Una nonna molto preoccupata (Arezzo)
Precisazione: si parla di pubertà precoce “centrale” quando compare un’attivazione anticipata dell’ipotalamo, la centralina del cervello che regola anche lo sviluppo puberale, attraverso la stimolazione concertata di ghiandole essenziali, come l’ipofisi e le ovaie (asse ipotalamo-ipofisi-ovaio). Nelle bambine al di sotto degli otto anni si fa questa diagnosi quando compaiono i caratteri sessuali secondari: aumento della peluria ad ascelle e pube, comparsa e sviluppo della ghiandole mammarie e crescita dei genitali, scatto in altezza. Per inciso, nei maschietti l’età limite per parlare di pubertà precoce è 9 anni. Interessante, in tema di pubertà precoce, il rapporto fra bambine e bambini è di 10 a 1; e l’incidenza della precocità di sviluppo è di circa una bambina su cinquemila.
I ricercatori fiorentini hanno dimostrato un significativo aumento della pubertà precoce durante il lockdown rispetto ai cinque anni precedenti. Questo periodo, con tutte le restrizioni motori e affettive e gli scompensi alimentari associati, ha comportato nelle bambine un aumento di nuovi casi di pubertà precoce centrale e una netta accelerazione dei casi che erano già stati diagnosticati poco prima del lockdown. Quindi la sua intuizione è molto pertinente e merita un approfondimento medico specialistico. La diagnosi si basa su questi parametri:
- registrazione dell’altezza e del peso;
- valutazione del grado di sviluppo della ghiandola mammaria e dell’apparato genitale interno, con ecografia per via esterna, ossia trans-addominale, semplice per la bambina e del tutto indolore;
- radiografia del polso, per stabilire l’età ossa rispetto all’età anagrafica;
- dosaggi ormonali.
La terapia viene poi personalizzata in base alla specifico livello di sviluppo della piccola.
Lo studio fiorentino stimola riflessioni utili, mi sembra, per tutti i genitori: il rischio di pubertà precoce, con gli scompensi ormonali correlati, aumenta in parallelo all’aumento del peso corporeo, alla sedentarietà, e all’uso di computer, tablet e smartphone, uso che in genere è inversamente proporzionale alla quantità di attività fisica svolta giornalmente.
Quindi: più giochi e sport nella vita reale, più peso forma, meno telefonini e meno vita virtuale! Un caro saluto.
Prevenire e curare – Bambini più sani e più felici: più attività fisica e meno smartphone
- condividere più attività fisica con i figli: camminate, bicicletta, nuoto;
- stimolare nei figli la pratica regolare di uno sport amato;
- ridurre l’uso di smartphone e social a pochissime ore al giorno a vantaggio della vita vera;
- curare l’alimentazione, con pochi cibi dolci e grassi e più frutta e verdura di stagione;
- mettere il peso forma come “obiettivo gioiello” per tutta la famiglia.
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