Amalia T. (Grosseto)
Io credo che nessuna terapia abbia senso quando impone – a lungo, per anni – un prezzo così alto sul fronte non solo della qualità della vita ma anche dell’immagine di sé, della relazione di coppia e della stessa percezione del futuro. Insonnia e perdita di memoria aprono infatti interrogativi inquietanti anche sulla qualità e rapidità dell’invecchiamento cerebrale. E il cervello è il primo garante della nostra identità: il sapere chi siamo, chi amiamo, chi ci ha amati, che cosa siamo stati e ora chi vorremmo essere.
Quando gli effetti collaterali degli inibitori delle aromatasi sono così pesanti, e in un tumore con ottima prognosi (perché ormonodipendente, perché piccolo, perché localizzato), credo sia giusto riconsiderare il progetto di cura. Ne parli chiaramente con l’oncologo curante: il tamoxifene, per esempio, è in genere molto meglio tollerato. Se poi anche il tamoxifene le desse troppi effetti collaterali, si può anche optare per un monitoraggio accurato senza ulteriori cure, oltre a quelle che ha già fatto (chirurgia e radioterapia) e che hanno buone probabilità di essere state risolutive.
In parallelo, è possibile ridurre l’impatto della menopausa – e lo stesso rischio di recidiva del tumore – con gli stili di vita: per esempio, fare movimento fisico aerobico (45-60 minuti al giorno) riduce da solo il rischio di recidiva del tumore mammario del 40% rispetto alla donna sedentaria. Un’alimentazione sana, tendenzialmente ipocalorica, essere normopeso, curare il sonno, non fumare, limitare l’alcol a non più di un bicchiere di vino rosso a pasto (meglio a pranzo: a cena può peggiorare le tachicardie notturne) aiutano a limitare rischi e malessere. Esercizi di stretching dei muscoli del pavimento pelvico sono preziosi per ridurre la contrazione riflessa causata dal dolore alla penetrazione, contrazione che può ulteriormente peggiorare il problema sessuale.
Accanto a stili di vita e farmaci appropriati (veda box) le suggerirei una breve psicoterapia, per essere aiutata a dar voce alla sua collera, alla sua rabbia, al suo senso di ingiustizia della vita: una ritrovata serenità può aiutare a ridurre anche lo stress biologico, migliorando i sintomi menopausali che invece peggiorano in condizioni di stress fisico e psichico, quali sono la diagnosi e la terapia di tumore. Glielo auguro di cuore!
Prevenire e curare – Farmaci per affrontare la menopausa quando non si possono usare gli estrogeni
- Per la lubrificazione vaginale, gel locali a base di aliamidi hanno un’azione in parallelo antinfiammatoria e lubrificante, e sono stati pensati proprio per le donne con tumore al seno che, come lei, lamentano secchezza vaginale e non possono assumere estrogeni.
- Per i dolori articolari, la glucosamina – un aminoacido che aiuta a riparare il danno della sinovia, la membrana che riveste le articolazioni – può essere utile, meglio se assunta due ore prima di fare movimento fisico, perché così può entrare in modo ottimale nell’articolazione.
Carcinoma mammario Dolore ai rapporti / Dispareunia Menopausa iatrogena Secchezza vaginale Stili di vita Vampate di calore