Antonella C. (Padova)
Attenzione: rischio non significa certezza, ma che bisogna avere un’attenzione maggiore su questo fronte. In pratica, quando una mia paziente ha una malattia autoimmune che cosa faccio? La informo della maggiore vulnerabilità dell’ovaio a un esaurimento anticipato. A quel punto, se la signora non può ancora avere un figlio, raccomando vivamente la criopreservazione di ovociti o di frammenti di ovaio da utilizzare poi nella procreazione medico-assistita (PMA). Inoltre, suggerisco sempre di proteggere la fertilità con stili di vita sani (no fumo, alcol, diete restrittive eccessive, carenza cronica di sonno, e sì a rapporti con profilattico per evitare malattie sessualmente trasmesse che possano ledere le tube, come la clamidia e la gonorrea), e di effettuare visite ginecologiche annuali per valutare ed eventualmente curare altri fattori di rischio di infertilità, come l’endometriosi o la fibromatosi.
Le alterazioni ormonali tipiche della premenopausa (anche precoce) possono poi ferire le basi biologiche della sessualità, con perdita di desiderio, scarsa eccitazione/lubrificazione, dolore ai rapporti e difficoltà orgasmiche.
Un buon progetto di salute, oggi, deve proteggere con intelligenza, ma senza allarmismi, anche la fertilità e la sessualità, più vulnerabili in chi ha malattie autoimmuni. Auguri di cuore!
Prevenire e curare – Come valutare la riserva ovarica
- un test sul sangue dei livelli di ormone anti-mulleriano e di inibina B: più sono bassi, più l’ovaio è in riserva;
- un’ecografia transvaginale, per analizzare le dimensioni delle ovaie e i follicoli residui: più sono piccole, meno ovociti restano.
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