Adriana T. (Trieste)
Il desiderio può fuggire perché lui non è (o non è più) desiderabile, fisicamente innanzitutto: la trascuratezza nella cura di sé e nell’igiene personale, soprattutto nelle coppie di lungo corso, specie dopo la pensione, è un aspetto (troppo trascurato) che le donne sopportano sempre meno.
Il desiderio può morire per asfissia: perché lui non fa più un complimento, una gentilezza, un apprezzamento gentile e si aspetta poi di fare il kamasutra tra mezzanotte e mezzanotte e tre. Può morire per abuso: perché lui la insulta, la maltratta, la trascura, la umilia, con le parole o i comportamenti. Può morire per bieca stanchezza fisica, perché lui non l’aiuta in casa: e per lei che lavora, con due figli, dorme sei ore, corre tutto il giorno ed è così stanca e stressata che alla fine piomba a letto senza più energia, è impossibile sentire anche un palpito di desiderio residuo. Soprattutto se non si sente capita né aiutata.
Ma il desiderio di lei può fuggire anche quando lui ha un problema sessuale: molte ricerche confermano che l’ejaculazione precoce (che colpisce circa il 30-32% dei maschi) priva la donna dell’orgasmo vaginale. Per averlo conta di più la durata della penetrazione, dicono gli studi, e non la qualità dei preliminari, in barba a tanta letteratura fatta d’opinioni. Né va meglio se lui ha problemi di erezione: lei perde desiderio, capacità di eccitazione e lubrificazione, e l’orgasmo se ne va, fino all’evitamento di ogni intimità.
In sintesi: l’amore si fa (quasi sempre) con qualcuno e quel qualcuno può addormentare il desiderio o ucciderlo, oppure rilanciarlo e portarlo in paradiso. Vale per lei, e vale per lui. Contenta, Adriana peperina?
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