«Ho 25 anni. Ho iniziato una psicoterapia perché otto mesi fa è mancata mia nonna, a cui ero legatissima. Sono precipitata in una disperazione senza fine. Problema: quando la psicoterapeuta ha saputo che non ho ancora avuto un ragazzo o un rapporto sessuale è inorridita. Le ho spiegato che per me è importante avere prima un amore sincero, e poi avere rapporti. Mi ha detto che potrei essere asessuale, o “demisessuale”. Ma adesso è patologico anche aspettare di incontrare la persona giusta? Per me avere rapporti senza sentimento sarebbe come buttarmi via. Lei che cosa mi dice?».
Arianna F.
Arianna F.
Gentile Arianna, lei pone un quesito cardinale: scegliere o essere conformisti, quale che sia il trend di moda? In tempi di promiscuità precoce e indifferente a sentimenti affettivi e amorosi, ritengo che la sua scelta – prima una relazione affettiva di qualità, poi il rapporto sessuale – possa anche essere pregevole segno di indipendenza di pensiero. In una società laica, e per molti aspetti libertina, dove il desiderio fisico per se ha oggi una priorità assoluta, ci dovrebbe essere comunque grande rispetto per scelte diverse, senza bollarle come patologiche. Purché la scelta non copra una vera impossibilità a sentire il desiderio fisico, finché la chiave sentimentale non apra la porta dell’istintualità passionale.
Giusto per chiarezza, il termine “demisessualità” indica l’orientamento sessuale di chi sente attrazione sessuale solo dopo essere riuscito/a a sviluppare uno stretto legame emotivo verso una specifica persona. La demisessualità è compresa nel più ampio gruppo dell’asessualità. Rispetto all’asessualità completa, in cui il soggetto – uomo, donna o con sessualità non binaria – non sente alcun tipo di attrazione fisica, la demisessualità si presenta come una forma più morbida. Capace di esprimere anche un desiderio intenso e profondo, purché attivato da un preliminare forte legame affettivo. L’espressione “demi-asessualità” sarebbe forse più chiara e appropriata a questa modalità espressiva, a mezza strada fra l’asessualità e la sessualità più frequente che muove in primis da una forte attrazione erotica fisica.
L’avventura di una notte non interessa queste persone. Il “non mi butto via”, proprio come dice lei, è l’espressione usata per indicare questa selettività, e la filosofia di vita che la sottende. Se questo stile di relazione è “egosintonico”, armonioso con l’identità e la personale visione del mondo, se è espressione di una scelta reale e soddisfatta, non è una patologia e non è un problema.
Due sono i maggiori fattori che suggeriscono invece la presenza di un possibile disturbo della sessualità: il sentire il legame affettivo come un passaggio obbligato e non scelto per poter avvertire attrazione fisica, e il grado di sofferenza e disagio (“distress”) che questo provoca.
Se lei su questo fronte è serena, continui tranquilla. Potrebbe essere una “late bloomer”, un bellissimo fiore tardivo. Anche in amore, come nel sesso, non tutti i fiori sbocciano a primavera. Le auguro di cuore di interiorizzare bene la sua amatissima nonna per sentirla vicina e riaprirsi poi di nuovo alla vita, con un sorriso.
Giusto per chiarezza, il termine “demisessualità” indica l’orientamento sessuale di chi sente attrazione sessuale solo dopo essere riuscito/a a sviluppare uno stretto legame emotivo verso una specifica persona. La demisessualità è compresa nel più ampio gruppo dell’asessualità. Rispetto all’asessualità completa, in cui il soggetto – uomo, donna o con sessualità non binaria – non sente alcun tipo di attrazione fisica, la demisessualità si presenta come una forma più morbida. Capace di esprimere anche un desiderio intenso e profondo, purché attivato da un preliminare forte legame affettivo. L’espressione “demi-asessualità” sarebbe forse più chiara e appropriata a questa modalità espressiva, a mezza strada fra l’asessualità e la sessualità più frequente che muove in primis da una forte attrazione erotica fisica.
L’avventura di una notte non interessa queste persone. Il “non mi butto via”, proprio come dice lei, è l’espressione usata per indicare questa selettività, e la filosofia di vita che la sottende. Se questo stile di relazione è “egosintonico”, armonioso con l’identità e la personale visione del mondo, se è espressione di una scelta reale e soddisfatta, non è una patologia e non è un problema.
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Se lei su questo fronte è serena, continui tranquilla. Potrebbe essere una “late bloomer”, un bellissimo fiore tardivo. Anche in amore, come nel sesso, non tutti i fiori sbocciano a primavera. Le auguro di cuore di interiorizzare bene la sua amatissima nonna per sentirla vicina e riaprirsi poi di nuovo alla vita, con un sorriso.
Pillole di salute
«La terapia ormonale sostitutiva può rallentare la comparsa del morbo di Parkinson?».
L.M.
Sì: alcuni studi suggeriscono fino al 50%, se iniziata tempestivamente, all’inizio della menopausa.
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Amore e relazioni affettive Desiderio Disturbi del desiderio Emozioni e fattori emotivi Rapporti sessuali