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Stupro: l'alto costo in salute

Stupro: l'alto costo in salute
10/03/2025

Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica
H. San Raffaele Resnati, Milano

Stupro: quali rischi comporta per la salute fisica, emotiva e sessuale della donna? Per il suo futuro, sessuale e anche procreativo? E per la relazione con il partner? Le serie conseguenze emotive includono depressione, solitudine e difficoltà a rivelare l’abuso che è stato vissuto. La maggioranza delle donne ancora oggi tace per vergogna, per paura, per senso di colpa, per il fondato timore di ritorsioni e ricatti da parte dei violentatori. Sono diffusi fra le vittime il sentimento di impotenza, di non aver più il controllo sulla propria vita; il senso di tradimento della fiducia, se lo stupro è avvenuto da parte di persona conosciuta; ma anche il sentimento di essere una persona che non ha più valore, “un oggetto sporcato per sempre”, come mi ha detto una giovane donna abusata dallo zio.
Minore attenzione è ancor oggi dedicata alle conseguenze fisiche, che possono essere pesantissime, con un’ombra lunga che può lasciare segni per anni. Purtroppo su questo fronte c’è minore percezione da parte dei medici non specificamente preparati sul tema, con omissioni e ritardi diagnostici dalle serie implicazioni. Anzitutto, bisogna pensare alle infezioni a trasmissione sessuale, che possono colpire la vittima a tutte le età, dall’infanzia alla vecchiaia. Al punto che se a una bambina, anche piccola, viene diagnosticata la condilomatosi (causata dai ceppi 6 e 11 del papillomavirus) in area genitale o anale, è doveroso pensare a un abuso sessuale, e verificarlo dopo opportuni e accurati approfondimenti.
Qui analizzo l’impatto sulla donna. Quali infezioni? Batteriche, le più diffuse: da chlamydia trachomatis, che anni dopo può causare infertilità per lesione dell’endometrio, lo strato interno dell’utero, e delle tube, oltre a provocare dolore pelvico cronico; da gonococco, che può concorrere a infertilità e dolore pelvico; e da sifilide, in inattesa ripresa dopo che si riteneva, a torto, che la penicillina fosse riuscita a debellarla, con le sue serissime conseguenze se non diagnosticata in tempo. Infezioni virali, fra cui papillomavirus, herpes e l’ancora temibile HIV, che possono manifestarsi molti mesi dopo lo stupro, per il più lungo periodo di incubazione. Purtroppo chi è portatore di una infezione sessualmente trasmissibile ne porta spesso più d’una. Ed ecco che l’incubo diagnostico sembra non finire mai, soprattutto se, scoperta una prima infezione, comincia la ricerca per le possibili altre. Un incubo che continua a riaccendere emotivamente e fisicamente il terremoto d’angoscia vissuto nello stupro subito.
Gravi anche le alterazioni del sonno, con incubi che continuano a far rivivere la tragedia vissuta, anche a distanza di anni, e che possono continuare ad alimentare la sindrome post traumatica da stress, con contraccolpi pesanti di ansia, panico e depressione pervadente. In età fertile, come anticipavo la scorsa settimana, va sempre considerato anche il rischio di gravidanze non volute: l’uso tempestivo della contraccezione d’emergenza, con la cosiddetta “pillola del giorno dopo”, può prevenire una ancor più dolorosa interruzione volontaria di gravidanza. Gravi le conseguenze anche sul fronte della sessualità futura, che possono non essere risolte anche con la più competente e accurata psicoterapia, anche di tre anni e più, come ben dimostrato con solide ricerche dalla compianta Ellen Laan, rigorosa psicoterapeuta olandese. Lo stupro causa infatti una contrazione difensiva dei muscoli del pavimento pelvico che circondano anche l’entrata vaginale e che, restringendola per angoscia persistente, causano dolore ai rapporti successivi. Solo una parallela, lunga e ben strutturata fisioterapia può allora ridurre lo scudo di muscoli contratti e il dolore fisico causato dallo stupro, con tutte le difficoltà sessuali associate, tra cui le difficoltà di fidarsi e abbandonarsi ancora, le difficoltà di lubrificazione, di piacere e di orgasmo.
E sul fronte della coppia? Anche in una nuova relazione, che pure inizi con un partner tenero e comprensivo, quello stupro passato può pesare come un macigno, se viene confidato. All’inizio della confidenza, il partner risponde in genere in modo comprensivo, solidale, protettivo. Ma l’informazione nera può lavorare nell’inconscio dell’uomo, con esiti imprevedibili. Ed ecco che allora inizia l’aggressività, cominciano le parole volgari nei litigi, i confronti e le richieste di dettagli sul piacere o meno provato nella violenza, il viraggio verso un sesso sempre più violento.
Ecco perché educare all’autoprotezione resta una fondamentale protezione primaria. Indispensabile come l’insegnare ai figli che cosa significhi il semaforo rosso, fin da piccoli. Non per reprimere la libertà ma per proteggere, soprattutto le figlie minorenni, che si sentono adulte e sexy in un mondo di cui sottovalutano del tutto rischi e pericoli pesantissimi.

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