Luisa per Marco (Cremona)
Attenzione! Dal punto di vista dell’aspettativa di salute e di vita, una prima frattura è un segnale d’allarme critico: perché spesso inizia una sequela di altre fratture, di complicanze trombotiche, di ulteriore perdita di osso e di muscolo (sarcopenia), di depressione e disturbi cognitivi, oltre che di possibili disturbi dell’equilibrio da prolungata degenza a letto, per cui preannuncia una netta riduzione del profilo di salute complessivo e della speranza di vita.
La questione maschile è seria: ben il 40% delle fratture da osteoporosi compare negli uomini. Non solo: dopo una prima frattura, il rischio di fratture successive e di morte è persino più alto negli uomini, rispetto alle donne. Eppure solo il 10% degli uomini con osteoporosi riceve un trattamento adeguato.
Grazie quindi per l’opportunità di approfondire un problema di salute maschile, oltre che femminile, ancora sottovalutato, sottodiagnosticato e sottotrattato. E’ chiaro: se non ci pensi, non lo previeni e non lo diagnostichi. E se non lo diagnostichi, non lo curi!
Osteoporosi: pensare in parallelo, a uomini e donne
Uomini e donne hanno in comune 45 cromosomi su 46. Solo uno è diverso e fondamentale, perché determina anzitutto il sesso cromosomico: se X, il feto si differenzia in senso femminile (44XX); se Y, in senso maschile (44XY). Dalla coppia di cromosomi sessuali dipendono poi la comparsa di ovaie o di testicoli, e i caratteri sessuali primari, ossia l’aspetto dei genitali alla nascita, che determinano l’attribuzione del sesso anagrafico: «è una bella femminuccia», oppure «è un bel maschietto». Se tutto procede bene, determinano anche la comparsa dei caratteri sessuali secondari alla pubertà: crescita corporea e maturazione genitale in entrambi, seno e mestruazioni per lei, polluzioni notturne per lui.
Tuttavia, il peso biologico di quei 45 cromosomi identici è enorme: essi contengono infatti le informazioni genetiche per il funzionamento di base di tutte le cellule, di tutti gli organi e apparati. Per capirci: il funzionamento di base del cervello e delle cellule nervose è identico nei due sessi, così come quello della respirazione, del cuore, dei reni, del fegato, dei muscoli, della digestione e così via. Per molti aspetti, le somiglianze dei meccanismi vitali di base sono superiori alle differenze determinate dai diversi ormoni sessuali.
La salute delle ossa: i requisiti essenziali
Box 1. Ossa sane: requisiti essenziali in uomini e donne
1. sono sufficientemente ricche di cristalli di calcio, che si agganciano al collagene, oltre che di boro, ferro, magnesio, manganese, silicio, zinco e altri oligoelementi. Insieme a vitamine preziose, tra cui la D, la K e alcune del gruppo B, i cristalli forniscono al tessuto osseo densità e robustezza adeguate a sostenere l’intera struttura del corpo, in sinergia con muscoli, tendini e articolazioni;
2. hanno un’impalcatura di collagene di ottima qualità, per essere sufficientemente elastiche da ammortizzare traumi anche di relativa intensità senza micro- o macro-fratture;
3. possiedono un equilibrio dinamico, che mantenga densità e struttura portante ottimali, tra gli operai costruttori (osteoblasti), cellule dell’osso che iniziano a lavorare più vivacemente di giorno se al mattino usciamo a camminare all’aperto, alla luce naturale, e gli operai distruttori (osteoclasti), che sono più attivi di notte (ma anche di giorno, in caso di prolungata degenza a letto);
4. ricevono uno stimolo adeguato dagli ormoni sessuali, dalla pubertà in poi: estrogeni, progesterone, testosterone, deidroepiandrosterone solfato (DHEA-S) nelle donne; testosterone e DHEA-S, negli uomini;
5. sono ben modulate da ormoni specifici, come l’osteocalcina, che promuove la formazione dell’osso, e il paratormone (PTH), che ne promuove il riassorbimento (e che si alza quanto più è bassa la vitamina D).
Osteoporosi: la prevenzione è chiave, in uomini e donne
Una postura corretta, in tutto l’arco della vita, è necessaria per evitare quelle asimmetrie di carico, in particolare sulle vertebre, che facilitano le microfratture asimmetriche Queste predispongono alla cifosi (la “gobba”) e/o peggiorano scoliosi preesistenti.
Un’alimentazione adeguata garantisce il rifornimento di tutti i “mattoncini”, diciamo così, necessari per la costruzione dell’osso: aminoacidi, minerali, vitamine, in sinergia con un buon microbiota intestinale.
Sono questi i primi alleati di un osso che si mantenga adeguato, per densità ed elasticità, anche in età avanzata.
Osteoporosi: gli ormoni amici dell'osso, per lei e per lui
Negli uomini, una accentuata riduzione della produzione di testosterone da parte dei testicoli (ipogonadismo), presente in circa il 15% dei soggetti, è ugualmente responsabile di aumento degli osteoclasti, con un’accelerazione della distruzione ossea. Anche per loro, la terapia con testosterone, quando non controindicata, contrasta e rallenta la perdita ossea.
L’invecchiamento in entrambi i sessi riduce poi gli osteoblasti, i costruttori d’osso.
Conclusioni
Ragionare sui fattori comuni per la salute dell’osso apre una prospettiva preziosa anche in chiave familiare: con stili di vita sani e condivisi, “pensare in parallelo” può tradursi in maggiore salute per tutti.
Box 2. Osteoporosi: i fattori di rischio in uomini e donne
- invecchiamento, che può essere rallentato da stili di vita sani e costanti;
- inattività fisica, tanto più negativa quanto più è precoce e persistente;
- carenza cronica di vitamina D, calcio e magnesio;
- prolungate degenze a letto, per malattie o traumi;
- terapie cortisoniche prolungate;
- fumo (che erode il tessuto osseo a tutta le età);
- eccessivo consumo di alcol, che si associa a una scarsa qualità di nutrienti;
- celiachia;
- sindromi da malassorbimento alimentare;
- sindrome metabolica, obesità e diabete;
- sindrome di Cushing (con eccessiva produzione di cortisolo, potente distruttore dell’osso);
- carenza di ormoni sessuali.
Nell’uomo:
- ipogonadismo, ossia ridotta produzione di testosterone da parte dei testicoli;
- terapie anti-androgeniche prolungate, dopo cancro alla prostata.
Nella donna:
- esaurimento ovarico, con menopausa, e perdita di ormoni sessuali;
- terapie con inibitori dell’aromatasi, dopo tumore alla mammella.
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