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Una figlia gay: come accogliere l'inimmaginabile della libertà

Una figlia gay: come accogliere l'inimmaginabile della libertà
09/10/2024

Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica
H. San Raffaele Resnati, Milano

«Sono sconvolta: ho per caso intravisto la mia unica figlia, 16 anni, in atteggiamento intimo con la sua migliore amica. Loro non si sono accorte di nulla. Io mi sono vergognata, come mai avrei pensato, non so nemmeno io perché. Non ho detto niente neppure a mio marito, per cercare di capire cosa mi è esploso dentro. Mia figlia è bella, simpatica, tenera, adora suo padre, fa sport, va benissimo a scuola. Nessun trauma alle spalle. Possibile che sia omosessuale?! Con mio marito andiamo molto d’accordo, siamo tutti e due laici, abbiamo cercato di educare nostra figlia a sentirsi libera, senza tabù. E adesso sono qui a tormentarmi, perché l’inimmaginabile è entrato a casa nostra».
Elisa S (Milano)
«Cosa mi è esploso dentro»: questa espressione così intensa dice bene lo sgomento con cui un genitore scopre un aspetto inatteso della sessualità di un figlio, di una figlia, che lo inquieta molto più di quanto pensasse. La prima riflessione, gentile amica, riguarda lo scontro fra le nostre dichiarazioni teoriche di apertura su tutto quanto non rientri nella visione tradizionale, eterosessuale della coppia, soprattutto in ambito laico, e la risposta avversiva viscerale che invece esplode quando poi «l’inimmaginabile entra in casa nostra», come lei dice con parole di folgorante efficacia. Quando dalla teoria della nostra limpida apertura mentale razionale, inclusiva su tutto, si passa a sentire nella propria carne e nel proprio cuore cosa «ci esplode dentro», se quel dato aspetto interessa noi o una persona cara. E’ un potente scontro interiore che merita un’accurata elaborazione, almeno per alcuni aspetti avversivi profondi, prima di parlarne con sua figlia.
La seconda riflessione, riguarda la descrizione di sua figlia. Una ragazza può essere bella, simpatica, tenera, avere un ottimo rapporto con i genitori, essere sportiva e bravissima a scuola, ed essere felicemente omosessuale. Lo stereotipo secondo cui la persona omosessuale abbia “per forza” qualcosa di problematico appartiene al passato. Le persone possono essere in grande equilibrio interiore, in armonia con se stesse e con la vita, ed essere omo- o eterosessuali. In parallelo, una persona può essere molto disturbata, o avere una storia traumatica alle spalle, indipendentemente dall’orientamento sessuale.
La terza considerazione, più generale, riguarda la sottile ma importante differenza tra “avere” atteggiamenti omosessuali ed “essere” omosessuali. Oggi giovani e giovanissimi si consentono un’intimità non solo affettiva, ma anche fisica, con amici o amiche senza che questo li porti a definirsi “omosessuali”. Un comportamento in netto aumento tra le ragazze. «Voglio bene alla persona. Il suo sesso, maschio o femmina, non mi interessa»: è questa l’affermazione che meglio descrive questa nuova tendenza. Alcuni studi hanno mostrato come ragazze fra i 15 e i 20 con “comportamenti omosessuali”, intervistate una volta l’anno, si siano definite per un terzo “lesbiche”, per un terzo “bisessuali” e per un terzo “unlabeled”, letteralmente “senza etichetta”. Nei sei anni successivi al primo colloquio, il 25% si definiva diversamente, e aveva comportamenti diversi, a conferma della attuale fluidità sessuale dell’adolescenza.
Sua figlia potrebbe trovarsi in una fase sperimentale dei sentimenti, dell’amore e dell’intimità fisica, che dovrebbe poter sbocciare senza la sensazione di aver lanciato una bomba in casa. Lo shock che lei riferisce suggerisce infatti un giudizio emotivo molto negativo, come se “omosessuale” indicasse un difetto, un limite, una malattia. Ne parli con suo marito. Potrebbe scoprire che lui ha un vissuto più accogliente e sereno, che può aiutare anche lei. Eventualmente con l’aiuto di un/a psicoterapeuta esperto, se la risonanza emotiva continuasse a essere forte. A tempesta calmata, potrà riabbracciare sua figlia con un sorriso, accogliendola nella sua verità di giovane donna che si affaccia all’amore.

Pillole di salute

«La pillola assunta ininterrottamente può togliermi i tremendi dolori mestruali?».
Emma S.

Può ridurli gradualmente fino a toglierli del tutto quando la pillola viene prescritta con convinzione fin dai primi cicli dolorosi. La pillola contracettiva in continua, ossia senza pause, aiuta infatti a spegnere l’infiammazione che alimenta il dolore mestruale e a tenere sotto controllo un’eventuale endometriosi sottostante.

«La depressione può uccidere il desiderio sessuale anche negli uomini?».
Carlo H. (Napoli)

Sì, perché la depressione divora l’energia vitale che nutre la voglia di vivere, di cui il desiderio sessuale è il fiore all’occhiello. Agisce con una manovra a tenaglia: da un lato frena la produzione di testosterone, l’ormone che accende il desiderio, dall’altro frena tutte le vie nervose che alimentano la voglia di conquistare, di amare, di far l’amore. E se ci si sforza, l’erezione non arriva o non dura. Curare bene la depressione è indispensabile per poter amare.

Adolescenti e giovani Genitori e figli Libertà Omosessualità Riflessioni di vita

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