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Nostalgia d'amore

24/01/2006

Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica H. San Raffaele Resnati, Milano

Ho 36 anni e, nonostante la mia voglia di mettere su famiglia, non mi sono ancora sposata. Il mio problema è stato un grande amore: il primo della mia vita, incontrato durante un’estate al mare. Io avevo 15 anni, lui 18. A me sembrava straordinario: bello, dolce, tenerissimo, con lui ho fatto l’amore per la prima volta e sono stata felice come mai dopo. Una vacanza lunga, fantastica, un sogno. Per me è l’unica estate luminosa della mia vita. Poi il ritorno in città, due città lontane. Io gli scrivevo, gli telefonavo, mi sentivo un guizzo di felicità solo se sentivo a sua voce.  Lui è diventato sempre più freddo, mi ha detto che era troppo giovane per legarsi e di non cercarlo più. Sono passati 16 anni. Ho avuto altre storie, anche lunghe, ma ad un certo punto il suo ricordo esce fuori e il ricordo di quella felicità non ripetibile manda tutto all’aria. Nessuno sa far l’amore e farmi felice come lui. Cosa posso fare per vivere? Cancellare il suo ricordo? Da un lato lo vorrei, dall’altro mi sembra di rinnegare la parte più bella della mia vita…
Elena
Non è possibile dimenticare, Elena, quando ci si aggrappa così visceralmente ad un ricordo. Non è possibile quando quel ricordo incarna un sogno, un progetto, un’intuizione di felicità mai messa alla prova con la tremenda verità del quotidiano. Quel ragazzo è diventata ancora più bello nel tuo ricordo: il tempo non ha segnato i suoi gesti, non ha appannato il suo sguardo innamorato, che è rimasto vivo come allora nei fotogrammi che tu conservi gelosamente nel cuore. Come si fa a separarsi da un ricordo che ci porta i colori della primavera, dell’estate, della felicità assoluta? Che si è cristallizzato nella fase scintillante di uno stato nascente, di perfetta corrispondenza di amorosi sensi, quando tutto il nuovo era anche sorprendentemente bello e travolgente? Onestamente, per ogni storia nata dopo, è difficile reggere il confronto con una “prima volta” così.
La rottura brusca, nella distanza, non ha tolto il velo dell'illusione a quegli aspetti del carattere che sono così difficili da accettare quando l'innamoramento tenta di diventare amore. Nessun uomo reale può reggere il confronto, oggi, con un'icona di perfezione come quel primo amore. Quel ragazzo ha indossato i tuoi desideri, ha danzato nei tuoi sogni perché di lui hai poi coltivato un'immagine lontana e seducente senza nessuna verifica nella realtà.
E quando gli uomini reali che hai incontrato dopo ti hanno per qualche aspetto deluso – a tutti succede, nel passaggio dallo stato nascente dell'innamoramento al progetto di vita che è amore ma anche capacità di accettare i limiti, le mancanze, i lati oscuri dell'altro – il ricordo di lui è tornato prepotente. Rinunciare a lui, e al sogno, significa qualcosa di più del lasciare, emotivamente per sempre, un uomo a lungo sognato. Significa accettare la realtà, e forse “la mediocrità di una vita meno vasta dei nostri progetti e più opaca dei nostri sogni”, come mirabilmente dice Marguerite Yourcenar nelle “Memorie di Adriano”. Un passaggio con cui tutti dobbiamo fare i conti, nelle nostre lillipuziane esistenze.
Torna alla vita, Lucia. La scommessa grande, oggi che sei donna e non più ragazza al primo amore, è cercare di realizzare il tuo progetto di famiglia felice, con un uomo vero. Tenendoti quel bel ricordo, ma senza farne il metro di paragone di un amore adulto, che ti auguro di cuore: meno scintillante, forse, ma più vero e consapevole. E, soprattutto, un amore che sia davvero capace di tradursi in un progetto di vita appagante, con una bella famiglia, come desideri.

Amore e relazioni affettive Nostalgia

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