“Gentile professoressa, mia moglie sta attraversando un periodo molto difficile. Siamo sposati da quattro anni, e viviamo a Milano, dove io ho sempre avuto la mia attività professionale. Anche lei lavora qui, ma la sua famiglia vive nelle Marche. Il problema è che ha un legame molto forte con i genitori e i fratelli, e sente sempre molta nostalgia per loro. Non appena può, fa una scappata e li va a trovare. E rinfaccia a me di averla “costretta” a lasciare il suo mondo, a trasferirsi in una città che non ama e mai amerà, e di non “permetterle” di tornare a casa. Ma quando si è sposati si forma una famiglia nuova, no? Un giorno abbiamo visto un film – non ricordo quale – in cui il protagonista diceva: “Sono felice solo quando sono dove voglio stare”. E lei, subito: “Ecco perché non sono mai felice! Perché a causa tua non posso vivere dove vorrei, dove sento le mie radici più profonde!”. Si immagini il clima da un po’ di tempo che respiriamo in casa... E non è tutto. Da sei mesi aspettiamo un bambino e questo l’ha obbligata a lasciare, almeno per il momento, il suo lavoro di consulente. Dovrebbe essere felice, perché ha sempre desiderato avere un figlio, e invece ha paura di non saper dialogare con il suo, di non riuscire a gestirlo, priva com’è di aiuti familiari... Io le ho detto più di una volta che per lei sarei pronto anche a cambiare città, ma non sembra credermi veramente. Vorrei soltanto che ritrovassimo l’intesa di un tempo, non importa dove, e che nostro figlio potesse crescere sereno. Che cosa ci consiglia di fare?».
Massimo T.