EN

Piaceri imperdibili: rivisitare Venezia, attraverso la pittura

26/11/2012

Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica H. San Raffaele Resnati, Milano

Novembre è magnifico per rivisitare Venezia: meno turisti, più silenzio, colori scintillanti nelle luminose giornate di sole, colori acquietati quando le seducenti nebbie novembrine accendono di mistero le vecchie case, le acque tremolanti e i ponti più lontani che nel buio sembrano emergere dal nulla. La musica migliore di Venezia, il suo canto più vero e malinconico, sussurrano piano e si fanno ascoltare solo se intorno tutto, o quasi tutto, tace. E’ il momento per inebriarsi in silenzio di architetture magnifiche, per lasciarsi sorprendere da dettagli di bellezza, mai colti prima; per riflettere su rovine che narrano della caducità dell’orgoglio umano e della vanità delle ambizioni. «Vivemo a sorte e per accidente» disse il doge Paolo Renier in un famoso discorso del 1780, alla fine di un lungo autunno, il Settecento, che prelude alla resa a Napoleone nel maggio del 1797.
Vivemo a sorte e per accidente anche oggi, in tempi depressi e inquieti, sull’orlo di baratri fiscali, avviliti da economie frantumate, disorientati da leadership asfittiche e segnali confusi. Tuttavia, in questo vivere a sorte, c’è una grande sfida: il saper cogliere comunque il lato luminoso di una vita che resta unica. Un dono che non ritorna. E se ci sono i fondamentali: la salute, prerequisito per giocare tutte le partite; qualche affetto di qualità; un lavoro sicuro e un minimo di serenità economica, ecco, si può cercare di assaporare piaceri diversi, antichi e nuovi. Per esempio, appunto, rivisitando Venezia – per noi veneti a due passi da casa e facilissima da raggiungere in treno, in giornata – con uno sguardo nuovo alla sua pittura. Piacere squisito e costo minimo. Scegliendo un secolo preciso, il Settecento, quando la grandezza mercantile ed economica di Venezia era in netta regressione, ma restava immensa la statura dei suoi pittori, faro d’Italia e d’Europa.
Per assaporarla al meglio, come in tutti i progetti di qualità, è saggio prepararsi anche dal punto di vista culturale. Ci aiuta a farlo un libro: “Il settecento veneziano: la PITTURA” di Filippo Pedrocco, appena uscito per Corbo e Fiore Editori. Giovanni Fiore, con la scelta dei suoi libri, continua con gusto e intelligenza a rendere omaggio a questa città unica e fraintesa, di cui troppi colgono solo la superficie turistica. Stavolta ci offre un volume che è insieme una sapida rassegna della scuola di pittura lagunare, un bell’oggetto da assaporare quietamente a casa, seduti sul divano in un giorno di pioggia, uno stuzzicante aperitivo, colorato e colto, prima di un viaggio nuovo a Venezia, un regalo intelligente e originale. Piacevole per accendere ricordi e nuovi stimoli in chi a scuola abbia studiato storia dell’arte, fantastico per chi desideri entrare in un modo nuovo, quello della pittura, avendo poi a disposizione un concentrato di bellezza pittorica davvero raro al mondo.
E allora si può scoprire il fascino spiritoso, pungente, gioioso e musicale del rococò di Sebastiano Ricci. Entusiasmarsi per i ritratti chiari, fatti di luce, di Rosalba Carriera. Sorprendersi per le carnalità morbide e seduttive di Antonio Pellegrini o Jacopo Amigoni. Seguire l’evoluzione smaterializzante di un’epoca e di un mondo nella pittura di Antonio Guardi, fratello del più celebre Francesco, con le sue vedute sospese tra il sogno e il rimpianto, quasi spettrale memoria di un mondo in dissoluzione. Ci si può illuminare d’immenso, con le prodigiose vertigini di colore di Giambattista Tiepolo, con le sue sinfoniche sonorità cromatiche. O acquietarsi assaporando il “com’eravamo” nelle prospettive di Antonio Canal, detto il Canaletto, il più grande dei vedutisti veneziani, nelle cui opere ”vi si vede Lucer entro il Sole”. Con il libro, è possibile pre-gustare anche opere che si trovano in altri musei del mondo, con l’aiuto ulteriore, per i veri amanti dell’arte, di Google Art con cui di ogni opera è possibile approfondire storia e dettagli visivi straordinari.
«A thing of beauty is joy forever», scrisse il poeta inglese John Keats. Sì, una cosa bella è gioia per sempre. E allora regaliamoci una pausa di bellezza con un libro eccellente e un viaggio di meditazione, visiva e musicale, a Venezia.

Bellezza Istruzione, arte e cultura Libri e lettura Riflessioni di vita

Iscriviti alla newsletter

Rimani aggiornato su questo e altri temi di salute e benessere con la nostra newsletter quindicinale

Iscriviti alla newsletter