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Turismo, inciviltà e sevizie urbane

17/04/2017

Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica
H. San Raffaele Resnati, Milano

Qual è il profilo del turista ideale? E’ attento, educato e rispettoso. Sa soffermarsi ammirato ad assaporare la bellezza di un paesaggio, sa sorridere di gioia, emozionato di fronte a un dettaglio d’arte che gli illumini lo sguardo, o davanti a un giardino ben curato. Non lascia traccia sporca di sé, non lascia cartacce, scritte incivili sui muri, vandalismi, immondizie e sozzure, vere e proprie “sevizie urbane”, come succede di vedere in tutte le città d’arte. E, con particolare intensità di sozzura, a Venezia. Il/la turista innamorati dell’arte e del bello lasciano semmai entusiasmo, energie positive, sguardi luminosi, gratitudine.
Fare i turisti è un diritto? Se sì, con quali doveri e responsabilità? Come possiamo proteggere in modo efficace la rara e sempre più abusata bellezza di questo maltrattato Paese? Purtroppo i bei discorsi non servono. Non servono le dichiarazioni sull’educazione civica a cui il turista medio pare del tutto impermeabile. Non serve sperare che la bellezza sia ex se un fattore maieutico per far emergere la parte migliore di uomini e donne. Purtroppo, maggiori sono rozzezza e inciviltà, maggiore è l’impermeabilità della testa e del cuore a ogni forma di rispetto e attenzione. Anzi, sembra semmai trasparire un gusto brutale e sinistro dello sporcare, del lordare, dell’imbrattare, dell’oltraggiare, proporzionale all’ignoranza e al livello di inciviltà. Ognuno lascia segni coerenti con la sua verità: di miseria e rozzezza, oppure di educazione e dignità. Resta il fatto che l’inciviltà di alcuni abbruttisce poi il paesaggio di tutti, a volte in modo indelebile.
Come prevenire la progressione di questo abbrutimento generale, di luoghi e opere?
Per le città come Venezia, a entrate controllabili, sarebbero opportuni: 1. un biglietto d’ingresso (dieci euro a persona?), che andrà a far parte di un fondo per la ripulitura; 2. cartelli nelle principali lingue che indichino ammende salate da riscuotere immediatamente sul posto per chi sporca; 3. videocamere posizionate in modo strategico; 4. un congruo numero di vigili urbani presenti per strade e piazze, sul terreno, che facciano rispettare la bellezza, la pulizia, l’ordine e la dignità dei luoghi. L’hanno fatto benissimo per la metropolitana di Londra e di Mosca. Possibile che da noi ogni lordura sia ammessa come ineluttabile con un’alzata di spalle? Non c’è nulla di ineluttabile nei comportamenti umani, soprattutto se c’è coerenza fra le regole e le misure per farle rispettare.
Per le altre città, tutte le misure precedenti, con l’eccezione dei biglietti d’ingresso. In particolare, più vigili urbani visibili e attivi sul territorio sarebbero un ottimo deterrente anche per altre forme di “sevizie urbane”, tra cui scippi e aggressioni.
In positivo, premierei con marchi di qualità, da rimeritare ogni anno, i paesi più puliti e curati, a livello provinciale, regionale e nazionale. Paesi che meritano di essere visitati non solo per la bellezza dei luoghi, ma anche per l’accuratezza e la sapienza civile con cui sono valorizzati, che ne potenzia il fascino, la seduzione, la capacità di emozionare e commuovere. Per gratificare un turismo consapevole del privilegio di potersi gustare il meglio d’Italia.
La bellezza italiana, artistica e naturale, è un patrimonio minato e reso più effimero dall’inciviltà? Impegniamoci a curare e valorizzare la bellezza, come vocazione (e perfino terapia) personale del cuore e dell’anima. Ciascuno dei residenti cominci dalla propria casa, dal giardino, dal marciapiede antistante l’abitazione. Ciascuno cominci con l’educare meglio i propri figli e i propri allievi, dando il buon esempio. Ciascuno faccia la propria parte, per poter poi chiedere e, se non basta, imporre ai turisti il rispetto irrinunciabile per la bellezza di luoghi d’arte e giardini. Bellezza che vorremmo restasse incantevole, abitata a lungo, nel tempo, da sguardi innamorati, protettivi e felici.

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