“Gentile Professoressa, ho 52 anni e sono sposato da 27. Mia moglie è sempre stata una bella donna, e anche con il passare degli anni il suo fascino si è mantenuto intatto. Anzi, le dirò che negli ultimi tempi – con qualche ruga in più – il suo viso era diventato ancora più interessante. Dico “era”, perché tre mesi fa mi ha giocato un brutto tiro: a mia insaputa, e benché sapesse che ero fortemente contrario, si è fatta fare un lifting. Non una cosa pesante, lo ammetto, ma intanto il suo sguardo dolce e un po’ malinconico non c’è più, e ha lasciato il posto a quell’espressione piatta, solo apparentemente distesa, omologata ai peggiori clichè della televisione, e che in giro si vede sempre più spesso. Mi è venuta una rabbia che non le dico: non solo perché ha fatto tutto di nascosto, senza tenere in considerazione il mio parere, ma anche e soprattutto perché si è rovinata per sempre. I miei amici mi dicono di non drammatizzare, le sue amiche – figurarsi – hanno subito preso le sue difese. Il problema è che, anche se le voglio sempre bene, l’amarezza non mi passa, sento dentro come un rancore sordo che sta rovinando la nostra unione. Anche il mio desiderio è calato, e facciamo l’amore molto meno di prima. Adesso inizio a rendermi conto che forse anch’io ho sbagliato a reagire così, ma temo che l’intesa di anni ormai si sia rotta. Lei che cosa ne dice? C’è ancora spazio per recuperare?”.
Massimo R. (Milano)
Massimo R. (Milano)
Gentile signor Massimo, la sua reazione è comprensibile, come anche il suo desiderio – forse ancora incerto e confuso, ma che traspare chiaramente dalle sue parole – di ricomporre la frattura. Se la può incoraggiare, credo che anche sua moglie non aspetti altro. La chirurgia estetica suscita negli uomini reazioni differenti: molti sono favorevoli, al punto da farla anche su di sé; altri sono indifferenti o distratti, e quando la moglie torna dalla clinica tutta contenta quasi non se ne accorgono; altri ancora, devo dire la minoranza, la pensano come lei. E’ chiaro poi che se l’intervento viene effettuato di nascosto, e di conseguenza viene vissuto dal partner come un “tradimento”, le conseguenze possono essere molto sgradevoli, come nel suo caso.
Una reazione così dura indica che il suo amore è particolarmente intenso? O solo che lei si è sentito ferito nell’orgoglio da questa “disobbedienza”, come quel rancore di cui parla sembra suggerire? Non saprei dirlo con certezza. Di sicuro la vostra storia insegna a non sottovalutare le opinioni del partner, nelle piccole come nelle grandi scelte della vita. Ora dovete decidere se cercare di recuperare l’armonia di un tempo. Per due persone che si conoscono e si vogliono bene da così tanti anni, non dovrebbe essere impossibile. In un film di qualche anno fa, un marito tradito confidava: “In amore si va avanti, nonostante tutto, non perché si dimentica, ma perché si perdona”. Credo che, senza voler drammatizzare troppo la vostra vicenda rispetto ad altre situazioni ben più gravi, questo possa essere un buon punto di partenza per ricominciare.
Una reazione così dura indica che il suo amore è particolarmente intenso? O solo che lei si è sentito ferito nell’orgoglio da questa “disobbedienza”, come quel rancore di cui parla sembra suggerire? Non saprei dirlo con certezza. Di sicuro la vostra storia insegna a non sottovalutare le opinioni del partner, nelle piccole come nelle grandi scelte della vita. Ora dovete decidere se cercare di recuperare l’armonia di un tempo. Per due persone che si conoscono e si vogliono bene da così tanti anni, non dovrebbe essere impossibile. In un film di qualche anno fa, un marito tradito confidava: “In amore si va avanti, nonostante tutto, non perché si dimentica, ma perché si perdona”. Credo che, senza voler drammatizzare troppo la vostra vicenda rispetto ad altre situazioni ben più gravi, questo possa essere un buon punto di partenza per ricominciare.
Una donna è libera di fare sempre ciò che vuole?
In teoria, sì: ognuno dovrebbe poter scegliere ciò che sente migliore per sé. La realtà, però, è più sfumata, soprattutto all’interno di una coppia affiatata. Riflettendo sul suo caso, mi viene da pensare che per lei la questione non sia solo estetica, o legata a un banale problema di potere. Dal tenore della sua lettera, mi pare di cogliere che il viso di sua moglie – nonostante le prime rughe o, forse, proprio per questo – fosse per lei il simbolo vivo e amato di un sentimento a lungo coltivato, di una vita condivisa fra gioie e difficoltà. In quello sguardo “dolce e un po’ malinconico”, c’era la vostra storia. E il suo “Mi piaci così” indicava, con la verità delle cose semplici, che quello era il volto che lei amava da sempre e che avrebbe riconosciuto fra mille. E che quelle prime rughette non erano, e mai avrebbero potuto essere, “brutte”, ma erano invece un segno speciale, di reciproca appartenenza.
Non c'è molto di proiettivo, in tutto questo?
Certo, è possibile. Ma la nostra vita di relazione è fatta anche di proiezioni, e non sempre queste sono negative o illegittime. Potremmo quasi dire che, senza proiezioni positive della nostra personalità, non potremmo comunicare veramente con gli altri. Naturalmente, ripeto, devono essere proiezioni sane, ossia espressive e non distorsive. Vuole un esempio? Pensi al passare del tempo. Esiste un fenomeno più influenzato dalle nostre proiezioni? Rifletta su quanto lentamente può trascorrere un’ora nell’attesa della persona amata, e quanto può volare una vita intera, quando con quella persona condividiamo emozioni e sogni e presenza. Forse per lei i naturali cambiamenti nel volto di sua moglie erano il segno di un tempo “morbido”, in cui i giorni passano tranquilli come l’acqua di un ampio fiume. La chirurgia estetica, con il suo sforzo di regalare una nuova giovinezza, ha dato uno strappo secco a quel quieto fluire.
Come possiamo risanare la frattura?
Credo che lei e sua moglie abbiate ancora molte possibilità di recupero. Lo scossone ha fatto sicuramente bene a tutti e due. Lei, dopo una reazione comprensibile anche se obiettivamente molto dura, teme ora che il vostro rapporto possa guastarsi per sempre: e questo è sempre un ottimo segno di disponibilità al dialogo. Sua moglie, dal canto suo, ha patito un lungo “esilio” affettivo che certamente le ha insegnato qualcosa sull’intensità del suo amore per lei, e sull’importanza di cercare sempre un’intesa, anche sulle cose apparentemente meno importanti.
In teoria, la “parte lesa” è lei, e toccherebbe quindi a sua moglie fare il primo passo. In pratica, sarebbe bello che invece fosse proprio lei, con un gesto fuori dagli schemi, a mettere da parte le “regole del gioco” e forse anche il suo orgoglio ferito. La inviti fuori a cena, per festeggiare il nuovo anno insieme, senza il chiasso dei giorni di festa appena trascorsi. E prima di uscire, la sorprenda con un piccolo dono. Se la rabbia sotto sotto la blocca ancora, si guardi dentro e tragga forza dall’amore che prova per lei, dalla vita trascorsa insieme, dai mille ricordi che vi legano, e vedrà che non sarà così difficile. Perdonare non è mai un gesto di debolezza, ma significa sempre: “Tu conti per me più dei tuoi errori”. Mille auguri, di cuore.
In teoria, la “parte lesa” è lei, e toccherebbe quindi a sua moglie fare il primo passo. In pratica, sarebbe bello che invece fosse proprio lei, con un gesto fuori dagli schemi, a mettere da parte le “regole del gioco” e forse anche il suo orgoglio ferito. La inviti fuori a cena, per festeggiare il nuovo anno insieme, senza il chiasso dei giorni di festa appena trascorsi. E prima di uscire, la sorprenda con un piccolo dono. Se la rabbia sotto sotto la blocca ancora, si guardi dentro e tragga forza dall’amore che prova per lei, dalla vita trascorsa insieme, dai mille ricordi che vi legano, e vedrà che non sarà così difficile. Perdonare non è mai un gesto di debolezza, ma significa sempre: “Tu conti per me più dei tuoi errori”. Mille auguri, di cuore.