Il marito è lì, zitto. Un uomo tranquillo, dolce, poco assertivo. Mi fa venire in mente la frase di Danielle Choucroun, psicoterapeuta: «Per un caso curioso, la donna che ha paura di essere penetrata sceglie un uomo che ha paura di penetrare». In verità, un silenzioso riconoscersi. L’inconscio di entrambi ha letto una segreta potente simmetria: la paura dell’aggressività sana che c’è nel piacersi e far l’amore di gusto.
Tuttavia, giorno dopo giorno, diventa più forte in lei il desiderio di un figlio. Cominciano allora la via psicoterapeutica: tre anni di terapia individuale, il problema resta. Un’altra psicoterapia di coppia, di un anno, senza risultato. E’ il sacerdote della loro parrocchia cui hanno finalmente rivelato il loro problema a consigliare di rivolgersi a me.
Continua la signora: «Sette anni di fidanzamento, sette di matrimonio. Di lacrime ho riempito più di sette fiaschi, di scarpe ne ho consumate tante. Adesso ci aiuti lei!».
Minuta, retenue, trattenuta nelle emozioni, la bocca serrata, i tratti severi, un grande bisogno di approvazione. Un bisogno imperioso di risolvere un problema che è diventato al contempo uno spettro angosciante e la misura di un fallimento personale e di coppia che non riesce più a sopportare.
«Ci dica tutto quello che dobbiamo fare, e noi lo faremo, vero?», dice volgendosi al marito con un’espressione che è un ordine, più che una domanda.
«Ohi, ohi – penso tra me – i problemi sono due e il secondo è più serio del primo». Penetrare “per un ordine” l’impenetrabile è difficile per qualsiasi uomo, figurarsi per il marito. Lavoreremo in parallelo. Il vaginismo di lei è severo. Un fobia elevata, che necessita di terapia farmacologica per sedare il terremoto adrenalinico che la sola idea del rapporto scatena, e un ipertono dei muscoli che circondano la vagina così serrato da farle dire: «E’ come se avessi un muro lì». Anche lui è in difficoltà: lo choc ripetuto delle crisi fobiche della moglie a ogni tentativo ha minato anche l’erezione, che inizia ma non tiene, per un parallelo terremoto adrenalinico che causa vasocostrizione e fuga venosa. Per lui, farmaci vasoattivi serali per una “ginnastica vascolare”, durante le fasi di sonno con sogni, per ripristinare un’erezione di qualità che gli ridia fiducia. Di fatto condividono un analfabetismo totale del linguaggio dell’amore, che viene curato in parallelo alle terapie farmacologiche per entrambi e alla fisioterapia per lei, perché il muro muscolare diventi infine la porta elastica di una donna accogliente.
Dopo un anno di lavoro, finalmente il viaggio di nozze vero, a Praga. Arriva il messaggio: «Festeggiato anniversario di matrimonio. Sette non più sette…». Dopo pochi mesi tornano raggianti con il test di gravidanza positivo e un pensiero per me: dentro al pacchetto col fiocco dorato, sette piccole paia di scarpe di porcellana…
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