Valeria G. (Padova)
Le ragioni del cuore
Ci deve essere, nell’anno di grazia 2014, anche un’adeguata preparazione del corpo della mamma: il nido che per nove mesi sarà così importante e potente da condizionare poi tutta la salute e la vita stessa del figlio.
Le ragioni del corpo
Importanti sono la misurazione della pressione arteriosa; dell’indice di massa corporea, ossia il rapporto tra peso e quadrato dell’altezza, che ci dice se la signora è normopeso, sovrappeso o francamente obesa, perché questo indica un rischio maggiore di complicanze in gravidanza e al parto: ridurre il peso prima della gravidanza e ottimizzare glicemia e metabolismo sono gesti di grande responsabilità nei confronti di sé e del bimbo che verrà. Pap test ed ecografia pelvica completano la valutazione strumentale. Gli esami del sangue “pre-concezionali” vanno fatti prima del concepimento, non dopo. Il “se capita, siamo contenti” non è prudente né saggio. Invece, con pochi esami è indispensabile escludere o curare eventuali malattie sessualmente trasmesse prima della gravidanza, valutare dismetabolismi, anemia, o carenze vitaminiche.
Tuttavia, per essere genitori responsabili già prima della gravidanza occorre anche altro, con un pensiero unificante: “Su un campo in fiamme non si semina”. Come, in fiamme? Sì, nel senso di infiammazione biochimica. Molte condizioni come sovrappeso e obesità, oggi in crescita epidemica anche tra le giovani donne, diabete, endometriosi, dolore pelvico cronico, ipertensione e malattie sessualmente trasmesse aumentano l’infiammazione biologica e riducono la fertilità: nel senso di rendere sia più difficile il concepimento, sia più problematica e patologica la gravidanza. Mettersi in peso forma prima della gravidanza, fare una passeggiata veloce (almeno) tutti i giorni, ottimizzare diabete e pressione, curare altre patologie preesistenti, in primis l’endometriosi, non fumare, non bere e non drogarsi ottimizzano concepimento e gravidanza. E aumentano le probabilità che il piccolo ha di “nascere con la camicia”, se anche l’assistenza al parto, con la necessaria analgesia durante il travaglio, è rispettosa della musica della nascita e della vita.
Integratori giusti prima della gravidanza
- acido folico (vitamina B9), che riduce dell’83% le malformazioni di testa e colonna;
- un polivitaminico (che includa la vitamina D), perché può aiutare a ridurre del 79% le malformazioni a carico dei reni e del tratto urinario, e del 58% quelle a carico del cuore;
- omega 3, che si trovano nel pesce; se si è vegetariane, merita integrare la dieta con…
- … acido docosaesaenoico (DHA), che proteggerà al meglio il cervello di mamma e bambino. Gli acidi grassi polinsaturi sono componenti essenziali delle membrane delle cellule nervose: chi non vorrebbe un bambino (più) intelligente? Visto che l’85% delle mamme è carente di DHA, a causa di un’alimentazione inadeguata, quest’integrazione già prima della gravidanza diventa ancora più importante;
- ferro, per partire con le riserve giuste già prima del concepimento: in Italia abbiamo 1.700.000 donne anemiche, per inadeguata introduzione con la dieta, per ridotto assorbimento, a causa di celiachia e intolleranze alimentari, per aumentate perdite da cicli abbondanti o problemi gengivali, gastrici o intestinali, per aumentate richieste, come la crescita e la gravidanza stessa. Il ferro serve all’emoglobina dei globuli rossi per trasportare ossigeno ai tessuti; alla mioglobina, che compone i muscoli; alla dopamina nel cervello. E più dopamina significa, nella mamma oggi e nel figlio domani, miglior umore, più capacità di attenzione, concentrazione e memoria, più facilità di apprendimento, più energia fisica e mentale, più creatività;
- magnesio, che riduce il rischio di ipertensione in gravidanza.
Nascere con la camicia
La ragione è anzitutto biomeccanica. Il liquido amniotico che si trova al davanti della testa del piccolo – se il sacco è integro – fa da cuscinetto ammortizzatore e riduce in modo drastico i traumi che la testa subisce quando passa lungo il canale del parto facendo essa stesso da cuneo, il che avviene quando il sacco viene rotto anticipatamente (“amniorexi”) dal medico o dall’ostetrica “per accelerare il parto e fare presto”. In realtà durante il travaglio non bisognerebbe accelerare nulla, se mamma e bimbo sono ben monitorati e stanno bene, e se la mamma è in analgesia peridurale. Un’opportunità che dovrebbe essere garantita a tutte le partorienti, se la desiderano. L’analgesia consente di vivere senza dolore un tempo di travaglio più lungo, ma necessario perché il bacino e la vagina della mamma si adattino reciprocamente: un bimbo di tre-quattro chili deve passare in un canale muscolo-scheletrico appena compatibile e in una vagina che è uno spazio virtuale di due-tre centimetri di larghezza. Il giusto tempo consente di dilatare senza danneggiare. Purtroppo abbiamo preso dagli americani un senso del tempo e della velocità che non rispetta la verità e la musica della biologia. E allora giù con l’ossitocina per far contrarre l’utero di più e forzare la progressione, giù con l’amniorexi per aumentare ulteriormente le contrazioni, vai con l’episiotomia (il taglio sui genitali della donna “per facilitare la nascita”): nascere può diventare un gesto molto violento. Della nascita – con molte eccezioni, per fortuna – si rischia di perdere l’umanità, l’unicità e la sacralità. Immaginiamoci di dover passare con tutto il corpo in un tunnel stretto e rigido con qualcuno che ci spinge da dietro per farci progredire rapidamente... Non è meglio, visto che l’ossigeno e i nutrienti arrivano tramite la placenta e il cordone ombelicale, dare il tempo perché il tunnel diventi sempre più elastico e accogliente? “Fare presto”, quando tutto va bene, è un’idea pericolosa: rischia solo di causare un mare di guai, come infatti si vede, sia come entità di traumi fetali sia come danni a carico della mamma, tra cui lacerazioni genitali, incontinenze urinarie e fecali, prolassi, impossibilità ai rapporti, dolore cronico.
Nascere è una danza tra il corpo materno e l’utero che spinge da un lato, il pavimento pelvico che resiste meccanicamente dall’altro lato, e il bimbo (con il sacco integro) che fa da cuneo elastico. Monitoraggio attento e non invasivo, analgesia, niente ossitocina (che va riservata a casi particolari), niente rottura precoce del sacco: si può seguire la progressione del travaglio con rispetto e attenzione, con calma e competenza, sempre in un ambiente qualificato per eventuali urgenze. E’ essenziale preparare bene i muscoli che circondano la vagina, prima e durante la gravidanza. E fare un massaggio facilitante durante il periodo espulsivo. Più i muscoli sono elastici, più accompagnano l’uscita del bimbo senza lacerarsi. L’episiotomia non va fatta di routine ma solo su indicazione, per evitare lacerazione irregolari, scomposte e dannose. L’analgesia in travaglio è essenziale per ridurre ansia, dolore e stress materno e facilitare il bioritmo del parto col giusto tempo. Con un pavimento pelvico ben preparato, si riducono in modo significativo lacerazioni, traumi, lesioni urinarie e fecali, incontinenze e dolore. E si potrà riprendere un’intimità sessuale senza problemi dopo 40 giorni dal parto.
Anche di questo si è parlato al corso di Formazione ECM per ginecologi organizzato lo scorso 6 giugno a Milano dalla Fondazione Alessandra Graziottin per la cura del dolore nella donna Onlus. Nascere con la camicia è possibile. E’ un’opportunità che i genitori possono costruire preparandosi bene, già prima di concepire.
Papà in sala parto: si o no?
- 66,1% è la media nazionale invariata dal 1999 a oggi;
- 87,8% di padri in sala parto nel Nord-Ovest, il record italiano;
- 83,9% nel Nord-Est;
- 68,9% nel Centro Italia;
- 31,1% nel Sud.
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