La signora è davvero furiosa.
«Capisco la sua collera, signora. Dopo l’umiliazione e il dolore del tradimento, c’è anche il rischio di avere contratto una malattia grave... senza colpa né responsabilità. Per una coppia, è una situazione esplosiva. Un tradimento si può perdonare. Ma il rischio di aver contratto un’infezione grave farebbe infuriare (quasi) ogni donna. E ogni uomo, nella situazione inversa».
«E’ possibile che me la sia presa? Ma non era scomparsa? E’ troppo scrupoloso il nostro medico, o faccio bene a fare anche questo esame? Mi vergogno ad andare al laboratorio con questa lista!».
«Il vostro medico di famiglia ha agito molto bene, e su più fronti, signora: per lo scrupolo con cui ha considerato anche la possibilità di una malattia che credevamo scomparsa, e che oggi è in netta ripresa, specialmente nei Paesi dell’Est europeo; per aver convinto suo marito a dirle la verità, perché gli accertamenti sulla salute del/la partner sono essenziali, quando uno dei due abbia contratto un’infezione in una relazione extraconiugale; non ultimo, per le implicazioni medico-legali di una situazione come la vostra, oggi purtroppo in aumento. Il modo più rapido per tranquillizzarsi è fare tutti gli esami che il medico vi ha consigliato. Ripetendone alcuni tra 3 e 6 mesi, per diagnosticare anche le possibili malattie a più lungo periodo di incubazione».
«Cosa? Devo anche rifarli, questi test? No, mi spieghi questa questione dell’incubazione! Mi sembra di essere in un incubo!».
«Purtroppo quando una persona è infetta, oppure portatrice sana, di una malattia sessualmente trasmessa, ne ha spesso più di una. E le può trasmettere, anche in un unico rapporto. Malattie diverse hanno tempi diversi per manifestarsi, rispetto al momento del contagio: per questo si parla di diverso tempo di incubazione».
«Può spiegarsi meglio?».
«Le faccio un esempio: il gonococco, che all’uomo dà una perdita giallastra, tipo pus, dall’uretra, e che nella donna dà sintomi generici, tipo vaginite con perdite giallastre, si manifesta entro 2-5 giorni dall’infezione. Viene curata con gli antibiotici: tuttavia, se contemporaneamente la persona ha contratto la sifilide, che ha tutt’altro periodo di incubazione – 21 giorni, con una variabilità da 10 a 90 – succede un bel guaio. Il soggetto prende gli antibiotici per la gonorrea, si crede guarito, e non sa che la spirocheta non dà più la lesione primaria, o la dà minima, ma continua silenziosa a moltiplicarsi e a diffondersi nell’organismo. Fino alla comparsa degli stadi successivi e gravi della malattia. Per questo il rigore diagnostico deve essere massimo, come benissimo ha fatto il suo medico. Come dovrebbe essere massimo il senso di responsabilità verso il/la partner che attende a casa, e che in nessun caso deve rischiare, oltre al tradimento, anche il danno, a volte molto grave, di una malattia trasmessa sessualmente».
«Chissà cosa ha combinato mio marito, perché il medico abbia fatto fare tutti questi test a lui e a me! Altro che avventura di una sera! Questo disgraziato non me la racconta giusta. Questa malattia orrenda la prendono più gli uomini o le donne?».
«Nove volte di più gli uomini, omosessuali ed eterosessuali, rispetto alle donne».
«Queste poverette saranno state infettate come me… Questa bestiaccia passa anche senza abrasioni, mi ha detto il mio medico».
«Un medico proprio competente, signora. Faccia gli esami. Lo ascolti…».