Alcuni hanno, per fase esistenziale, più tempo libero degli altri: i giovani; le coppie senza figli, che gli americani chiamano DINK (“double income no kids”, doppio reddito e senza figli), quindi con ottime capacità di spesa e di organizzazione del tempo, per l’appunto, libero; anziani e pensionati. Minore è invece il tempo per i super impegnati nella professione e, soprattutto, per le coppie con bambini piccoli, per le quali, peraltro, riuscire a mantenere spazi “solo di coppia” è indispensabile per riossigenare corpo, mente e cuore, e salvare il matrimonio.
Osservando, emergono quattro grandi stili: il primo è il conformismo, dominante oggi, specialmente, ma non solo, tra i giovani, in barba allo strepito sulla creatività e l’originalità della giovinezza. Conformismo insidioso quando il gruppo prende la forma magmatica del branco più o meno fluido, più o meno oscuro, e fugge dal presente, e ciascuno da se stesso, alienandosi il cervello con alcol o droghe, trascinandosi senza scopo, oltraggiando la propria vita e spesso rischiandola fino a buttarla in incidenti mortali. Conformismo mediatico, quando ci si intontisce davanti alla TV, o davanti a Internet, invece di spegnerli scegliendo di fare altro. Conformismo coatto, quando si affonda inquietamente il proprio male di vivere in un sesso urgente e casuale, o più o meno disperato – e a volte rischioso, come la cronaca recente ha mostrato – come se il piacere fisico comunque ottenuto fosse l’unico modo per sentirsi un po’ vivi, o meno amorfi. Scelta trasversale che, al di là dei mezzi usati, non fa differenze di classe o ricchezza. La cifra profonda è la resa di fronte alla sfida di conoscersi a fondo e dare un senso e un progetto alla propria vita, con il rischio di bruciarsi e bruciare talenti e credibilità. Sfida difficile, certo, ma centrale in ogni vita che meriti di essere vissuta, con tutti i suoi scogli e i suoi lampi d’azzurro.
Il secondo stile è la ricerca di sé, la conoscenza, esaltante ad ogni età: da soli, in coppia o in piccolo gruppo, con amici fidati e cari. Ottima quando si condividono sport, progetti, viaggi. Vitale quando il fare è esplorazione dei propri talenti e della propria curiosità per la vita. Ricerca nel mondo, al di fuori di sé, ma anche interiore, spirituale. Il tempo libero speso in ricerca ha un grande potere: traina con il proprio slancio anche la vita professionale e affettiva, la energizza con fermenti nuovi, con inattese aperture di orizzonti. Più cresce la fiducia nelle proprie capacità e la solidità delle conferme che si ottengono attraverso il provarsi, lo sperimentare, l’interrogarsi, l’amare, più l’umore migliora e cresce il coraggio di fare strade diverse per essere compiutamente se stessi. La vera libertà interiore si nutre di questo humus: chi fa della ricerca il proprio stile, ama i mari grandi e gli orizzonti infiniti. Che può esplorare anche leggendo e meditando, viaggiando o amando, cantando o passeggiando, lucido e attento, con le antenne della mente e del cuore vigili. Capace di ascoltare anche i propri lati oscuri e di esplorarli con prudenza, senza farsene distruggere.
Il terzo stile è l’apprendimento, che in parte può sovrapporsi alla ricerca, da cui si differenzia per un aspetto cardinale: l’essere strutturato, con un progetto preciso e obiettivi chiari. Diversamente dalla ricerca, che può essere molto fluida, aperta e non programmata, richiede metodo e disciplina per ottimizzare tempo e risultati. Può essere finalizzato all’eccellenza in uno sport, nella musica, nell’apprendere una lingua straniera (il cinese, l’inglese, l’arabo o quel che sia, ma di buon livello), o in un hobby che può diventare un lavoro molto più amato (e remunerato!) della professione attuale. Ad ogni età, l’apprendimento strutturato regala tre grandi benefici: maggiore elasticità e giovinezza fisica e mentale, perché stimola neuroplasticità e psicoplasticità; vita sociale più ricca, perché porta a incontrare altri appassionati; e opportunità professionali, per tutti coloro che sono ancora in età da lavoro (o da integrazione di pensione, con i tempi che corrono…).
Infine, il quarto stile è il gioco, necessario per ricaricarsi, ridere, gustare la leggerezza della vita. Il tempo libero può assumere forme diverse, costruttive o distruttive, che valorizzano con passione il tempo propizio, luminoso, ricco di grazia ed energia, il tempo “kairós”, di cui parlammo qualche tempo fa, o lo sprecano nel tempo “chrónos”, il grande divoratore di vita e di vite. Tu, come abiti il tuo tempo libero?
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