, con notevole aumento di peso e poi dimagrimento, abbia lasciato il seno “svuotato”;
- quando una gravidanza precoce con allattamento abbia lasciato il seno “flaccido”: ma se si desidera un secondo figlio, è meglio rimandare il tutto a quando il progetto di famiglia sarà completato!
- il seno è obiettivamente piccolo (prima misura o meno);
- quando c’è una marcata asimmetria tra i due seni, per dimensioni e forma;
- quando la pubertà, con notevole aumento di peso e poi dimagrimento, abbia lasciato il seno “svuotato”;
- quando una gravidanza precoce con allattamento abbia lasciato il seno “flaccido”: ma se si desidera un secondo figlio, è meglio rimandare il tutto a quando il progetto di famiglia sarà completato!
Adolescenti e giovani Chirurgia estetica / Lifting Immagine corporea