Che cosa comporta questa tipo di perdita per il desiderio, l’eccitazione, il piacere, e per l’amore? Ho approfondito le basi neurobiologiche del bacio, oggetto di relazione presentata al recente Congresso Nazionale di Urologia. Che cosa succede quando ci baciamo? E perché, da giovani e da innamorati d’ogni età, ci piace così tanto? Bocca e lingua hanno una grande rappresentazione a livello dell’Homunculus, che è la mappa del corpo a livello della corteccia cerebrale. Logico, perché la bocca è indispensabile per mangiare e vivere, ma anche per gustare il meglio della vita. In più, quando ci baciamo scambiamo feromoni, che sono le molecole dell’attrazione sessuale. I recettori si trovano sia nella mucosa olfattoria del naso, sia sulla lingua; ecco perché quando ci piace l’odore della pelle dell’altro ci piace anche il gusto dei suoi baci (certo, se igiene della bocca e qualità del cibo sono adeguati!). I feromoni scambiati nei baci erotici stimolano la parte più antica del nostro cervello, il rinencefalo, e aumentano l’erezione nell’uomo e l’eccitazione fisica generale e genitale nella donna. In più, con i baci, l’uomo trasmette testosterone, di cui la saliva è ricca, eccitante anche per lei. Non ultimo, aumenta l’ossitocina, il neurormone che scrive nel nostro cervello chi sia la persona che ci rende fisicamente ed emotivamente felici.
Quando baciamo appassionatamente, e quando guardiamo la persona amata, si attiva nel cervello l’area dell’“amore romantico” (detta “ventrale tegmentale”), posta nella parte più antica. Quest’area è collegata con le vie dopaminergiche che coordinano la voglia di vivere, di fare, di conquistare, di muoversi. L’aspetto più affascinante riguarda le connessioni che questo centro ha:
1. con le aree che mediano l’attaccamento affettivo profondo e l’amore duraturo e monogamo (le stesse che si attivano nel rapporto madre-bambino, soprattutto nell’allattamento al seno), grazie ai legami con i sistemi di ricompensa: in effetti, il piacere dell’allattamento, con una mamma affettuosa e tenera, e quello di un bacio appassionato e assaporato, con l’innamorato/a, hanno pochi uguali;
2. con le aree dell’aggressività, che si accendono quando la mamma vede un pericolo per il suo piccolo e attacca l’aggressore, ma anche quando temiamo di perdere l’amato/a;
3. con l’area delle avversioni: se non piace più il gusto dei baci, non c’è psicoterapia che tenga, la prognosi di coppia è pessima (con l’eccezione delle cure ormonali dopo la menopausa che aiutano molto se l’avversione è comparsa dopo la scomparsa del ciclo);
4. con le aree sessuali che coordinano l’eccitazione mentale e fisica nell’uomo e nella donna.
Le conseguenze del “non ci baciamo più” sono evidenti: perdita di intimità emotiva e del potere erotico dei baci, veloci attivatori di eccitazione mentale e genitale, soprattutto nella donna; progressivo appannarsi del rapporto di coppia, che diventa affettivamente sempre più distante, fino a perdersi di vista, anche se si continua a convivere; aumento delle disfunzioni sessuali.
Soluzione? Mantenere i baci erotici, nella coppia stabile di ogni età, curando che bocca e alito siano desiderabili. E, se indicato, scegliendo quegli aiuti farmacologici per l’erezione, come il Vardenafil, che, diversamente dagli altri farmaci vasoattivi, si scioglie in bocca come una mentina. Così, mentre baci la tua donna, lui lavora veloce per te e per lei.
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