Chiedo: perché il diritto ad avere figli biologici è così tutelato in questo Paese? Perché si parla tanto dei diritti dei bambini e non ci curiamo affatto delle condizioni prime in cui nascono, la qualità dei genitori biologici? Se una coppia è riconosciuta documentatamente inadeguata a educare e amare un figlio – perché con gravi deficit psichici, perché abusa dei piccoli in senso fisico e psichico, se non addirittura sessuale, perché drogata e così via, e ha già figli dati in affido – va messa in contraccezione blindata. Non dico sterilizzazione, per lasciare la piena reversibilità alla decisione, ma almeno contraccezione seria sì. Già una spirale, dispositivo intrauterino inserito subito dopo il parto e rimovibile dal medico in qualsiasi momento, eviterebbe il concepimento per 5 anni, con una sicurezza del 99%, limitando questo procreare a catena e almeno spaziando le nascite. Un “aver figli” frutto di un’istintualità casuale che non tiene in alcun conto il diritto del bambino di essere amato e accudito con un minimo di sicurezza e di qualità.
Quando succedono queste tragedie, tutti a dire “povero bambino” e “povera donna”. E prevenire no? A posteriori, tutti a chiedersi perché i servizi sociali non hanno fatto questo e quest’altro, com’è stato possibile che una coppia fosse lasciata in condizioni così estreme con una bimba di un anno e mezzo e due gemellini appena dimessi, senza una casa appena decente, in un inverno come questo. Sì, era Natale, e allora? Forse che le festività ci sollevano dalle nostre responsabilità professionali e morali? Ma, Natale o no, il punto forte e impopolare in questo Paese pro-figli biologici oltre ogni decenza, è questo: evitiamo inutili lacrime di coccodrillo sociali e parliamo in modo serio di contraccezione.
L’idea fa accapponare la pelle? E perché non ci fa inorridire di più il metterci nei panni di questi bambini? Meglio che una coppia venga aiutata a tenersi un figlio – se il problema è “solo” economico e non di più gravi inadeguatezze e incapacità strutturali affettive e di personalità – e poi messa in contraccezione sicura, piuttosto che consentire di averne cinque per disseminarli in giro come semi-orfani, farli vivere in condizioni atroci o vederli morire di stenti.
Perché abbiamo così paura di toccare il diritto ad avere figli sempre e comunque? Per buonismo? Per malinteso senso del diritto alla procreazione a tutti i costi, anche se poi pagano soprattutto i piccoli? Per vocazioni confessionali che hanno cara la norma ma non la pragmatica della carità? Un bimbo non nasce nell’iperuranio: non possiamo quindi tenere distinta la nascita – evento poetico e magnifico in sé – da il dove e con chi il bambino nasce. Non so come si possa trovare “immorale” l’idea della contraccezione (reversibile!), e non si trovi immorale il furto di vita, di amore, di speranza, di possibilità e di futuro che viene imposto a questi bambini, cui colpevolmente consentiamo di nascere in nidi vaganti pieni di spine, fino a morirne d’inedia o in un cassonetto. Fino a morirne affettivamente, se non fisicamente, per mancanza di cure responsabili e di amore.
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