La signora, briosa e in gran forma, 50 anni smaglianti, mi sorride sinuosa come una gatta soddisfatta. «E chi è l’ultimo eletto?». «Ah, niente di che, appartiene al trapassato remoto: un ex compagno di scuola. Da ragazzi mi faceva il filo da morire. Che ridere, stare insieme trent’anni dopo! Lui felice. E io anche, alla fine, perché – sì, a lei lo posso dire – è stata perfino una cosa romantica, da non credere. Continuava a dirmi che sono più bella adesso, s’immagini lei! Per mio marito (come amante) sono invisibile. Per quest’altro, che per me è un tranquillante, sono bellissima. A quest’età! A chi non verrebbe una botta di buon umore?! Sì, sono proprio felice. Ma secondo lei è grave che non mi senta in colpa? Meglio serena che depressa o furiosa, giusto?». «Ha usato il profilattico?». «Ma no, cosa vuole che mi prenda, lo conosco da una vita (!)».
Peccato che a distanza di pochi mesi il tranquillante abbia lasciato una tempesta di condilomi genitali…
«Quel cretino di mio marito c’è ricascato un’altra volta! Sì, l’ho pescato per i soliti messaggini sul telefonino. Ogni volta giura e spergiura che è stata una ragazzata senza importanza, che lui ama me e non vorrebbe mai lasciare la nostra bella famiglia. E noti che non abbiamo nessun problema sessuale. Anzi, quando l’ho scoperto l’altra volta, e l’avevo perdonato, avevo deciso di riaccendere la nostra intesa (lo sa anche lei, tra figli e lavoro non sempre si ha voglia di fare la geisha tra mezzanotte e mezzanotte e tre) e di rimettere il sesso al primo posto. Così lingerie deliziosa, i suoi ormoni che mi hanno aiutata moltissimo, ginnastica, massaggi. Tutti mi fanno i complimenti, lui sembrava felice e poi, zac, cosa scopro? Che nel frattempo ha iniziato un’altra avventura. L’avrei ammazzato. E adesso, o lo mando a quel paese, ma mi dispiace perché è un ottimo padre e come uomo è intelligente (sesso a parte!) e generoso, oppure lo tengo ma gli rendo la pariglia. Uno a uno, palla al centro, almeno mi diverto anch’io, giusto? Tanto più che adesso, che sono in forma come non lo ero da anni, ho quattro corteggiatori. Però nessuno mi convince fino in fondo. E poi, sinceramente, non ho voglia di incastrarmi in una storia e men che meno di beccarmi una malattia per un’avventura. E allora, mi sono detta, mi faccio corteggiare. Tanto, più dici di no e giochi, più i maschi ti corrono dietro. Oggi ancora di più, tanto sono pieni di donne disponibili. Così mi diverto – farsi corteggiare è fantastico! – e non mi sento neanche in colpa: tanto non c’è nemmeno il corpo del reato… Giusto? Ma a mio marito, adesso, il profilattico lo faccio usare sempre. “Tesoro – gli ho detto – siccome di te non mi posso fidare, almeno mi proteggo! Sennò non ce n’è…”».
Dal 42% al 68% dei tradimenti femminili – totali o parziale, reali o virtuali, con o senza corpo del reato, usati come tranquillanti, antidepressivi o euforizzanti – nasce da rabbia, collera, frustrazione, bisogno di ritorsione, in qualche modo in risposta rivendicativa/difensiva rispetto a un maschile che non gratifica o che ferisce, perché tradisce, o perché variamente trascura. Una percentuale che è invece nettamente più bassa (21%) tra gli uomini, dove la maggioranza tradisce per ragioni “espressive”: perché prova desiderio, piacere, gusto di emozioni e trasgressioni, e solo in minoranza contro o in risposta aggressiva verso una partner percepita come deludente. La maggioranza degli uomini non si sente in colpa (forse) perché vive il tradimento come un piacere puramente personale, che non è “contro” nessuno, ma solo per se stessi.
La tradizionale polarità maschile (sesso per il sesso) e femminile (sesso come coronamento di un sentimento di innamoramento, se non di amore) è tuttavia in netta attenuazione. Crescono le donne che usano il sesso in modo occasionale, divertente e strumentale, come gli uomini, con un picco di trasgressioni estivo, con la complicità delle vacanze, delle occasioni, del tempo libero e del bisogno di emozioni. Cresce, in uomini e donne, la banalizzazione del tradimento: da un lato, per il crescere della dimensione narcisistico-edonista nelle società ad alto reddito, dall’altro per la laicizzazione della società e la crescente deriva delle norme che l’accompagna. Curiosamente, l’espressione «giusto?» torna nei dialoghi quasi a cercare un riconoscimento di motivazione, se non proprio un incoraggiamento o un’approvazione. Ma attenzione, lettrici e lettori in vocazione di trasgressione, estiva e non: le malattie trasmesse sessualmente (MTS) non sono un problema solo dei giovani. E l’obbligo di proteggersi (e proteggere, in caso poi di rapporti coniugali) resta primario ad ogni età. Il picco autunnale di visite specialistiche per MTS in uomini e donne anche oltre gli “anta”, per esiti patologici di trasgressioni estive, conferma che ci si può conoscere da una vita, ed essere infettanti, e infettati, ad ogni età. Ma nella coppia stabile i risvolti affettivi, relazionali e legali possono essere molto più amari. Perché la scoperta di essere stati infettati da un coniuge fedifrago può avere risvolti pesanti, anche da codice penale (ai sensi dell’art. 40 del Codice Penale, per lesioni personali gravissime, se la malattia trasmessa è seria). Anche se la fedeltà, per molti, è ormai un sogno o una nostalgia, la responsabilità sui rischi del tradimento resta.
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